Senza Bavaglio
Milano, 10 febbraio 2022
Dalla pagina Facebook di Noi Giornalisti Toscani, che esprime le istanze dell’opposizione, i consiglieri Stefano Fabbri e Michele Manzotti hanno deciso, dopo decisioni a colpi di maggioranza di tenere informati i colleghi sulle discussioni e i fronti aperti in consiglio. Questo il testo dell’ultimo post.
“L’ultima e recente riunione del Consiglio dell’Ordine della Toscana è stata densa e tesa su alcuni punti importanti. Ve li sintetizziamo di seguito dando conto della posizione dei consiglieri eletti con il sostegno di Noi giornalisti toscani e di Oltre, Michele Manzotti e Stefano Fabbri, ripromettendoci di entrare nel dettaglio prossimamente. Argomento su cui si è sviluppata un’accesa discussione è la proposta di Fabbri e Manzotti di attivare la registrazione audio del Consiglio regionale dell’ordine.
La registrazione non sostituisce certo il verbale che viene approvato nella riunione successiva, ma è anzi un aiuto per chi lo deve redigere. E’ una prassi normale, utilizzata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine, ma anche dal Consiglio di disciplina e da quasi tutti i consessi civili di rappresentanza. E’ uno strumento per verificare che tutto sia stato correttamente riportato evitando errori ed è uno strumento di trasparenza anche nei confronti dei colleghi che hanno eletto i consiglieri, oltre che ad essere un importante documento di archivio ed un eccellente elemento di moderazione del linguaggio.
Si è discusso anche delle nomine nella Fondazione Giornalisti della Toscana, l’organismo creato dall’Ordine per la formazione (ma non solo). Il giudizio espresso dai due consiglieri eletti con il sostegno di Noi giornalisti toscani e di Oltre ha cercato di superare la mera questione dei nomi tentando, inutilmente, di affrontare una riflessione più profonda sul ruolo e sui compiti della Fondazione, su ciò che ha fatto e soprattutto che non ha fatto. I due consiglieri, senza nessun impegno a un serio ripensamento sul ruolo della Fondazione, hanno scelto di non partecipare al voto o di astenersi e votare contro in alcuni casi per l’elezione del Comitato direttivo.
Altro punto dirimente il Consiglio di disciplina, dopo le dimissioni di una collega perché eletta nel Cdr del proprio giornale. La proposta del presidente Giampaolo Marchini è stata quella di una rosa di due colleghe dello stesso giornale, tra le quali il presidente del Tribunale dovrà scegliere il nuovo componente. Nel Consiglio di disciplina i colleghi non sono scelti in base al giornale, all’emittente o al sito web in cui lavorano, perché la sua composizione prescinde, e deve prescindere, da questo. Si è invece preferito usare una specie di “manuale Cencelli delle testate”. Sia chiaro: nessun dubbio e nessuna riserva sui due nomi presentati al Tribunale, certi che chi sarà nominata sarà comunque una buona scelta. Ma resta una critica forte al criterio “di testata” che peserà, suo malgrado, sull’intero Consiglio di disciplina”.
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