Consigli per il voto nel Lazio: chi ha remato contro i giornalisti e chi a favore

Senza Bavaglio
Roma, 19 febbraio 2018

Il Lazio si accinge a tornare alle urne, oltre che per le politiche, anche per il rinnovo del Consiglio regionale che la scorsa estate ha approvato una norma per l’applicazione del contratto giornalistico ai colleghi degli uffici stampa della Regione. Si ripropongono all’elettorato alcuni protagonisti della lunga querelle che ha portato a questo “importante risultato raggiunto dopo anni di consapevoli e lucide battaglie sindacali”, come ha riferito la segreteria dell’Associazione Stampa Romana. Vediamo chi sono.

Marta Bonafoni ha sostenuto fino all’approvazione la norma per l’applicazione del contratto giornalistico negli uffici stampa della Regione Lazio. Si ricandida nella lista civica Zingaretti.

Cominciamo dai “cattivi”, iniziando dal governo Gentiloni che ha impugnato la norma innanzi alla Corte costituzionale e dalla giunta del governatore Nicola Zingaretti che s’è guardata bene dal costituire l’ente in giudizio innanzi alla Consulta. Ciò nonostante le sollecitazioni in tal senso e la disponibilità da parte di Stampa romana e Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) a coadiuvare con i propri legali di fiducia l’avvocatura regionale. La norma approvata lo scorso 5 agosto sarà dunque orfana agli occhi della Corte che si pronuncerà senza alcun contraddittorio, presumibilmente tra la fine di quest’anno e i primi mesi del 2019.

Si ricandida anche Valentina Corrado,  prima firmataria di un emendamento del Movimento 5 Stelle a favore del contratto giornalistico.

Si ricandida il presidente del Consiglio regionale uscente, Daniele Leodori, in lista nel Partito democratico nella provincia di Roma. Il suo quinquennio da presidente è stato caratterizzato da una politica vessatoria ai danni dei colleghi in servizio nell’ufficio stampa istituzionale del Consiglio, penalizzati nel trattamento accessorio, proprio per espressa volontà di Leodori il quale, nel corso di un incontro al tavolo tra amministrazione di via della Pisana e Stampa Romana, ha addirittura sostenuto la necessità di dimezzare il numero dei giornalisti dell’ufficio stampa, a suo dire per tagliare i costi della politica. Proprio lui che, tanto per dirne solo una, ha dato vita al pletorico “Servizio tecnico-Europa” con ben 27 addetti, evidentemente pensato per collocare amici e sodali, non certo per tagliare i costi della politica.

Si ripropone all’elettorato anche la consigliera regionale Silvana Denicolò (M5s) che ha sottoscritto  un emendamento per l’applicazione del Cnlg in Regione assieme ai consiglieri del Movimento 5 stelle  Corrado, Pernarella, Perilli e Porrello.

Tra i franchi tiratori che si ripresentano all’elettorato va annoverato anche il capogruppo del Pd, Massimiliano Valeriani, il quale aveva sostenuto lo stralcio della norma sul contratto giornalistico dalla legge sulla comunicazione con questa motivazione: “Sarebbe un bel problema, se invece del contratto nazionale che viene applicato a tutti i profili venissero applicate le tabelle degli ordini professionali cui i dipendenti sono iscritti”.

Pollice verso, dunque, per Leodori, Valeriani e per Zingaretti, funzionario del partito democratico nuovamente candidato alla presidenza della Regione, nel cui ufficio stampa si applica il contratto giornalistico, come invece non avviene in Consiglio regionale, a dispetto del più elementare principio di equità.

Gaia Pernarella (M5s), consigliera regionale uscente, si ricandida nella lista provinciale di Latina.

Ma adesso andiamo a vedere chi sono i “buoni”. Poiché c’è la possibilità del voto disgiunto, si può non votare per Zingaretti alla presidenza, scegliendo però nel contempo uno o due candidati a sedere nell’Aula consiliare di via della Pisana appartenenti a una lista che lo sostiene (se si esprimono due preferenze, una deve essere per un candidato uomo, l’altra per una donna). Quindi, pur non votando il fratello del commissario Montalbano alla presidenza, si potrà votare per la consigliera regionale uscente Marta Bonafoni, collega giornalista candidata nella lista civica Zingaretti.

All’ex direttrice di Radio Popolare va il merito di aver perseguito per ben tre volte l’obbiettivo di vedere una legge regionale riconoscere l’applicazione del contratto giornalistico: come prima firmataria della legge sulla comunicazione, come prima firmataria dell’emendamento, poi ritirato a causa delle pressioni del Pd, alla legge di stabilità regionale 2017 e, infine, durante la lunga maratona d’Aula nella notte tra il 4 e 5 agosto dell’anno scorso che ha portato all’approvazione della norma poi impugnata dal governo.

Gianluca Perilli (M5s), consigliere regionale uscente, è candidato al senato nel collegio Lazio 1.

E’ stata Marta Bonafoni a giungere a una sintesi tra l’emendamento presentato dai consiglieri del Movimento 5 stelle Valentina Corrado, Silvana Denicolò, Gaia Pernarella, Gianluca Perilli  e Devid Porrello, e quello del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Storace, arginando nel contempo il tentativo dell’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore, di vanificare l’efficacia della norma con una sua insidiosa modifica al testo dell’ultimo minuto.

Storace non si ricandida, ma chi intende votare per il Movimento 5 stelle alle regionali (candidata alla presidenza: Roberta Lombardi) ha più scelte possibili (si possono esprimere anche due preferenze, in questo caso un uomo e una donna della stessa lista): Corrado, Denicolò e Porrello (lista provinciale di Roma) e Pernarella (Latina), perché nuovamente candidati alle regionali. Perilli, invece, si presenta all’elettorato per un posto al senato, nel collegio plurinominale Lazio 1.

Devid Porrello (M5s), consigliere regionale uscente, si ricandida.

Hanno sottoscritto l’emendamento riformulato e poi approvato dal Consiglio anche i consiglieri Baldassarre Favara (Pd) e Piero Petrassi (Centro democratico), firmatari a suo tempo, assieme alla consigliera Bonafoni e al consigliere Daniele Fichera (Psi), dell’analogo emendamento presentato alla legge sulla comunicazione prima e alla legge di Stabilità 2017 poi. Favara e Petrassi questa volta non sono in lizza, mentre Fichera è candidato nella lista “Insieme con Zingaretti”.

Lo sforzo dei consiglieri regionali del Lazio è stato apprezzato dai loro colleghi della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, i quali hanno approvato un emendamento, presentato in commissione della Giunta guidata da Debora Serracchiani, che ricalca la norma del Lazio e che si trova adesso nella recentissima legge regionale “Norme per il sostegno e la valorizzazione del sistema informativo regionale” (legge 5 del 9 febbraio 2018, vedi nota).

Daniele Fichera (Psi), consigliere uscente, candidato nella lista Insieme per Zingaretti.

Benché sia stata poi cancellata, va ricordata anche un’altra norma della legge di Stabilità 2017 che prevedeva l’applicazione del contratto giornalistico ai colleghi dei gruppi consiliari. Anche in questo caso, il governo ha impugnato la norma innanzi alla Corte costituzionale, cosicché il Consiglio l’ha cassata. Tale emendamento venne proposto dai consiglieri di centrodestra Forza Italia, Antonello Aurigemma, Mario Abbruzzese, Adriano Palozzi, Giuseppe Simeone.

Tutti loro, tranne Abbuzzese, sono candidati alle regionali nelle liste di Forza Italia che sostengono Stefano Parisi alla presidenza (Aurigemma e Palozzi nella provincia di Roma, Simeone a Latina). Abbruzzese è candidato alla camera per le liste di centrodestra nel collegio uninominale di Cassino.

La sede della Giunta regionale del Lazio a Roma.

E’ bene ricordare alla vigilia del voto chi ha sostenuto questa battaglia sacrosanta dei giornalisti italiani portata avanti da Ugo Degl’Innocenti, uno dei fondatori di Senza Bavaglio e delegato di Stampa romana in Consiglio regionale, e a chi ha remato contro. E non resta che augurare il successo elettorale a tutti i consiglieri in corsa che hanno creduto nelle ragioni degli addetti stampa del Consiglio regionale del Lazio, sostenendo il principio che ai giornalisti va applicato il contratto di categoria sempre e dovunque, anche nella pubblica amministrazione, dove i giornalisti lavorano a garanzia della trasparenza, del pluralismo e di una corretta informazione.

Senza Bavaglio

Nota: la norma sul contratto giornalistico approvata dal Consiglio regionale del Lazio nella notte tra il 4 e il 5 agosto 2017 è stata sostanzialmente riportata, con qualche piccola modifica che ne amplia l’ambito d’applicazione, in una recentissima legge della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

Così recita l’articolo 1, comma 3, della legge regionale 9 febbraio 2018 n. 5, “Norme per il sostegno e la valorizzazione del sistema informativo regionale” (pubblicata sul supplemento ordinario del Bur Friuli Venezia Giulia n. 7 del 14 febbraio 2018):

“3. Nelle more dell’attuazione di quanto previsto dall’articolo 9, comma 5, della legge 7 giugno 2000, n. 150 (Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni), al personale iscritto all’albo dei giornalisti che presta servizio presso gli uffici stampa istituzionali delle amministrazioni del comparto unico del Friuli Venezia Giulia e degli enti del Servizio sanitario regionale si applica il contratto nazionale di lavoro giornalistico.”

Così l’articolo 17, comma 97, della legge della Regione Lazio n. 9 del 2017:

“97. Nelle more dell’attuazione di quanto previsto dall’articolo 9, comma 5, della legge 7 giugno 2000, n. 150 (Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni) al personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti che, a seguito di specifico concorso, presta servizio presso gli uffici stampa istituzionali della Giunta e del Consiglio regionale, si applica il contratto nazionale di lavoro giornalistico.”

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