Leggo note e articoli di dirigenti sindacali che ci spiegano che abbiamo rinunciato agli scatti d’anzianità ma l’aumento sullo stipendio è elevato e quindi c’è da restare soddisfatti. Sono passati sei anni dall’ultimo contratto, ma molti se lo dimenticano. Nel nuovo aumento è “tutto compreso”, sinergie, multimediale, ecc. Ma anche questo è un dettaglio per molti di quelli che ci spiegano i vantaggi di questo accordo.
C’è chi ha sottolineato con compiacimento che gli scatti sono rimasti 15. Divertente. Con il nuovo regime (tre biennali e gli altri trennali), e la c.d. moratoria che rende triennale anche uno degli scatti biennali, più il praticantato, più i 30 mesi di anzianità, per arrivare a 15 scatti bisognerebbe lavorare 47 anni nella stessa azienda. Bene.
Ma prima di andare a votare mi permetto di dare a tutti un consiglio. Passate al giornale a ritirare l’ultima busta paga. Ci sarà qualche soldo in più dei prossimi mesi, non vi illudete, dal prossimo stipendio sarà peggio: stavolta sono stati conteggiati anche gli “arretrati” di aprile. Guardate la somma totale. Guardate poi (in genere è in alto a destra), la data del prossimo scatto d’anzianità. E’ aggiornata di un anno.
Ecco, con questi numeri in testa, pensate anche alle altre cose che vi sono state dette. E pensate a chi vi ha decantato questi aumenti, con quanta attendibilità vi avrà parlato del resto. Perché siamo giornalisti. E alla base della nostra professione ci sono tante regole, e una è: verificare le notizie.
Fabio Morabito
Leave a Comment