STAMPA ROMANA/Salta il banco alla Consulta freelance

 

Si sono consumate nel più assordante silenzio – e non hanno provocato nessuna presa di posizione dai parte dei vertici dell’Associazione Stampa Romana – le dimissioni di Maria Giovanna Faiella da vice-presidente della Consulta romana dei free-lance e da membro autorevole della Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della FNSI. Eppure, le motivazioni che Maria Giovanna ha dato – pubblicamente, sulla pagina Facebook della Consulta – avrebbero meritato un maggiore rispetto.

Ed era doveroso cogliere questa occasione per aprire un dibattito serio  su quello che il Sindacato, a livello nazionale e locale, sta facendo per risolvere in concreto l’annosa piaga del precariato.

Nella sua accorata denuncia, Maria Giovanna scrive fra l’altro, chiaro e tondo:

1) che la Consulta romana “non funziona” (e chissà, aggiungiamo noi, se c’entra il fatto che la sua Presidenza latita da tempo, tant’è che la Faiella scrive: “non la vedevamo e non la sentivamo dal mese di novembre”);

2) che, nonostante le affermazioni di principio – e “la buona volontà di  alcuni colleghi illuminati come Paolo Butturini – il nostro Sindacato è ancora oggi il sindacato dei dipendenti oppure dei signorsì che occupano poltrone e dei signori delle tessere”;

e infine

3) che nel nostro Sindacato si trattano ancora i colleghi autonomi, freelance e precari “non come dei professionisti alla pari, ma come degli sfigati che non sono riusciti ad avere un contratto”.

Evito di continuare ma ce n’è abbastanza, mi pare, perché si apra all’interno dell’Associazione Stampa Romana un confronto aperto, non edulcorato e che sia del tutto chiarificatore. Aggiungo inoltre che a dicembre del 2010, quando sono stati nominati i nuovi vertici della Consulta freelance, ci eravamo permessi di criticare le scelte fatte, sia nel merito che nel metodo.

Contestavamo soprattutto il fatto che fossero nomine calate dall’alto, quando invece ci sembrava opportuno che fosse un’Assemblea dei freelance romani ad esprimere i propri rappresentanti in senso al Sindacato. In tal modo si sarebbero anche evitate discutibili cooptazioni, di stampo politico e non certo meritocratiche. I fatti, direi, ci hanno dato ragione.

La questione adesso si ripropone, sostanzialmente immutata. E sia le dimissioni che la denuncia di Maria Giovanna Faiella rendono quanto mai necessario ed improrogabile un chiarimento. Invitiamo perciè il Segretario dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini, a dare dimostrazione di quella “buona volontà” di cui Maria Giovanna gli dà atto, e restiamo in attesa degli sviluppi.

 

Amedeo Ricucci
Senza Bavaglio
Membro del Consiglio Direttivo di Stampa Romana

 

 

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