Speciale per Senza Bavaglio
Laura Verlicchi
Milano, 3 maggio 2023
Tirare per la giacchetta il ministero della Giustizia non è servito: bocciate per la seconda volta le regole ”creative” varate dall’Ordine dei giornalisti per modificare l’accesso alla professione. Che è fissato dalla legge istitutiva dello stesso Ordine e solo una legge lo può modificare, ribadisce il ministero. Sconfessato quindi il trionfalistico comunicato emesso il 28 marzo dal presidente dell’Odg Carlo Bartoli, dove assicurava che “in base al nuovo testo, frutto di una proficua e leale collaborazione con il ministero della Giustizia, i Consigli regionali dell’Ordine, nella loro autonomia, potranno procedere all’iscrizione al registro dei praticanti a seguito dell’accertamento del lavoro giornalistico svolto. Tale modalità consente, in aggiunta alle altre previste dalla legge, l’avvio del praticantato anche in assenza di una testata e di un direttore responsabile”.
Comunicato che ora dovrà essere rettificato, e con “assoluta urgenza”, impone la lettera inviata dal direttore generale del ministero, Giovanni Mimmo, ai presidenti dell’Ordine nazionale e regionali. In quanto “nessuna potestà regolamentare in materia di accesso al praticantato giornalistico è stata attribuita dal legislatore al Consiglio nazionale, viepiù ove questa si configuri- come nelle indicazioni metodologiche fornite dal Presidente – derogatoria alla fonte normativa primaria”, ossia la legge, che ancora l’iscrizione al registro dei praticanti al riferimento “diretto e ineludibile” a una testata e a un direttore responsabile.
E menomale, aggiungiamo: perché l’alternativa sarebbe una strada ambigua, che non garantirebbe uniformità di trattamento ai futuri giornalisti, affidati al giudizio, più o meno soggettivo, dei singoli Ordini regionali, senza parlare del rischio concreto di possibili commistioni con marketing, pubblicità e simili. Un papocchio, insomma, e non certo la risposta ai problemi del “nuovo giornalismo”, come la maggioranza che governa l’Odg tenta di far credere.
La strada giusta è un’altra, che però presuppone una strategia e una visione globale della professione, cominciando, magari, dalla lotta alla piaga del lavoro gratuito. Questo è il compito dell’Ordine: vedremo se ne sarà all’altezza.
Laura Verlicchi
verlicchilaura7@gmail.com
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA
Carlo Verna al Punto Senza Bavaglio: Così la riforma dell’accesso è una porcata
Vuoi contattare Senza Bavaglio? Manda un messaggio WhatsApp con il tuo nome e la tua regione di residenza al numero +39 345 211 73 43 e ti richiameremo. Specifica se vuoi essere iscritto alla Mailing List di Senza Bavaglio e/o di Africa Express per ricevere gratuitamente via whatsapp le news del nostro quotidiano online.
Leave a Comment