In questi giorni il servizio d’apertura del sito Fnsi è dedicato a un documento di 16 associazioni regionali di stampa. Decifrando a fatica il sindacalese strettissimo di chi da anni non scrive un pezzo destinato alla pubblicazione, si arriva a capire che i dirigenti di quelle associazioni appoggiano Franco Siddi e la contestata bozza di contratto nazionale che il segretario vorrebbe firmare il più presto possibile.
Sarebbe interessante appurare quanti di questi dirigenti hanno consultato la base, i giornalisti che lavorano nelle regioni che rappresentano. Anche senza conoscere questo dato, tuttavia, è facile capire che le sedici associazioni regionali costituiscono, nel sindacato dei giornalisti italiani, una schiacciante minoranza.
Secondo i dati disponibili, alla fine del 2013 i colleghi iscritti al sindacato erano 19.618. Un censimento tutt’altro che affidabile. Per la Sicilia e la Calabria le cifre mancano del tutto. Sugli 872 iscritti di Napoli non scommetterebbe una scimmia ubriaca, in attesa che la magistratura penale sbrogli il colossale, maleodorante casino combinato dai fedelissimi della segreteria FNSI.
La Sardegna, regione di Siddi, è un caso unico: un esercito di 891 “collaboratori” supera di quasi due volte il numero dei “professionali”, e porta il sindacato isolano a sfiorare il terzo posto in Italia per numero d’iscritti. Ma questi dati difettosi restano gli unici su cui si può ragionare.
Bene, di quei 19.618 giornalisti ben oltre la metà, 10.619 per la precisione, appartengono alle tre associazioni regionali che si sono ben guardate dal sottoscrivere il documento di appoggio a Siddi e alla bozza contrattuale: la Lombarda (5.751 iscritti), la Romana (4.049) e la Subalpina (819). E se Milano e Torino, per ora, si limitano a tacere, Roma ha convocato una grande assemblea di tutti gli organismi della categoria. Una consultazione larghissima che ha portato all’approvazione di un documento che chiede di riaprire le trattative con gli editori e con il governo, riscrivere la piattaforma, tornare a consultare gli organismi sindacali nazionali e sottoporre un eventuale accordo a referendum preventivo.
E’ evidente, a questo punto, che se Siddi e gli attuali vertici forzeranno la mano e sigleranno la bozza d’accordo, saremo di fronte all’ennesimo colpo di mano di una prepotente minoranza del sindacato nei confronti della maggioranza degli iscritti. Speriamo almeno che non godano, questa volta, della spensierata complicità dell’USIGRAI, il sindacato dei giornalisti del Paese delle Meraviglie, in cui da decenni tutto il peggio dei contratti nazionali viene neutralizzato da invidiabilissimi contratti integrativi aziendali.
Michele Concina
700 giornalisti hanno già firmato la petizione per chiedere di convocare il Congresso anticipato della FNSI, bloccare la firma di questo sciagurato contratto e ridiscutere una piattaforma contrattuale seria. Firma anche tu, qui:
Leave a Comment