EQUO COMPENSO/La FIEG (e la sua costola FNSI) sconfitte al Tar

Giustizia è fatta e tutto da rifare, per ora e per fortuna. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha sentenziato che il capolavoro architettato dalla FIEG con la complicità attiva di FNSI e INPGI è da ritenersi annullato.

L’equo compenso, così com’è stato approvato, almeno per quel che riguarda le tabelle, “introduce parametri di equo compenso non proporzionati alla quantità e qualità del lavoro svolto, e del tutto insufficienti a garantire un’esistenza libera e dignitosa al giornalista autonomo, in quanto le tabelle riconoscono e legittimano un sistema di lavoro a pezzo o a chiamata che vede aumentare la forza contrattuale degli editori, essendosi in realtà la Commissione limitata a fissare una sorta di minimo garantito, che peraltro non corrisponde all’equo compenso”.

Già, alla fine – come avevamo sottolineato anche noi di USGF e di Senza Bavaglio – ha vinto quell’articolo 36 della Costituzione che anche il governo aveva volutamente ignorare. Detto questo però, i giudici amministrativi hanno anche ritenuto che l’equo compenso, “neppure può corrispondere alle tariffe del ricorrente Ordine, che eliminerebbero ogni margine di contrattazione atto a valorizzare il rapporto di proporzionalità fra quantità e qualità del lavoro specificamente svolto, in contrasto con le indicate finalità della legge”.

Dunque, e ringraziando il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino autore del ricorso, la commissione governativa dovrà riesaminare e riapprovare la delibera. E questa volta, pur con tutti i dubbi possibili e immaginabili, in un contesto diverso. Primo, perché si dovrà pur tenere conto di quanto affermato dal TAR del Lazio. Secondo, perché questo sarà un banco di prova fondamentale per il nuovo vertice del sindacato, che dovrà dirci se ha voglia di rompere col passato recente, quello di Giovanni Rossi e Franco Siddi, ma anche se ha voglia di tornare a fare quel che dovrebbe: difendere i giornalisti.

Lo stesso discorso, almeno in parte, vale anche per l’INPGI, che oltre ad essere già al centro dell’attenzione per altre situazioni quantomeno discutibili, si trova in pieno periodo pre-elettorale con lo stesso duo Rossi-Siddi in malaugurata prima fila alla corsa per la presidenza.

Tornando all’atto pratico, ricordiamo che la commissione che dovrà rielaborare e riapprovare il regolamento attuativo della legge è composta da 3 giornalisti (i presidenti di OdG, FNSI e INPGI), 3 rappresentanti del governo e uno solo della FIEG. Insomma, siamo daccapo. In teoria basterebbe conquistare un solo voto politico per ottenere un equo compenso che tale sia. In pratica, boh! Visto che l’altra volta finì con il solo Iacopino a votare contro.

In tutto questo rimane il piccolo rammarico che questa sentenza sia arrivata dopo le elezioni della FNSI. Però c’è anche l’ottimismo di una lieta soluzione e, tanto che ci siamo, che tutto questo possa essere di aiuto all’altro ricorso, quello contro il contratto nazionale.

Per quanto ci riguarda, noi di USGF, come nella scorsa edizione ci daremo da fare. Certo allora non ci hanno ascoltato, d’altronde il sindacato era impegnato a tramare con gli editori, questa volta chissà… almeno un piccolo consiglio, poi prendetevi pure i meriti.

 

Fabio Gibellino
USGF – Unione sindacale giornalisti freelance

 

Condividi questo articolo