Speciale per Senza Bavaglio e per Critica Liberale
Enzo Marzo
Milano, 24 giugno 2019
Giornate pessime ed esaltanti per Vittorio Feltri. Deve pagare 25 mila euro per aver perduto una causa per diffamazione (ne siamo molto lieti), ma subito dopo ha un’intuizione geniale. Mi immagino quale brivido di gioia lo abbia percorso.
Prima l’antefatto. Da anni Feltri è in competizione con Sgarbi per chi è il più scurrile del nostro Paese. E spesso si strappano la maglia rosa l’un l’altro. Una gara, la loro, che non si concluderà mai. Pur di stare sul palcoscenico sono disposti a dire qualunque cosa. E certi giornalisti illustri, non migliori di loro, per aumentare di qualche zero virgola l’audience delle proprie trasmissioni, li invitano a patto che prima o poi alzino la voce e si producano in qualche turpe sceneggiata.
Sandro Ruotolo, Vittorio Feltri, Paolo Borrometi
Purtroppo per loro recitano malissimo entrambi e chi assiste si rende facilmente conto di come sia tutto finto e organizzato a tavolino. Sgarbi, pensate, perfino riesce ad aggredire verbalmente una pornostar mille volte più civile di lui. Feltri inventa titoli a 9 colonne di una volgarità da collezione, ma non riesce a frenare l’inarrestabile declino del suo giornale-trash. I due sono in gara anche per chi è il più trasformista. O per chi è il più devoto al padrone di turno. L’uno è per l’altro sicuramente un incubo notturno.
Questa volta Feltri guadagna punti. Pur di stare sulla ribalta della turpitudine quotidiana, dà un vero affondo, e per dimostrare quanto grande sia il suo coraggio anticonformista offende un moribondo definendo “terrone” Montalbano. E immediatamente un paio di giornalisti considerano la parola “terrone” la vera goccia che fa traboccare il vaso e si autosospendono dall’Ordine dei giornalisti (dimostrando di non conoscere nemmeno le regole dell’Ordine) finché il vecchio Feltri non sarà radiato. Il direttore di “Libero” ne ha combinate ben altre, altro che una miserabile opinione volgare… E tutti zitti, compreso l’Ordine.
Feltri avrebbe dovuto essere espulso in più occasioni per le sue violazioni della deontologia giornalistica (nel caso Boffo, una vera ignominia, il mio pseudonimo, Enzo Marzo, lo denunciò, ma l’Ordine lo condannò soltanto ad alcuni mesi di sospensione). In questo caso la categoria si solleva invece per la parola “terrone”? Che dopotutto è un’opinione stupida e vecchia come il cucco. Che Montalbano lo quereli per diffamazione. E Camilleri continui a disprezzarlo come spero abbia fatto da sempre (a proposito, auguri).
Cerchiamo di non perseguire Feltri per le sue guerre contro i neri, le bambine svedesi e il sesso delle sindache. Stiamo attenti all’”istigazione all’odio”, che semmai è questione che interessa la magistratura. Con le “opinioni”, ancorché penose, gratuitamente provocatorie, ridicole, bisogna essere prudenti, perché non si sa mai dove si vada a finire. Basterebbe invece ricordare a Feltri che lui è il patetico “pirla” di sempre, in affannosa ricerca di scandalo. (Anche “pirla” non è un termine nuovo, come “terrone”). Che triste fine.
Enzo Marzo
NdR: Pirla è un termine in uso in molti dialetti di area lombarda ed emiliana, in particolare nel dialetto milanese. In origine significava “trottola” e poi è passato a indicare l’organo sessuale maschile. Il lemma è utilizzato anche come insulto, (ma non nel nostro caso) con la connotazione di “stupido”. Wikipedia
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