Una riforma dell’Ordine che dia prospettive ai giovani giornalisti e ai nuovi media

Fabio Cavalera
Milano, 15 ottobre 2019

Cara collega, caro collega,

l’Ordine professionale così com’è ha poco senso ed è ora di dire chiaro che occorre una riforma semplice ma profonda. La legge del 1963 è datata e superata nei fatti.

Qualcuno sostiene addirittura che il nostro Ordine vada abolito del tutto. Dibattito aperto. I partigiani del colpo di spugna invocano l’esempio degli altri Paesi dove non esiste un’istituzione simile alla nostra e dove diverse sono le regole di accesso al giornalismo. Al contrario i partigiani dello status quo si arroccano sulla linea della conservazione.

Non mi interessa dire qui sì o no all’abolizione. Semmai voglio sottolineare che ogni Paese ha storia e tradizioni non esportabili e che comunque, ovunque ci si volti nel mondo occidentale, esistono organismi di autogoverno che vigilano sul corretto esercizio del diritto di cronaca e sul parallelo dovere (spesso dimenticato) che ci impone il rispetto della verità sostanziale e l’uso del linguaggio pertinente.

Non so se in Italia, con una politica (di ogni parte) così maldisposta e prepotente nei confronti del giornalismo, la via corretta sia quella di sposare semplicemente la causa abolizionista che rischia di aprire le porte a scenari preoccupanti. Anche se ammetto che a volte le nostre derive rischiano di giustificare le posizioni più estreme e di fare deragliare la discussione.

So però che così la situazione non regge più. Serve una nuova legge che consenta la formazione di professionisti preparati e seri, che dia opportunità e prospettive ai giovani, che si apra ai nuovi media, che premi l’etica del linguaggio di testimonianza (il nostro linguaggio) e che dia la possibilità di sanzionare severamente chi trasforma il giornalismo in un esercizio di volgarità, di insulti, di diffamazioni e di pubblicità occulta (in realtà spesso non tanto occulta). E’ tempo di passare dalle vuote parole a qualcosa di efficace e concreto. Tacere non serve. Altrimenti ne va della nostra credibilità.

Fabio Cavalera
Consigliere Ordine della Lombardia
Presidente Associazione Walter Tobagi

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