ORDINE/Elezioni in vista. Fallito golpe dei pubblicisti. Sanzioni per chi non ha i crediti

Roma, 17 novembre 2016
Alessandra Fanelli, Simona Fossati, Nicoletta Morabito

ELEZIONI.
Il Presidente dell’Ordine Nazionale Enzo Iacopino, martedì 15 novembre, ha informato il Consiglio Nazionale nel corso della riunione a Roma, di avere convocato le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’Ordine dei Giornalisti.

I Consiglieri, nazionali e regionali, sono scaduti dall’incarico lo scorso maggio ma il Governo li ha prorogati fino al 31 dicembre 2016 per dare al Parlamento i tempi tecnici per approvare il Ddl 2271, il disegno di legge sull’Editoria.

Lo scorso 4 Ottobre, la Camera ha approvato in via definitiva il Ddl di riforma del settore dell’Editoria che disciplina anche l’Ordine dei Giornalisti, riducendo i Consiglieri Nazionali a un massimo di 60, di cui due terzi professionisti (40) e un terzo pubblicisti (20), compreso due per la tutela delle minoranze linguistiche. Al momento però si tratta di una “scatola semivuota”: mancano infatti i decreti attuativi.

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Secondo la legge n. 69 del 63, le elezioni devono essere indette dal Presidente in carica entro 40 giorni dalla scadenza del Consiglio (quindi entro il 20 novembre 2016). Ecco perché Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine Nazionale, ha indetto le prossime elezioni: prima convocazione 22 gennaio 2017, seconda convocazione 29 gennaio, eventuale ballottaggio 5 febbraio.

Così è! Al momento si andrebbe quindi ad elezioni con la legge attuale, eleggendo più o meno 150 Consiglieri Nazionali!

Ora la palla passa al Governo cui restano tre opzioni: a) promulgare entro il 20 novembre 2016 i decreti attuativi; b) studiare negli stessi tempi un nuovo sistema elettorale per il Consiglio Nazionale, evidentemente, vista la riduzione del numero dei consiglieri, con un collegio unico nazionale. c) prolungare ulteriormente il mandato degli attuali consiglieri per recuperare il tempo necessario per approvare i decreti attuativi della legge.

PUBBLICISTI: UN GOLPE ANNUNCIATO.
Le voci di corridoio giravano già dal mattino, ma i più non ne sapevano nulla. Fatto sta che il punto 4 dell’Ordine del Giorno del Consiglio Nazionale recita: “Quote Albo dovute al Consiglio Nazionale per il 2017”.

Nel frattempo viene convocata una riunione dove si presenta un documento e comincia una raccolta di firme tra i pubblicisti.

Alessandra Fanelli, membro del consiglio dell'Ordine per Senza Bavaglio
Alessandra Fanelli, membro del consiglio dell’Ordine per Senza Bavaglio

Il presidente Iacopino introduce il puno 4 all’Ordine del giorno: un documento che, attraverso norme e codicilli, spiega quanto sia possibile una differenziazione delle quote tra i giornalisti iscritti all’Ordine.

Il tesoriere Nicola Marini, propone al Consiglio, vista la crisi del settore, di mantenere, per il nono anno consecutivo, le quote invariate.

Inizia una discussione accesa con moltissimi interventi e si comincia a comprendere il nocciolo della questione: i pubblicisti, si sentono sotto rappresentati dalla nuova composizione del Consiglio Nazionale decisa dalla legge sull’editoria e quindi chiedono che sia dimezzata la quota ai 70.000 pubblicisti iscritti all’Ordine dei Giornalisti.

Gli interventi al microfono dei Consiglieri sono innumerevoli: chi punta alla riduzione della quota e si lamenta per la “sotto rappresentanza” futura dei pubblicisti e chi, invece, si chiede perché mai, in questo momento in cui è in gioco l’esistenza stessa del giornalismo, ci si voglia dividere. E poi, se riduzione delle quote deve essere, perché non per i disoccupati, per i precari, per gli sfruttati, per chi fa fatica ad arrivare a fine mese, sia esso professionista o pubblicista?

Nicoletta Morabito, membro del consiglio dell'Ordine per Senza Bavaglio
Nicoletta Morabito, membro del consiglio dell’Ordine per Senza Bavaglio

Dopo una vivace discussione, viene presentato un documento che richiede appunto la riduzione della quota ai pubblicisti: 58 sono i firmatari. Ma il dibattito acceso ha aperto le menti e chiarito molte cose. Si vota a scrutinio segreto. Infine passa la proposta di Marini: mantenere le quote invariate, uguali per tutti. 68 sì, 35 no (cioè meno dei firmatari della proposta), una bianca.

Formazione. Per effetto dell’articolo 7 del Dpr 137/212 dal primo gennaio 2014 anche i giornalisti devono assolvere alla formazione professionale continua. Così, il 31 dicembre 2016 scade il primo triennio.

Cosa succederà a chi non ha ottenuto il numero di crediti obbligatori nel triennio? E a chi invece nemmeno si è iscritto alla piattaforma Sigef? E a chi ha addirittura insultato l’Ordine, senza nemmeno considerare che l’obbligo della formazione continua deriva da una legge dello Stato e non da un’idea balzana dell’Ordine stesso?

Il vero errore è stato quello di non stabilire a priori le sanzioni. Dura lex sed lex. E quindi, volenti o nolenti, questi 60 crediti nel triennio si devono acquisire. Unica esenzione concessa a quei giornalisti che possono dimostrare di essere pensionati e senza reddito da attività giornalistica.

Gli iscritti all’Albo da più di 30 anni, che svolgono attività giornalistica a qualsiasi titolo, sono invece tenuti all’obbligo di formazione solo per l’acquisizione dei 20 crediti deontologici triennali.

Simona Fossati
Simona Fossati, membro del consiglio nazionale dell’Ordine per Senza Bavaglio

Durante la recente Consulta dei presidenti degli Ordini regionali sono emerse diverse opinioni. C’è chi propone la radiazione (non dimentichiamo che proprio la legge sull’Editoria rende più pesanti gli interventi in caso di esercizio abusivo della professione); c’è chi vuole lasciare un ulteriore tempo di tre mesi per permettere ai più di concludere i crediti mancanti (l’Ordine Nazionale ha messo a disposizione numerosi corsi online che da soli permettono di acquisire tutti i crediti necessari); chi auspica la censura e chi solo un avvertimento.

Ma alla fine ogni Regione agirà in modo autonomo e, quindi, il rischio è che per la stessa inadempienza un giornalista potrà essere “punito” in modo diverso, a seconda della sua residenza geografica!

Ai posteri l’ardua sentenza.

Alessandra Fanelli, Simona Fossati, Nicoletta Morabito
Consiglieri dell’Ordine Nazionale per Senza Bavaglio

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