Ex Fissa: quando l’INPGI si schiera con gli editori contro i giornalisti

SOS INPGI
Paolo Di Mizio
Milano, 31 gennaio 2020
Cara collega, caro collega, 
può darsi che tu non sappia – non per tua colpa, ma perché il sindacato (volutamente) non ne parla – che se nel 2014 hai già trascorso 15 anni nella medesima azienda editoriale (ed anche in altri casi che trovi comunque nel sito Inpgi), hai un gran bel “tesoretto” in denaro che ti aspetta per il giorno in cui andrai pensione.

Oddio, per dire la verità forse non ti aspetterà a lungo, anzi, come certi amori volubili, sta già per prendere il volo, dipende da come andranno le cose.Ma lascia che ti spieghiamo con ordine. Il tuo tesoretto – che tanto “-etto” non è, perché può consistere in diverse decine di migliaia di euro – si chiama “ex fissa”, ovvero un’indennità che fu creata in virtù del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Giornalistico (CCNLG) del 1985 ed è ancora vigente.

Questo istituto di tipo previdenziale detto ex fissa accantona (o dovrebbe accantonare) per te un certo numero di mensilità, da 7 a 14 a seconda della tua qualifica, che potrai (potresti) incassare con tanto di interessi il giorno in cui andrai in pensione. L’ente erogatore delle tue spettanze è l’INPGI.

Il “tesoretto” si forma nel tempo grazie al contributo dell’1,50% del tuo stipendio lordo, che l’editore ha versato e versa per te ogni giorno, ogni mese e ogni anno di tutta la tua vita professionale, per creare, alla fine della tua carriera, una specie di “buonuscita”.

Bada bene: sulla gestione di questo istituto, la ex fissa, vigila una apposita commissione paritetica FNSI-FIEG, laddove la FIEG garantisce gli editori e la FNSI garantisce (ehm… diciamo che dovrebbe garantire) i giornalisti.

Eh sì, qualche dubbio è lecito e tra poco ti spieghiamo perché. 
Intanto nel 2009 cominciano a manifestarsi spiacevoli fenomeni contabili. L’INPGI si trova improvvisamente a corto di denaro, ci sono stati troppi prepensionamenti, troppi stati di crisi, troppe riduzioni di organico anche in aziende non tecnicamente in crisi, ma concesse con il beneplacito della FNSI, e per questa ragione l’INPGI ha dovuto sborsare molto più di quanto previsto dai piani previsionali pluriennali. Di fatto, si tratta di un massiccio salasso delle casse dei giornalisti a favore degli editori e in parte a favore dei giornalisti “esodati”.

A spese di chi? A spese di chi andrà in pensione di lì a poco e di chi ci andrà nel prossimo futuro. Cioè a spese nostre e a spese tue.

Alcuni colleghi, pensionatisi prima del salasso, hanno incassato come ex fissa più di un milione di euro netti: colleghi, questi, che erano in posizioni apicali, megagalattiche, e certamente costituiscono le eccezioni.

Ma i colleghi normali, umani, semplici, come te, hanno ricevuto sull’unghia delle belle sommette, come spetterebbe anche a te oggi, se il sindacato non avesse stipulato nel frattempo un accordo con la FIEG (nel nuovo contratto 2014) per porre – a tue spese – un tetto di 65.000 euro lordi alla tua fissa.

Puoi lavorare cento anni, accumulare miliardi di euro di contributi, ma riceverai soltanto 65.000 euro lordi, circa 42.000 netti. Il tuo credito dunque è stato falciato, mutilato, tagliato, dimezzato, ma senza consultare te che eri titolare del credito: lo hanno fatto loro, in modo unilaterale, con una piccola firma della FNSI.

Be’, dirai, 65.000 euro è pur sempre un bel gruzzolo, meglio di niente, accontentiamoci. No, aspetta. Quella era la bella notizia, adesso c’è la brutta notizia. La brutta notizia è che quei tuoi 65.000 euro sono aleatori: sono un miraggio creato da un illusionista. Infatti, con un colpo di bacchetta, potrebbero presto scomparire, lasciandoti con un pugno di mosche: zero euro come buonuscita, neppure i soldi per un caffè.  E guarda che di colpi di magia ne stanno accadendo a bizzeffe in questa vicenda.

Ma lasciaci continuare il racconto e spieghiamo tutto. Eravamo arrivati al 2009 e al salasso dell’INPGI. A quel punto le casse dell’INPGI languono, anche per il diminuito numero di giornalisti attivi e conseguente calo di entrate finanziarie. L’INPGI decide allora di pagare la ex fissa soltanto a 100-150 giornalisti all’anno, mettendo gli altri in una lista d’attesa, lista che col tempo ovviamente si ingrossa.Nel 2011 l’INPGI si accorge che neppure questa misura di contingentamento riesce a ristabilire un equilibrio finanziario. Allora che fa? Non paga più la fissa neppure ai 100-150 colleghi l’anno, e mette tutti i neo pensionati, man mano che arrivano, in un carro merci, detto listone d’attesa.

Ma prima di deportarli ad Alcatraz, li tranquillizza: nessuna paura, carissimo amico, sarai pagato tra 5-7 anni ma a quella data incasserai un lauto interesse del 5% annuo sul capitale a te dovuto. Sei contento?

Molti giornalisti neopensionati fanno i salti gioia, si fregano le mani: Yahoo! Viva l’INPGI! Chi altro mai ti darebbe il 5% di interessi sul capitale, in tempi in cui il costo del denaro sta a zero o sottozero?

Come in tutte le favole belle, c’è però anche il lupo cattivo. Che nel nostro caso manifesta la sua presenza in maniera subdola: cominciano a girare voci di corridoio, dicerie, illazioni. Finché un giorno un bambino non dice che il re è nudo. Anzi per l’esattezza il bambino è un vicesegretario della FNSI e dice che il lupo si chiama default. In italiano lo chiamiamo fallimento. Il vice segretario, parlando d’altro, en passant, osserva che il fondo ex fissa “di fatto è fallito”.

Fallito? Sti cavoli! E il mio capitale con cui dovevo pagare il mutuo per l’appartamentino che ho comprato a mio figlio? E l’Università all’estero che mi sono impegnato a pagare per mio nipote, che è un genio della fisica quantistica? E l’intervento chirurgico che devo finire di liquidare?

Niente, caro pensionato post 2010. Ti arrangi. Non lo sapevi che tutti i sogni s’infrangono all’alba? Peggio per te.

Alcune decine di colleghi pensionati, i più sanguigni, si fanno girare gli zebedei e chiedono all’INPGI di liquidare a ciascuno di loro l’intero capitale dovuto. Basta: pagateci immediatamente. Con urgenza. Ma l’INPGI non ci sente: io? Ma che vuoi da me? Io sono soltanto l’ufficiale pagatore, mica il tuo debitore, dice l’Istituto di via Nizza.

Bene, e allora chi è il debitore?
Ecco la magia più bella. Non si sa chi sia il debitore. È scomparso. Non esiste. Il debitore era un’illusione ottica.

Il fenomeno extrasensoriale della scomparsa del debitore sarà ricordato in giurisprudenza come uno dei casi più singolari degli ultimi due o tre secoli, dopo Totò che vende la fontana di Trevi a un texano e prima di Jack lo Squartatore.

Anche il Tribunale di Roma, in alcune sentenze, ci mette del suo e ignora il fatto (previsto dal codice civile italiano, nonché dalle leggi di ogni altro Paese civile o incivile compresa la Corea del Nord) che se c’è un creditore, deve per forza esserci un debitore.

Prima che gli storici futuri analizzino il caso, cerchiamo di spiegare come si è palesato l’arcano. È successo così: i colleghi con gli zebedei ruotanti di cui sopra si rivolgono alla magistratura chiedendo di rientrare subito e per intero del loro credito che vedono minacciato e giustamente ottengono un decreto ingiuntivo di pagamento. L’INPGI è costretta a pagare. Ma subito dopo presenta ricorso nel merito.

E intanto la FNSI, cioè il sindacato unico che tutela i giornalisti, quello che difende i nostri diritti, che appoggia le nostre aspettative, che ha a cuore il nostro destino e le sorti delle nostre famiglie, quello che con una pacca sulla spalla ci offre sempre la sua amicizia e il suo ombrello protettivo, che fa? Dà una mano, ovviamente. Accidenti se dà una mano. Ai giornalisti? Noooo, all’INPGI contro i giornalisti.

Sì, proprio così. Da non credere. La FNSI si costituisce in tribunale nei giudizi civili a fianco dell’INPGI per randellare meglio il pensionato già cornuto e mazziato.

La FNSI, guidata all’epoca dal piccolo ma sanguigno Siddi (che in seguito farà il doppio salto mortale carpiato con avvitamento laterale distorsivo: infatti da difensore dei giornalisti contro gli editori si trasformerà in difensore degli editori, approdando per chiari meriti nel Consiglio di amministrazione della RAI, massima casa editrice italiana), la FNSI del sanguigno Siddi, dicevamo, si costituisce nelle vertenze civili accanto all’INPGI e convince il giudice che quei pensionati in verità non avevano diritto a nulla. Sono pensionati sporchi, brutti e cattivi. E anche morti di fame.

Ma non c’era il CCNLG del 1985? Non c’era l’allegato G che prevedeva la ex fissa? Non c’erano accordi più volte sottoscritti? La ex fissa non è forse stata pagata a migliaia di giornalisti andati in pensione dal 1985 ad oggi?Sì, anzi no, ma non conta niente. Lo dice la FNSI. E il Tribunale, udita la parola di un’indiscussa autorità come il sindacato unico e unitario di tutti i giornalisti italiani, non ci pensa due volte. Non approfondisce lo studio delle carte e sentenzia contro i ricorrenti. A ripetizione. Con sentenze che fanno largo uso del copia e incolla.

Cosa copiano e incollano i giudici? Ma è ovvio, le argomentazioni della FNSI contro i giornalisti. I quali giornalisti a quel punto non solo devono restituire i soldi che l’INPGI aveva loro dato in esecuzione del decreto ingiuntivo (e chissenefrega se in parte li avevano già spesi per coprire esigenze esistenziali delle loro famiglie, peggio per loro). Ma devono anche pagare decine di migliaia di euro di spese processuali. Un bagno di sangue.

E sapete a chi le devono pagare, le spese, oltre che all’INPGI e alla FIEG, tirata a sua volta in ballo? Le devono pagare, badate bene, anche al nostro sindacato che, con nuovo sadismo, non rinuncia a incassare, come pure potrebbe fare, e quindi bastona per la terza volta – per migliaia di euro a testa – quel manipolo di pensionati ribelli che volevano solo quel che gli spettava e che migliaia di giornalisti prima di loro avevano avuto. Volevano solo la ex fissa.

Non ci credete che le cose siano andate così? Prego, controllare le carte. Svariate sentenze dure come un randello sono a disposizione. Ecco un link per leggerle https://www.inpgi.it/?q=node/1378

Un solo giornalista in tribunale si salva dal massacro. Il giudice che giudica il suo caso infatti sembra uno di quei malvagi personaggi di Dostoevskij: va addirittura a leggere le carte, roba da non credere. Non si fida ciecamente di quello che dice la FNSI.

E sapete che cosa scopre, il maledetto? Scopre che il giornalista neopensionato ha ragione su tutto il fronte, scopre che c’è stato un gioco di illusionismo per far scomparire il soggetto debitore, scopre che le regole, i patti, gli accordi, i contratti, gli allegati, il codice civile e via dicendo (per non parlare della normale decenza) sono stati violati.

In due parole scopre che la FNSI e l’INPGI hanno torto marcio ed emette una sentenza esemplare (sentenza Concina, dal nome del collega). Ma alla sentenza Concina – udite, udite – si aggiunge poco dopo anche la storica sentenza della Corte d’Appello di Roma  del gennaio 2018 , scritta nientemeno che dall’autorevole Presidente della Sezione lavoro.

Che fa quest’altro personaggio da “Delitto e castigo”? Nella sua patologica malvagità accoglie nientemeno che il ricorso presentato dal legale di Giancarlo Minicucci, ex vice direttore del Messaggero ed ex direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia, contro la sentenza di primo grado che dava ragione all’INPGI e alla FIEG.

In riforma della sentenza di primo grado, il magistrato condanna – inaudito! – l’INPGI al pagamento dell’ex fissa (in toto, cioè tutto il capitale in contanti sull’unghia), oltre agli interessi legali dalla maturazione del credito fino all’effettivo soddisfo. Il Tribunale inoltre condanna INPGI e FNSI a rimborsare all’appellante le spese dei due gradi di giudizio (in totale 22.560 euro più IVA e contributo unificato). Eh sì, chi la fa, se l’aspetti.

Ma non basta. La perfidia del magistrato lo spinge fino al punto di smascherare i trucchi del mago illusionista: IL GIUDICE RIVELA CHE IL DEBITORE SCOMPARSO DELLE EX FISSA ESISTE, SI CHIAMA INPGI E ABITA IN VIA NIZZA A ROMA.

Giancarlo Minicucci, purtroppo, è morto un anno fa, pochi mesi dopo la vittoria in appello, non ha fatto in tempo a godersi ciò per cui ha tanto lottato. E, naturalmente, l’Inpgi ha fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza di appello a lui favorevole. Ricorso tuttora pendente.
Quanto all’unico collega che ha vinto in primo grado, Concina, la Corte d’Appello gli ha dato torto un anno fa.

Così sono svanite le speranze di affidare ai giudici il pagamento del nostro diritto. Perché il diritto c’è, è riconosciuto in tutte le sentenze, ma la conclusione è sempre quella: i soldi non ci sono, quindi non c’è trippa per gatti.

Roba da matti. Provate voi a dire a un vostro creditore – banca, professionisti, artigiani – sì, hai ragione: ti devo pagare, ma non ho i soldi. Entrate nel gorgo degli insolventi, pignoramenti di proprietà, decreti ingiuntivi.  Ma queste regole per l’ex fissa- caso davvero straordinario – non valgono.

Quindi il calvario continua e riguarda ormai oltre 2200 pensionati (e anche tutti i giornalisti in attività assunti prima dell’agosto 2004 che ad oggi non abbiano cambiato azienda, tra i quali probabilmente anche tu che stai leggendo) che reclamano il pagamento dei loro diritti cancellati con gli accordi contrattuali ed extra contrattuali del 2014 firmati dall’allora segretario FNSI Franco Siddi. Però sotto il tappeto sono nascoste altre malefatte. Sì,  avevamo omesso di dirvelo fin qui, ma costoro hanno firmato accordi “segreti” FNSI-FIEG che prima riducono gli interessi sul debito (dal famoso 5% al 2%) e poco dopo addirittura – nuovo accordo – azzerano gli interessi. Sì, proprio zero virgola zero. E già che c’erano, anche con effetto retroattivo, tiè.

Non è roba da poco. Molti maghi da tutto il mondo sono già in Italia per studiare la tecnica senza precedenti della scomparsa degli interessi dopo la scomparsa del debitore. Ora, già che ci siete, provate a prendere dei soldi in prestito da una banca e poi un bel giorno dite alla banca: “Senti, bella, ho deciso che gli interessi pattuiti non te li do più, né quelli di ieri né quelli di domani”. Ecco, provate. Però, per sicurezza, prima fatevi dire dalla FNSI e dalla FIEG come si fa, se no rischiate di brutto.

Non basta. Cancellati gli interessi, nel 2015 FNSI e FIEG sfornano un piano di rateizzazione: buoni, pensionati, state buoni, non abbaiate, c’è osso per tutti. Vi pagheremo (senza interessi, ovvio) a rate in 12-15 anni. Cosa dici, tu lì? Che fra 12 anni magari sei già nell’aldilà? E va be’, tutti dobbiamo morire. Tanto la ex fissa mica te la puoi portare nella tomba. Non fa una grinza. Il piano-rate funziona due anni. Pagano due rate, dicembre 2015 e 2016. A Natale del 2017 invece della rata arriva una letterina della FNSI: Caro pensionato, ullallà, maramao, aspettavi la rata eh? E invece scherzetto: niente rata per ora, te la pagheremo a gennaio 2018. Nel frattempo eccoti una bella proposta: scrivici sul modulo allegato se preferisci rinunciare al 50 o al 45 o al 40 per cento del tuo credito. Vedremo cosa potremo fare per te. Le casse piangono, ti conviene pigliare pochi maledetti e subito (ehm… quasi subito: forse in un anno, tre anni o cinque anni, dipende).

Circa mille pensionati su duemila si scapicollano per rimandare il modulo entro la data capestro di domenica 31dicembre 2017. Gli altri mille non rispondono, rimangono muti, immobili. Forse sornioni, o forse colti da improvvisa perdita dei sensi, non si sa. Ma subito dopo c’è una nuova sorpresa: ullallà, sono ancora io, sono la tua cara FNSI. Ho ricevuto il tuo modulo. Ma sai che c’è di nuovo? Che la rata di dicembre 2017 che avevo promesso di pagare a gennaio 2018, non te la pago! Ahah! Ti è piaciuta la sorpresa? Al massimo posso darti un acconto di tremila euro lordi uguali per tutti e pace.

Caro collega, è stato a quel punto che i pensionati in attesa di ex fissa si sono riuniti in un COMITATO, al quale puoi aderire anche tu, se alla data del luglio 2014 avevi maturato il diritto alla ex fissa. Perché anche tu, come noi, ahimè rischi di non vedere un soldo: rischi di perdere un capitale importante.

Il COMITATO DIRITTO EX FISSA è attivo dai primi di gennaio 2018 . 
I suoi aderenti, dopo aver inseguito (in senso reale, appostandosi dietro gli angoli della strada) i vertici del sindacato, sono riusciti a mettere la FNSI con le spalle al muro. E’ emerso (nonostante contraddizioni, reticenze e omissioni) che la Commissione paritetica FNSI-FIEG sta lavorando alla liquidazione del fondo ex fissa. È emerso che circa 1.000 dei 2.200 attuali creditori “potrebbero” (ma chissà) essere soddisfatti con una transazione, cioè con il suddetto taglio del 50, del 45 o del 40 per cento del debito. Interessi zero, dopo il 2016. Finora ne sono stati saldati appena 180.

 

Per gli altri, provvederà il cielo. Chissà forse a rate, “in venti anni, non di più!” dice la FNSI (non è un refuso ma la frase testuale del Direttore FNSI Tartaglia). Insomma, cari pensionati, parliamo del 2040 circa. Cercate di esserci tutti, mi raccomando, e portate lo champagne, che ci divertiamo. Ma voi, che siete di buon cuore e volete vedere il bicchiere mezzo pieno, direte: Be’, almeno 1.000 giornalisti recupereranno una parte del credito, meglio di niente. Ma neanche per sogno. Nuovo giochetto d’illusionismo. Trallalero trallalà, i soldi in cassa non ci sono neppure per saldare il debito dimezzato a quei 1.000. Per avere i soldi bisogna convincere la FIEG a farsi prestare 14 milioni di euro dall’INPGI al modico tasso netto del 4,60% (corbezzoli!). Ma basteranno? E soprattutto bisogna convincere il Ministero dell’economia della bontà dell’operazione in modo che autorizzi l’INPGI al prestito (cosa che in passato in analoghe circostanze il Ministero ha negato).

E siamo arrivati a oggi, caro collega. INPGI, FNSI e FIEG continuano a farsi beffe dei nostri e dei tuoi crediti, ci sbertucciano,  si nascondono, si negano agli incontri chiesti dal Comitato Ex Fissa e si fanno  forti delle sentenze vinte in tribunale.

Il Comitato le ha provate tutte, vie giudiziarie, politiche, col coinvolgimento della Commissione parlamentare di controllo degli enti previdenziali, ora non resta che entrare nell’Inpgi e scoperchiare le carte. Ben cinque candidati pensionati della lista SOS INPGI, GARANZIA PUBBLICA PER LE PENSIONI,  sono membri fondatori del Comitato. Votiamoli. O la va o la spacca.

Paolo Di Mizio
Comitato “Diritto ex fissa”
VOTA IN BLOCCO TUTTI I NOSTRI CANDIDAT

Questa è la squadra dei nostri candidati, sostenuti in Lombardia da Senza Bavaglio, Unità Sindacale-Mil e Movimento liberi giornalisti e, a livello nazionale, da Informazione@futuro, Comitato “Diritto ex fissa” e un’alleanza formata da tutti coloro che pensano si possa e si debba voltare pagina per tutelare i giornalisti italiani e le loro pensioni attuali e future.

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SCHEDA CON ANGOLO ROSSO
Max 7 preferenze

INPGI 1 Pensionati – lista nazionale

ALBERIZZI Massimo  (Lombardia)

3 BARTOLONI  Romano (Lazio)

16 GALLIZZI Giuseppe (Lombardia)

20 MAURO Silvia (Lazio)

25 SBARDELLA Marina (Lazio)

26 SINIGAGLIA Donato (Veneto)

28 VILLOTTA Pietro (Friuli Venezia Giulia)

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SCHEDA ANGOLO VERDE

Per il Comitato Amministratore della Gestione Separata Inpgi:

8 – FERRARI Tamara (Lombardia)

12 – NOVELLI Daniela (Lazio)

15 – TANCREDI Valeria (Emilia Romagna)

SCHEDA ANGOLO GIALLO

Per il Collegio Sindacale della Gestione Separata Inpgi:

5 – GALLIZZI Stefano  (Lombardia)

9 – PASTERIS Vittorio (Toscana)

SCHEDA CON ANGOLO MARRONE
INPGI 1 Giornalisti in attività di servizio – Lombardia
Max 8 preferenze

BERTANI Davide – Lombardia Notizie

BONI Valerio – Freelance, ex Mondadori

BORZI Nicola Alessio – Freelance giornalista investigativo

11 FUMAGALLI Maria Ancilla – Ufficio stampa Comune di Brugherio

13 LIBELLI Marco – Il Sole 24 Ore

15 MONTANARI Andrea – Mf – Milano Finanza

16 PATARGA Alan Patrizio – TgCom24, NewsMediaset

20 STIGLIANO Daniela Aurelia detta Daniela  – Oggi, Rcs Mediagroup

INPGI 1 Giornalisti in attività di servizio – Lazio
Max 7 preferenze

1 – ALTIERI Francesca – Tg3

11 – FANTAUZZI Cistiano – AdnKronos

14 – MANTOVANI Alessandro – Il Fatto Quotidiano

15 – MAURIZIO Pier Angelo – Videonews Mediaset

19 – POLIDORI Elena G. – Quotidiano Nazionale

21 – RONDINELLI Giancarla – RaiUno

25 – TROMBIN Paolo – Tg5

INPGI 1 Giornalisti in attività di servizio – Campania
Dai una sola preferenza

4 – PIROZZI Alfonso – ANSA

INPGI 1 Giornalisti in attività di servizio – Sicilia
Max 2 preferenze

ALEPPO Orazio Maria – RAI
CICERO Alberto – La Sicilia

INPGI 1 Giornalisti in attività di servizio – Toscana
Max 2 preferenze

3 – MANZOTTI Michele – La Nazione
6 – ZAMBELLI Lucia – Regione Toscana

INPGI 1 Giornalisti in attività di servizio – Veneto
Dai una sola preferenza

2 -DE ROSSI Roberta – La Nuova Venezia

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SCHEDA CON ANGOLO BLU
Max 4 preferenze

INPGI 1 Collegio dei Sindaci – lista nazionale

ABRUZZO Francesco detto Franco (Lombardia)

 FRANZ Pierluigi (Lazio)

11 RONSISVALLE Luigi (Sicilia)

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QUANDO, COME E DOVE SI VOTA

Le elezioni per il rinnovo degli Organi Collegiali dell’Inpgi – Gestione principale e Gestione separata – si terranno nel mese di febbraio 2020. Si vota da casa via computer dalle ore 8.00 di lunedì 10 febbraio alle ore 22.00 di mercoledì 12 febbraio.Oppure si può votare presso il proprio seggio di appartenenza dalle 10:00 alle 20:00 di sabato 15 e domenica 16 febbraio 2020.

Questo il calendario:

  • Voto telematico– gli iscritti potranno votare per via telematica senza interruzione dalle ore 8:00 di lunedì 10 febbraio 2020 alle ore 22:00 di mercoledì 12 febbraio 2020 (ora italiana). I colleghi potranno votare utilizzando il proprio codice iscritto, la password personale e un codice PIN, generato in tempo reale al momento dell’accesso e recapitato via SMS sulla propria utenza telefonica mobile, tramite il sito web dell’Istituto (www.inpgi.it). Ogni iscritto potrà votare on line in pochi minuti, utilizzando un PC, uno smartphone, un tablet o ogni altro device collegato a internet, seguendo un semplice e veloce percorso guidato.
  • Voto al seggio– chi preferirà esprimere il proprio voto presso il seggio elettorale della Circoscrizione di appartenenza potrà recarsi personalmente presso i seggi elettorali istituiti presso gli Uffici di corrispondenza regionali, che resteranno aperti dalle 10:00 alle 20:00 delle giornate di sabato 15 e domenica 16 febbraio 2020.

Verifica ora la tua password per evitare intoppi al momento del voto:

Accedi ai dati personali al link:
https://www.servizi.inpgi.it/inpgi/authentication/login.jsp;jsessionid=eb7of9cc51

Inserisci il codice iscritto (proprio numero di posizione INPGI) e password.

Se non ricordi la password oppure il sistema dice che è scaduta. Richiedila compilando il modulo al link:
https://sitoservizi.inpgi.it/codice/RichiediCodice.aspx?ID=2

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