Vito Crimi: “Alleggeriamo l’INPGI dal carico degli ammortizzatori sociali”

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo Alberizzi e Laura Verlicchi
7 gennaio 2020

“Sull’INPGI fate il vostro lavoro, cioè indagini e investigazioni”. Così il senatore Vito Crimi, ex sottosegretario all’Editoria, che aveva avuto l’intuizione di convocare gli Stati Generali del settore, ha affidato a FaceBook la sua dura critica all’Istituto di Previdenza dei giornalisti e alla sua gestione opaca.  Senza Bavaglio ha raccolto l’invito: questa è la nostra intervista esclusiva al senatore Crimi.

Senatore, l’INPGI è il pilastro del welfare dei giornalisti: ma la sua situazione è ormai drammatica. I bilanci sono in profondo rosso, anche e soprattutto a causa del peso degli ammortizzatori sociali. Il nostro Istituto paga cassa integrazione, solidarietà, prepensionamenti che gravano sul suo bilancio. Pino Nicotri, che sedeva per Senza Bavaglio nel consiglio generale dell’INPGI, aveva chiesto più volte di affrontare il problema. Ma è sempre stato snobbato. Eppure togliere all’INPGI il peso degli ammortizzatori sociali sarebbe equo e doveroso.

“Certo. Quello affidato all’INPGI è infatti un fardello eccessivo. Durante i tavoli di discussione con i rappresentanti dei giornalisti, ho sollevato il problema proponendo di studiare come spostare a carico dell’INPS l’onere degli ammortizzatori sociali. Beh, voi non ci crederete: loro hanno sempre traccheggiato e non hanno mai sollecitato una discussione in proposito. Come se avessero paura di farsi sottrarre questo compito”

Secondo lei perché questa reticenza?

“Francamente non so proprio spiegarmelo. L’onere degli ammortizzatori sociali sta soffocando la Cassa. Se gli fossero sottratti l’Istituto potrebbe riprendere fiato. Alla FNSI non l’hanno capito”.

Vito Crimi in aula del Senato Courtesy ANSA/ ALESSANDRO DI MEO

Anzi, la FNSI ha accusato proprio lei  di voler sopprimere l’Istituto di Previdenza dei giornalisti e lasciarci senza pensioni, presenti e future.

“Niente di più falso e mi viene il dubbio che dietro queste insinuazioni ci sia la volontà di nascondere qualcosa. La verità è che ho cercato in tutti i modi di lanciare un allarme sulla conduzione di questa Cassa, sulla sua opacità e sulla impossibilità del mio governo di poter avere all’interno del CdA i rappresentanti in grado di vigilare a dovere. Intendevo capire com’è amministrata la Cassa e difendere gli interessi dei suoi iscritti. Ho tentato di stimolare un dibattito aperto e costruttivo sul futuro della professione giornalistica anche attraverso gli Stati Generali dell’Informazione e dell’Editoria, ma l’evento dedicato ai giornalisti è stato inspiegabilmente boicottato. Eravamo lì, pronti ad ascoltare, ma in pochi si sono presentati. Peccato, hanno sprecato un’ottima occasione per intervenire di persona e far sentire le proprie ragioni, preferendo una sterile polemica sui media”.

Anche noi abbiamo dubbi. Senza Bavaglio, assieme ad altri gruppi sindacali, ha raccolto più di cento firme di dirigenti degli enti dei giornalisti, in calce a una richiesta di trasparenza inviata alla presidente dell’INPGI. Non abbiamo avuto nessuna risposta.

“Mi domando perché continuino a difendere la segretezza degli atti. Un atteggiamento inconsueto per la categoria dei giornalisti, che giustamente chiedono trasparenza a tutti,  e si vedono sbattere le porte in faccia proprio dal loro ente previdenziale.  Addirittura, un gruppo di giornalisti ha fatto ricorso al TAR per costringere la dirigenza a mettere a disposizione tutta la documentazione sull’alienazione degli immobili. La sentenza è stata favorevole, ma l’INPGI ha fatto opposizione davanti al Consiglio di Stato. Perché si ostinano a non voler mostrare quei documenti?”

Incontro tra i vertici della FNSI e il senatore Vito Crimi quando era sottosegretario all’Editoria

Il sospetto di una cattiva gestione del patrimonio immobiliare  e delle sue dismissioni a questo punto sorge inevitabilmente .

“Certamente. Perché non vogliono dare informazioni su chi ha comprato gli immobili, quali immobili sono stai comprati e a quali cifre? Si sa che l’operazione dismissioni non sta dando i risultati sperati:  la società  che se ne occupa, Investire Sgr, non riesce a vendere  e non permette neanche agli inquilini di accedere alle prelazioni. Il rischio, come è emerso nelle audizioni, è che il patrimonio immobiliare dell’INPGI venga svenduto. In particolare, desta qualche perplessità la figura dell’avvocato Federico Freni, consulente dell’INPGI e della Lega di Salvini. Ha comprato un appartamento dell’INPGI proprio quando il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali leghista, Claudio Durigon, si stava occupando dei problemi del lavoro dei giornalisti. Per carità, non accuso nessuno, ma sarebbe bello sapere quanto è stato pagato quell’appartamento acquistato dall’avvocato”.

Massimo Alberizzimassimo.alberizzi@gmail.com Candidato all’INPGI nella lista pensionati
Laura Verlicchiverlicchilaura7@gmail.com Consiglio di disciplina Ordine Nazionale
twitter @sbavaglio

(1/2 – continua)

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