Reputella, la nostra marchetta quotidiana: Repubblica impastata con Nutella

Senza Bavaglio
Milano, 27 novembre 2019

La Repubblica della Nutella verrebbe da dire, o titolare. Perché, oggi, nella sezione di Economia e Finanza del quotidiano diretto da Carlo Verdelli (ex Rai, ex Condé Nast, ex Rcs) compare una paginata dedicata al successo, al boom, al fenomeno, dei nuovi biscotti del colosso dolciario di Alba (11 miliardi di fatturato, questo lo aggiungiamo noi di SB). Un prodotto destinato a scardinare la leadership della Mulino Bianco (Barilla), in Italia.

Ma cosa c’è di strano, anomalo, curioso, nel pezzo di oggi? Che si loda il risultato: 57 milioni di biscotti venduti in pochi mesi. Un record assoluto. Cose mai viste nella Penisola: 2,6 milioni di confezioni vendute, oltre 8 milioni di ricavi, a fronte dei 130 milioni investiti per lo stabilimento creato ad hoc per produrli e rispetto a un giro d’affari plurimiliardario.

Ma evidente a Repubblica, romana ma torinese per controllo (De Benedetti e Agnelli-Elkann, da Torino, Piemonte arrivano come i Ferrero, di Alba), ci tiene a sottolineare il risultato. In modo assai evidente. Con una foto che pare la reclame del prodotto stesso. Senza alcun riferimento visivo, fotografico ai manager dell’azienda, cosa che sarebbe stata più logica.

Perché è stato scritto il pezzo? Perché il numero di biscotti venduto è, per la testata, pari alla popolazione italiana – grave errore visto che secondo l’Istat a a inizio gennaio eravamo oltre 60 milioni, non 57 milioni – e quindi andava lodata l’azienda.

Curioso che non sia stato fatto un articolo al traguardo, più simbolico, dei 50 milioni di biscotti. E chissà cosa aspettarci quindi quando si arriverà alla soglia dei 100 milioni???????

Che poi la vera notizia che non viene detta è che su Amazon una confezione, che costa al supermercato 3 euro, viene venduta a 11,99 euro, quasi 4 volte il prezzo di listino. E scommettiamo che ci sarà gente disposta a investire quella somma per aggiudicarsi il famigerato biscotto by Nutella.

Tra l’altro, come chiosa, il prezzo di vendita viene indicato chiaramente nell’articolo del quotidiano, come se fosse necessario far sapere a tutti il costo (basso?) del nuovo prodotto.

L’articolo pro-biscotto di Alba, arriva due giorni dopo la paginata che Affari e Finanza, inserto ecomnomico del lunedì di Repubblica, ha dedicato un’intera pagina al boom della produzione di Fanta. Articolessa contenente almeno 3, se non 4, foto con i loghi di Fanta e Coca-Cola ben in evidenza.

Senza Bavaglio torna a chiedersi: ma perché questo sbilanciamento pubblicitario? Perché questa commistione tra informazione e advertising?

E allora Senza Bavaglio chiede all’Ordine nazionale dei giornalisti di intervenire sul caso – su questo e altri casi simili -, di prendere posizione chiara, netta, decisa, ferma e di redigere un testo ad hoc per ricordare a tutti i colleghi, direttori compresi, che esiste una deontologia professionale, esistono codici, regole e norme. E che ogni anno siamo tenuti a fare corsi di formazione obbligatori, molti dei quali di natura deontologica, per continuare ad affermare il principio che l’informazione è indipendente.

Senza Bavaglio
twitter @sbavaglio

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