Ex fissa: avanti a piccoli passi, mentre FNSI e INPGI fanno blocco

Diritto Ex Fissa
Roma, 23 febbraio 2018

Si è svolta il 21 febbraio 2018 presso la Sala stampa italiana la riunione informale del Comitato ristretto e allargato Diritto Ex Fissa, per un esame della situazione dopo le ultime iniziative di Fnsi e Fieg e le contromosse dei giornalisti creditori dell’Ex fissa. La riunione era estesa ad altri colleghi desiderosi di partecipare e di essere informati.

Era presente l’avvocato Maurizio Lanigra.

Presenti 16 giornalisti, qui in  elenco secondo l’ordine delle firme nel foglio presenze: Alessandro Di Lellis, Maria Novella Topi, Massimo Benedetti, Beniamino Natale, Marzia Giglioli, Anna La Stella, Romano Bartoloni, Guglielmo Pepe, Antonello Sette, Maria Elena Vasaio, Marida Lombardo Pijola, Paolo Boccacci, Arnaldo D’Amico,  Pier Vittorio Buffa, Fiammetta Cucurnia, Gianni Dragoni.

In apertura un collega esperto ha riferito sull’udienza svoltasi il 20 febbraio davanti al Tar del Lazio, nella quale sono stati discussi i ricorsi relativi al “contributo di solidarietà”, o meglio prelievo forzoso, deciso dall’Inpgi, senza una copertura legislativa, sulle pensioni superiori ai 38mila euro lordi annui. C’è stata un’unica udienza, la decisione del Tar è attesa entro un mese e mezzo circa. Alcuni giornalisti che hanno seguito l’udienza esprimono un moderato ottimismo.

Appare presumibilmente risolto in maniera positiva quello che si presentava come il primo, e pregiudiziale, problema di questa vertenza: lo scoglio della competenza o meno del Tribunale amministrativo a decidere in materia. Lo fa ritenere l’attenzione manifestata, nella udienza pubblica, dal Collegio giudicante ad ogni aspetto della materia, più volte dichiarata un “problema difficile” ma allo stesso tempo di “particolare interesse” da parte del presidente del Collegio. Tra l’altro, lo stesso presidente non ha neppure invitato gli avvocati a discutere la questione, che quindi è da ritenersi presumibilmente superata.

Resta, ovviamente, tema del tutto aperto che cosa i giudici decideranno nel merito sui ricorsi paralleli al Tar, uno dei quali presentato dagli avvocati Alfonso Amoroso e Carlo Guglielmi, per Demetrio De Stefano, Liliana Madeo e Salvatore Rotondo, del Comitato NoPrelievo. L’altro ricorso è di Marcello Sorgi e altri dieci colleghi.

E’ stata quindi fatta una relazione sull’Ex Fissa. Una puntuale ricognizione che ha sottolineato le complicità della Fnsi con gli editori, culminate nei due accordi “segreti” del 2016 e 2017 con i quali le parti sociali hanno cercato di azzerare gli interessi sulle somme dovute ai giornalisti, con effetto retroattivo. Gli accordi segreti sono stati scoperti da Puntoeacapo e pubblicati sul sito nell’ottobre 2017.

La relazione è arrivata fino alla situazione provocata dall’ultima “lettera di Natale” della Fnsi, che recepisce il tentativo degli editori di rottamare la fissa, con la proposta di transazione ai giornalisti creditori di questa prestazione a ricevere il 50, 55 o 60% di quanto ancora spettante, il muro di gomma dell’Inpgi, che ha sempre gestito il Fondo Ex Fissa (e fino al 2006 ne ha anche approvato i bilanci nel suo cda), ma non vuole essere coinvolto come “soggetto debitore”.

Il Fondo ex Fissa ha un debito per le prestazioni dovute stimato in circa 140 milioni, più ulteriori 10 milioni dovuti all’Inpgi per il rimborso di un prestito. Se l’onere delle prestazioni da corrispondere si ribaltasse sull’Inpgi il grave dissesto dell’istituto si accentuerebbe. Alla fine di quest’anno i giornalisti creditori dell’Ex Fissa dovrebbero salire dai 1.948 al 30 settembre scorso fino a 2.300-2.400.

L’avvocato Maurizio Lanigra ha riferito sulle iniziative legali delle ultime settimane: la “letteraccia” di diffida a sua firma inviata a Fnsi, Fieg e Inpgi in cui ha messo in evidenza le responsabilità del sindacato, i conflitti d’interesse, la mala gestio del Fondo Ex Fissa. Nessuno ha risposto.

L’altra iniziativa avvenuta seguendo i consigli dell’avvocato Lanigra è stata la lettera individuale di diffida che il Comitato Ex Fissa ha invitato molti giornalisti a inviare all’Inpgi, chiedendo anche la comunicazione del credito individuale.

Secondo voci, riferite nella riunione, le lettere inviate all’Inpgi sarebbero 300. Cioè ci sarebbero 300 colleghi che hanno seguito questo consiglio e di fatto hanno rigettato l’iniziativa della Fnsi che, pur complice degli editori nel tentativo di smantellare la fissa, ha aperto uno “sportello” per assistere i colleghi nel fare le transazioni proposte con la “letterina di Natale”. L’invio di queste lettere rappresenta un primo successo dell’attività del “nostro” Comitato, perché sconfessa le mosse della Fnsi e disconosce il suo “sportello”.

A questo punto si tratta di vedere cosa farà l’Inpgi. L’avvocato ha detto che in base alle norme sull’accesso agli atti l’Inpgi ha l’obbligo di rispondere comunque, entro 30 giorni, e deve rispondere anche se ravvisasse errori di procedura o nel modo in cui è formulata la richiesta di informazioni. Il consiglio dell’avvocato è di non rispondere alle telefonate della Fnsi, se dallo “sportello” sindacale dovessero arrivare chiamate a chi ha manifestato interesse ad accettare la transazione. Neppure vanno accettate proposte di transazione che venissero sottoposte dalla Fnsi. LANIGRA puntualizza che “il soggetto debitore è l’Inpgi”, perché è l’Inpgi che ha gestito il Fondo, le controparti stanno cercando di creare confusione e incertezza tra i giornalisti, anche con l’iniziativa dello “sportello” sindacale.

Se l’Inpgi non dovesse rispondere in via bonaria alle lettere di diffida con la richiesta di ogni giornalista di comunicare per iscritto qual è il credito individuale residuo da saldare, secondo Lanigra la successiva mossa da fare sarebbe un’azione legale di accertamento per obbligare l’Inpgi a comunicare a ogni giornalista i dati in suo possesso. “E’ come andare nella propria banca a chiedere l’estratto conto, te lo danno subito. L’Inpgi ha i dati di tutti e deve comunicarli ai richiedenti”, ha spiegato Lanigra . L’azione di accertamento “è rapidissima, un’azione-lampo. Il percorso è semplice e sostanzialmente non comporta dei rischi. Ha dei costi, naturalmente, che dovranno essere addossati alla controparte, perché non c’è un argomento giuridico che consenta all’Inpgi di negare la comunicazione della somma spettante ad ogni giornalista”. Questa eventuale azione non sarebbe un’iniziativa per ottenere il pagamento, fermo restando che l’obiettivo finale deve essere arrivare al pagamento della prestazione dovuta.

Sull’Ex Fissa Gianni Dragoni ha riferito le risposte date dalla presidente Inpgi Marina Macelloni e dalla direttrice generale Mimma Iorio alle domande fatte durante la commissione Finanza e Bilancio Inpgi del 15 febbraio da Dragoni, Paola Cascella e Pierluigi Franz.

Marina Macelloni

All’Inpgi c’è irritazione per le “molte lettere in fotocopia” inviate dai giornalisti. Sono le lettere inviate per iniziativa del “nostro” Comitato. Macelloni e Iorio respingono in toto l’idea che l’Inpgi possa essere considerato creditore, la sola domanda ha provocato il loro disappunto. E questo dimostra il nervosismo che c’è all’istituto per la vicenda.

“L’Ex Fissa è un fondo contrattuale completamente estraneo alla gestione dell’istituto”, ha detto Macelloni. “Il ruolo dell’istituto è solo per aver firmato una convenzione, nel 1995, incassare il contributo dell’1,50% sulle retribuzioni, depositarlo su un conto corrente e pagare le prestazioni. Le domande vanno rivolte alla commissione Fieg e Fnsi”. Macelloni ha detto che “il piano attuariale dell’Inpgi prevedeva l’erogazione al Fondo di una tranche di tre milioni nel 2018 del prestito già deliberato anni fa e finora versato per 12 milioni (su 35 milioni totali deliberati ). Ma l’Inpgi in queste condizioni non può dare nessun prestito al Fondo Ex Fissa, perché verrebbe bocciato dai ministeri vigilanti”.

Secondo Macelloni l’Inpgi potrebbe contribuire con una somma “X” solo se venisse individuata insieme alle parti sociali una soluzione per il Fondo, “una soluzione che tenga conto di tutto quanto serva per pagare sia le transazioni volontarie sia le rate di tutti gli altri aventi diritto”.

La d.g. Iorio ha detto che “è inutile che continuino ad arrivare dai giornalisti lettere in fotocopia, alle quali dovremo rispondere. Le lettere contengono degli errori, citazioni di norme sbagliate, il riferimento all’accesso agli atti, probabilmente lettere scritte da un avvocato, anche gli avvocati sbagliano”. Secondo Iorio “l’Inpgi non può essere debitore di somme di qualcosa che non è nel suo bilancio. Il debitore è il Fondo. La fissa non è una prestazione previdenziale, lo conferma il fatto che è soggetta a tassazione separata, perché data in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, non è soggetta alla tassazione ordinaria come ci chiedono i giornalisti residenti all’estero”.

L’avvocato Lanigra ha ripetuto che “è fuori di dubbio che l’Inpgi è obbligato al pagamento delle prestazioni”.

In conclusione, dopo un dibattitto con diverse domande di chiarimento, i partecipanti alla riunione informale hanno concordato su:

1)    consigliare ai colleghi che non l’hanno ancora fatto di inviare la diffida all’Inpgi con la richiesta dei conteggi del credito individuale, secondo la lettera già trasmessa nelle scorse settimane;

2)    non rispondere in alcun modo a eventuali telefonate dello “sportello” Fnsi, né accettare eventuali transazioni che venissero proposte dalla Fnsi: le transazioni – su consiglio dell’avvocato Lanigra – si possono fare solo con l’Inpgi, il soggetto finora tenuto a pagare e quindi il soggetto considerato debitore;

3)    riconvocare la riunione, nella forma di assemblea non più informale, entro il 20 marzo, per esaminare la situazione anche alla luce delle risposte (o mancate risposte) dell’Inpgi.

4)    Guglielmo Pepe ha proposto che il Comitato ristretto valuti la richiesta di un incontro con il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, come controparte alternativa al segretario Fnsi, Raffaele Lorusso.

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