Senza Bavaglio alla sfilata del 25 aprile: contro il nazionalismo anche nei giornali

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 26 aprile 2019

“Occorre fugare dal cuore degli uomini, l’idolo immondo dello Stato sovrano”. Così scriveva il giornalista Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica Italiana. Noi di Senza Bavaglio che ieri abbiamo partecipato con le nostre bandiere e con i nostri striscioni alla manifestazione per celebrare l’anniversario dalla Liberazione, abbiamo ricordato questo suo monito.

Lucia Bocchi tra Paolo e Ida

La parola sovranismo nel linguaggio attuale ha sostituito quella più conosciuta di nazionalismo. Con la prima si vogliono cancellare i connotati negativi che contiene la seconda. E perché allora, ci domandiamo, vogliamo ripulire quel concetto che anche Einaudi stigmatizzava?

Chiamiamo le cose con il loro nome. L’Italia sta scivolando lentamente, ma a passi sicuri, verso il nazionalismo con tutte le conseguenze del caso, anche sulla stampa e sulla sua libertà.

Occorre una svolta immediata, una presa di coscienza che porti i giornalisti a ripensare il proprio ruolo in una società che vuole e deve restare democratica. Un’esortazione che vale anche per gli editori.

Senza Bavaglio ha chiesto al governo – e lo ribadirà in occasione degli Stati Generali dell’Editoria e dell’Informazione – di varare al più presto una legge sul conflitto di interessi e una riforma – seria, democratica e svincolata dal potere dei partiti – della RAI, per ridare all’azienda di Stato l’indipendenza che si merita.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
twitter @malberizzi

Paolo, Paolo Crespi, Ida, Alessandra Dal Ri, Lucia Bocchi
Idem
Massimo Alberizzi, prima della parteza del corteo
Il gruppo di Senza Bavaglio sfila accanto ai soci del Circolo Carlo Rosselli
Assange libero, uno degli slogan comparsi alla manifestazione

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