E’ vero siamo in troppi. E’ vero prima chi non aveva la stoffa si metteva a fare uffici stampa o comunicazione aziendale o trovava posto nella stampa dedicata. E’ vero: le scuole di giornalismo dovrebbero diventare delle laurea universitarie con corsi di storia contemporanea, comunicazione, sociologia e non so cos’altro e NON dare accesso alla professione, quindi non ammettere gli studenti all’esame a Roma.
La creazione di decine di scuole e corsi vari ha creato un mercato delle illusioni facendo ritenere ai più che ci fossero un sacco di sbocchi nel mercato reale. E lo dice una che ha fatto l’Ifg di Milano, ma allora c’era solo quella e la Luiss a Roma!
Tra l’altro, rispetto all’estero, avremmo bisogno di giornalisti più specializzati. Morale, l’ordine dei giornalisti sta diventando un’enciclopedia del disoccupato.
Detto questo, a me pare che il nostro obiettivo non sia solo sgomberare il campo da migliaia di concorrenti, ma mettere dei paletti chiari e stabilire finalmente delle regole sindacali per la nostra professione.
Questo è il dovere del sindacato e non se n’è mai curato nonostante gli allarmi che mandavamo già vent’anni fa. Se avessero messo dei paletti sui tempi e modi dei pagamenti, l’assicurazione e il contributo spese per chi va all’estero, il conteggio del tempo impiegato che fare un certo lavoro e cose di questo tipo, gli editori, costretti comunque a pagare un tot, avrebbero scelto i più bravi.
Questo è sempre stato il nostro ragionamento. Senza regole, come in altri campi si è passati al sub-sub appalto: da noi il lavoro ha perso valore e quindi mentre prima si campava decentemente con collaborazioni e qualche sostituzioni in redazione, oggi questo non è sempre più difficile.
Bisogna regolamentare il mercato selvaggio dei non contrattualizzati, visto che ormai altro che 2 o 3 euro, c’è chi lavora GRATIS, altrimenti non ci saranno più giornalisti a tempo pieno, ma qualche collaboratore occasionale hobbistico.
Bisogna lottare per tutele sindacali. Noi del gruppo milanese pensiamo che possano esserci solo con una rappresentanza diretta, come ha sottolineato anche il presidente dell’Ifj, International Federation of Journalist, a Firenze.
Questa rappresentanza si chiama Organismo di base ed è all’interno dell’Fnsi.
Sappiamo che al dirigenza dell’Fnsi lo considera una “cosa mitologica”. Hanno l’idea di un altro percorso. Facciamoci spiegare quale. Vediamone i risultati. Nessuno di noi ha mai aspirato a poltrone, altrimenti le avremmo già prese e ci saremmo accontentati di traccheggiare invece che essere qui a rompere le scatole. Se continuiamo a scocciare è perchè vogliamo TUTELE SINDACALI.
Il re ora è nudo.
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