CONTRATTO/Non firmate quel contratto

Intervento di Massimo Alberizzi al Consiglio Nazionale della FNSI 2 aprile 2009

Care Colleghe, cari colleghi,

Non intendo qui occuparmi dei metodi seguiti per arrivare all’ipotesi contrattuale, né delle polemiche su quale delle interpretazioni della legge sia quella giusta.

Né vorrei parlare dei contenuti già di per sè sviscerati in profondità. Vorrei invece lanciare un appello ai nostri dirigenti, perché riflettano su quali conseguenze potrà scatenare una firma sotto quell’ipotesi di accordo.

Ampi settori della categoria si sono espressi contro. Non si tratta solo di grandi giornali, ma anche di quotidiani di dimensioni medie, come la Nazione o l’Adige, o di agenzie come l’Apcom. La presa di posizione unanime del Consiglio Nazionale dellíOrdine che qualcuno ha definito come uníingerenza, deve essere comunque valutata per quello che è: un diverso giudizio su quellíipotesi che, alla fine, si traduce in una profonda spaccatura nel mondo dei giornalisti.

Il sindacato ‘e noi di Senza Bavaglio l’abbiamo sottolineato più volte’ è piombato in una profonda crisi di democrazia. Gli errori commessi in un passato remoto e prossimo si sono tradotti in una difficoltà di mobilitazione e in un apatia delle redazioni. Le assemblee, anche quelle sulla bozza contrattuale, sono sempre più vuote. E’ sbagliato e miope gioire perché ‘L’assemblea dell’Ansa si è espressa a favore del contratto’. La relazione di Francesco Gerace su quell’assemblea deve preoccupare non provocare lampi di felicità. Diciotto persone su 400 non sono l’Ansa e credere (o meglio far credere) che rappresentino l’Ansa non porta altro che all’autodistruzione.

Continuando di questo passo il sindacato morirà. Avremo il vostro contratto, ma il sindacato, il nostro sindacato, resterà con un pugno di mosche in mano. Sugli e-group di Senza Bavaglio continuiamo a ricevere mail di colleghi delusi e irritati che protestano e vogliono strappare la tessera. Freelance che si domandano perché restare iscritti a un sindacato che non li difende, contrattualizzati che non si sentono più protetti.

Domani, alla conferenza dei CDR, chiedete ai rappresentanti del Corriere se non sono questi gli umori della redazione. Chiedete quanti sono quelli che vogliono bruciare la tessera e sbattere la porta in faccia al sindacato.

La firma sotto quel contratto in queste condizioni viene vissuta come un atto di prepotenza le cui conseguenze, per il nostro sindacato, potrebbero essere epocali.

E’ per questo che vi invito a riflettere. Evitate la farsa della volta scorsa, quando la conferenza dei CDR, dominata dalla Rai, approvò con metodi da falsa democrazia, la bozza contrattuale. Non assumetevi la grave responsabilità di aver celebrato il funerale di questo sindacato. Riaprendo la trattativa, a questo punto, sarete molto più forti, avrete dietro tutta la categoria non solo chi oggi è contrario a quella bozza ma tutti quelli che a hanno espresso profondo dissenso, anche se alla fine, per motivi diversi, si sono allineati a favore del sì. Con questa forza potreste anche dire agli editori. ‘Grazie per ora non firmiamo. Usciamo dalla crisi e poi riapriremo il confronto’. Sarebbe questa una scelta coraggiosa che vi riscatterebbe agli occhi delle redazioni e ricompatterebbe il sindacato e i giornalisti.

Una scelta da veri leader che sanno cogliere gli umori, che sanno far tesoro delle critiche e che sono in grado di comandare la nave, portando la loro ciurma in acque sicure.

Riflettete! Cogliete quest’occasione! NON FIRMATE QUEL CONTRATTO.

Grazie dell’attenzione
Massimo Alberizzi

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