La bufera che sta investendo il mondo dell’editoria lascia dietro di sé morti e feriti. Le aziende colgono al balzo l’occasione che viene loro offerta da un contratto scellerato che consente agli editori di chiedere l’avvio di piani di ristrutturazione anche soltanto in previsione di una diminuzione di copie.
Senza Bavaglio ha più volte denunciato questa inaudita stortura che avrebbe portato a una profonda devastazione delle redazioni. E’ quello che sta accadendo adesso.
I BILANCI
Le aziende lamentano bilanci in rosso e previsioni catastrofiche. Ma la FNSI quasi mai si prende il disturbo, prima di avviare una trattativa, di controllare i bilanci, molti dei quali non sono per nulla chiari e potrebbero nascondere perdite inesistenti. Qualunque vertenza oggi parte dall’assioma: c’è la crisi, gli editori stanno perdendo copie e denaro, dunque permettiamogli di ristrutturare (che spesso significa licenziare).
Nessuno informa i CdR che quando la loro azienda chiede al Ministero del Lavoro la concessione di uno stato di crisi, possono inviare le loro osservazioni in proposito. Per esempio che non sono d’accordo sulla richiesta perché mira a licenziare alcuni giornalisti. In realtà è la FNSI o l’associazione territoriale di Stampa che dovrebbe dare questi pareri (e la logica vorrebbe che li chiedesse ai giornalisti interessati) ma i dirigenti che governano il nostro sindacato si guardano bene dal mettere i bastoni tra le ruote del manovratore. La FNSI non contesta, ma accetta pedissequamente la richiesta che potrebbe essere immotivata.
MINISTERO DEL LAVORO
Le contestazioni, se hanno una base di fondamento, sono prese in considerazione dal Ministero del Lavoro perché la concessione di fondi immotivati può configurare diversi reati. Come ha ricordato in una lettera alla redazione del Corriere della Sera il collega Sebastiano Grasso (http://it.groups.yahoo.com/group/senzabavaglio/message/5869 ), gli articoli 316 ter del Codice Penale (“Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”) e 640 bis (Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche), puniscono anche con la reclusione chi riceve contributi non dovuti.
Al Ministero del Lavoro quindi controllano minuziosamente le eccezioni che vengono sollevate sull’erogazione di fondi. Anche se inquieta un episodio accaduto qualche mese fa e riportato da Senza Bavaglio: http://it.groups.yahoo.com/group/senzabavaglio/message/5811
Francesco Cipriani, il dirigente del ministero del Lavoro che si occupava dei fondi alla stampa – ha spiegato Marco Palombi – ora lavora alla FIEG, la Confindustria degli editori, secondo cui non c’è alcun conflitto di interessi: “Cipriani ha semplicemente cambiato lavoro, come i giornalisti che passano da un quotidiano all’altro”.
CORRIERE DELLA SERA
Il caso del Corriere della Sera è emblematico di come le cose non vadano poi tanto male. Il direttore, Ferruccio De Bortoli, rassicura i giornalisti: il giornale va bene, sentiamo la crisi ma siamo in grado di scrollarcela di dosso. Eppure, il CdR accetta di discutere la richiesta di stato di crisi, e ciò nonostante accordi precedenti escludessero questa possibilità per tutto il 2013.
Nell’accordo, inoltre, il Cdr ha negoziato la regolarizzazione di alcuni colleghi precari, barattandola con l’allontanamento di una serie di vecchi giornalisti. Uno scambio sconcertante, che in qualche modo “legalizza” la guerra vecchi/giovani e dimostra come le dirigenza del sindacato abbia ormai assunto il punto di vista padronale a proposito del conflitto generazionale. Un errore macroscopico, denunciato anche da Tito Boeri, in un interessante articolo (http://it.groups.yahoo.com/group/senzabavaglio/message/5871 ) nel quale dimostra, dati alla mano, che solo una minima parte dei posti lasciati liberi dai “vecchi” è occupata dai giovani e che la produttività aziendale è maggiore laddove l’inserimento dei giovani avvenga non per sostituzione ma in affiancamento ai dipendenti con maggior anzianità.
Nelle settimane in cui si discuteva dell’aumento di capitale di Rcs, Diego Della Valle, uno degli azionisti di peso, seppur uscito dal patto di sindacato, ha dichiarato che anziché parlare di ristrutturazione, si sarebbe dovuto cambiare marcia e discutere di investimenti. Peccato che a nessun nostro sindacalista sia venuto in mente di incontrarlo per conoscere i suoi progetti.
I PERIODICI RCS
Alla periodici la situazione è drammatica. L’azienda chiede di “rottamare” un centinaio di giornalisti fra chiusure e cessioni a terzi di testate. La FNSI sbraita: “Non accetteremo né cassa integrazione a zero ore, né vendite di testate”. E’ finita con la cessione di 5 testate alla Prs di Bernardini de Pace e la cassa integrazione a zero ore fino a febbraio per i colleghi delle 5 testate chiuse. Complimenti!
La cassa a zero ore è spesso l’anticamera del licenziamento, soprattutto se, come in questo caso, è la conseguenza della cessazione delle pubblicazioni e l’editore può quindi sostenere che gli esuberi sono strutturali. Nata per dare un po’ di respiro alle aziende in crisi e dare il tempo di ricollocare i lavoratori, viene utilizzata dagli editori, con la complicità degli attuali dirigenti del sindacato, per allontanare i giornalisti.
LA LETTERA MISTERIOSA
Purtroppo, e lo diciamo a malincuore, la FNSI ha fallito su tutta la linea a cominciare dal fatto che la gestione della vertenza è stata affidata a un dirigente sindacale dipendente della RCS. Un inaccettabile conflitto di interessi che Senza Bavaglio ha già denunciato senza, purtroppo, alcun seguito. Anzi, invece di sostituire il negoziatore, il segretario della Fnsi ne ha di fatto avallato l’operato, intervenendo agli incontri conclusivi della vertenza, ma senza modificare in alcun modo l’impostazione della trattativa portata avanti fino a quel momento.
La vertenza Rcs resta un enigma difficile da dipanare. Molti gli aspetti incomprensibili, dall’inspiegabile immobilismo del CdR dei Periodici, alla cappa di omertà calata su tutta la vicenda fin dal suo inizio, fino al mistero della lettera con cui l’azienda annunciava l’intenzione di aprire le procedure previste dall’allegato D e che FNSI, Lombarda e Cdr tengono gelosamente nascosta. Perché? Che cosa contiene quella missiva che non si vuole far sapere? http://it.groups.yahoo.com/group/senzabavaglio/message/5860
ATTACCO ALLA HEARST
Alla Hearst la cose non stanno andando per il meglio. Contratti di solidarietà e cassa integrazione, anticamera dei prepensionamenti o licenziamenti. Ma qualcuno ha visto i bilanci, li ha fatti controllare da un serio analista? Le aziende editoriali stanno applicando la vecchia filosofia: mi tengo i guadagni e socializzo le perdite. Ma la grande alleanza che guida attualmente la FNSI sembra non accorgersene e asseconda in ogni modo i desiderata degli editori.
Fino al punto di suggerire ai colleghi che conviene dimettersi subito, senza aspettare la firma del ministro per l’attuazione dei prepensionamenti. A supporto di questa indicazione dicono che i prepensionandi avrebbero gli arretrati della pensione, mentre in cassa integrazione dovrebbero accontentarsi di 1000 euro al mese, sottovalutando e di fatto tacendo che la dimissioni date senza clausole di garanzia sono pericolosissime, perché fanno perdere lo status di dipendente, senza avere come contropartita nessuna certezza del futuro.
IL RUOLO (PERSO) DEL SIDANCATO
E’ ovvio che a guadagnare dalle dimissioni é solo l’azienda. Ma questo il sindacato non lo dice. Dovrebbe essere il sindacato regionale e prima ancora la FNSI a stabilire in maniera rigorosa la modalità delle dimissioni e degli accessi ai prepensionamenti senza abbandonare i giornalisti nelle maglie feroci della trattativa individuale.
Ma se è il singolo a doversi far carico della tutela dei propri diritti e interessi, a che serve il sindacato? Che fine ha fatto il suo ruolo? Il segno più evidente del fallimento di questa dirigenza sindacale arriva proprio dai colleghi coinvolti da queste vertenze che hanno deciso di rivolgersi ai legali per impugnare gli accordi firmati.
Senza Bavaglio
Dal sindacato antagonista al sindacato protagonista
Sulla vertenza RCS vedi anche:
RCS/Sconfitti i giornalisti abbandonati dal sindacato
https://www.senzabavaglio.info/index.php?option=com_content&view=article&id=634:rcssconfitti-i-giornalisti-abbandonati-dal-sindacato&catid=1:ultime&Itemid=37
RCS/Una guerra con morti e feriti, ma il sindacato non se ne accorge
https://www.senzabavaglio.info/index.php?option=com_content&view=article&id=633:rcsuna-guerra-che-provochera-morti-e-feriti-ma-il-sindacato-sembra-non-accorgersene&catid=1:ultime&Itemid=37
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