il Mattino di Padova
la Tribuna di Treviso
la Nuova di Venezia e Mestre
Per venerdì prossimo 3 aprile è stata convocata la Conferenza nazionale dei Cdr allo scopo di esaminare ed esprimere il parere sull’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro giornalistico.
Ritengo doveroso spiegare perché, in quella sede, esprimerò parere negativo sul “nuovo” contratto, non avendo partecipato all’assemblea di lunedì scorso (ero in smaltimento ferie come il collega Baron).
Dopo 4 anni di attesa e 18 giorni di scioperi (anche per tutelare precari e freelance), al culmine della più grave crisi degli ultimi decenni si è siglato, senza alcun reale coinvolgimento partecipativo della base, il peggior contratto possibile che segna non solo la resa, ma una vera e propria sconfitta per la categoria dei giornalisti.
Si eccepirà: di questi tempi non era possibile portare a casa di meglio. Già. E perché ci siamo trovati ora a firmare il contratto? Non è forse stata sbagliata tutta la strategia politica del nostro vertice sindacale dal 2005 a oggi? Vertice che dovrebbe prendere atto dell’errore compiuto e trarre le logiche conseguenze.
Chi pagherà maggiormente tutto questo? Ovviamente saranno i giornalisti più giovani che hanno maturato pochi o nessuno scatto. E’ pure stata introdotta la moratoria di 9 mesi sugli scatti tra l’1/9/2009 e il 28/2/2010: con la sospensione di fatto e di diritto della progressione dell’anzianità di servizio è stato legalizzato un vero e proprio furto.
Il secondo fondo sarà impiegato per pagare la cassintegrazione pure a carico dei giornalisti (per lo 0,10% della retribuzione imponibile). Dopo essere stati spogliati di tutto, ci dobbiamo accollare anche questo onere presentato come un atto di solidarietà?
Nel caso di stato di crisi chi ha già raggiunto i 18 anni di anzianità contributiva e con almeno 58 anni, è prepensionabile. Chi ha maturato 35 anni di contributi previdenziali e ha superato i 59 anni, potrà essere mandato in pensione senza alcuno scivolo. I colleghi della redazione padovana del Gazzettino – che hanno espresso parere negativo all’ipotesi di accordo – hanno definito tutto ciò “pulizia generazionale”.
Sarà poi possibile lavorare su più piattaforme (internet, cartaceo, tv, radio) previo progetto concordato con il Cdr. Ma non tutti i Cdr hanno la stessa capacità contrattuale e forza.
O si accetta la nuova ipotesi di contratto o ci sarà il nulla: è quanto il vertice Fnsi ribadisce in ogni occasione. Uno spauracchio per tutti i colleghi, costretti a ingoiare il rospo. Ci sarà un referendum non vincolante sul piano normativo ma solo dal significato politico. Se boccerà il nuovo contratto, chi ha votato contro dovrà assumersene la responsabilità ha detto pure la dirigenza Fnsi. Vorrei leggere la situazione da un’altra angolazione: chi ha svenduto la categoria e tutte le conquiste normative ed economiche faticosamente conquistate, dovrà assumersi la responsabilità di averci portato a questo contratto. Dopo 4 anni di attese e 18 giorni di scioperi inutili.
Padova 1 aprile 2009
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