ROMANA/Parole di fuoco contro il contratto

Si sarebbe dovuto parlare solo del referendum ma, ovviamente, si è parlato anche del contratto. Valutazioni tutte negative, alcune anche pesanti: Pierangelo Maurizio ha parlato della “mancata buonafede” della dirigenza Fnsi, Paolo Corsini, di “comportamento criminale” e di “interessi non confessati”.

Molto critici anche gli altri. Ecco per grandi linee.

Corrado Giustiniani ha ripreso il suo pezzo pubblicato sul sito e le newsletter di Senza Bavaglio e sul Barbiere della Sera, a proposito del distacco e poi, in un intervento successivo, ha detto che il 5 maggio va ricordato come giorno della morte del sindacato (è bene votare perché sarà probabilmente l’ultima occasione).

Carlo Chianura ritiene non abbia senso discutere sulle singole norme, è sbagliato l’impianto complessivo (“come si fa a negare l’evidenza”), comunque va stabilito adesso il significato del risultato del referendum.

Stefania Tamburello: chi decide, e quando, a che punto diventa significativo il risultato? Mar o Ferrazzoli, si è persa l’occasione per ri-definire la figura del giornalista, si potrebbe pensare che i freelance siano stati ammessi al voto in modo da gonfiare il numero degli aventi diritto  e chiede significato della “disdetta del contratto” (come promesso da Siddi),  disdetta automatica? Che valore avrebbe?

Stefania Conti, chi decide sulla disdetta? Che peso hanno i documenti fin’ora unitari dell’Asr?

Maria Antonietta Fantò che senso ha referendum dopo la firma. Luciano Ghelfi sigla del contratto cambia significato del referendum, giudizio non più sul contratto ma sulla Dirigenza – lui farà “astensione attiva”; anche Adalberto Baldini e Stefano Ferrante daranno indicazione di non votare e ritengono non si possa più rimandare una profonda riforma del sindacato; Roberto Monteforte ha chiesto che Fnsi elabori subito un documento con l’interpretazione autentica delle clausole per evitare una deriva della Fieg.

Già prima dell’exploit di Pierangelo Maurizio, Paolo Butturini aveva chiesto di moderare i toni e aveva detto che le clausole del contratto che regolano il distacco e la dichiarazione dello stato di crisi sono migliorative rispetto alle leggi di stato che andrebbero applicate in assenza di norme specifiche; comunque vada il referendum sarà necessario ridiscutere la gestione unitaria.

Non sono mancati episodi comici (involontari) per esempio quando Natale ha detto che lui personalmente si è battuto per far votare i freelance non per aumentare il numero degli aventi diritto ma per “dare un segnale forte” e far capire ai freelance che la Fnsi non si è dimenticata di loro – magari ci crede pure!

Il documento finale, eccolo:

Il Consiglio direttivo dell’Associazione Stampa Romana, riunito il 6 maggio 2009, prende atto e dissente profondamente dalla decisione della Fnsi di firmare presso il ministero i protocolli aggiuntivi e il nuovo contratto di lavoro giornalistico, prima che esso venga sottoposto alla consultazione referendaria.

Il direttivo, prendendo atto delle affermazioni del presidente Natale sul fatto che resta inalterata la facoltà della dirigenza Fnsi di disdettare il contratto, ribadisce che il risultato della suddetta consultazione (che l’Asr farà in modo sia il più ampia e partecipata possibile) deve costituire un’indicazione vincolante per la Fnsi.

Il Direttivo stabilisce, per favorire la partecipazione alla consultazione del maggior numero dei colleghi possibile, di situare almeno tre seggi: uno nella sede della Asr, uno per Roma Nord e uno per Roma Sud.

Approvato all’unanimità
Roma, 6 maggio 2009

Alessandra Lombardi
Senza Bavaglio Roma

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