esulterei un po’ meno, vista la fine, anzi la scomparsa della parola freelance o libero professionista (i numerosi… dimenticati).
Al solito si sono abbandonati i professionisti e pubblicisti senza contratto per migliorare (ancora una volta) le sorti di altri già seduti sul cadreghino, cosa che renderà ancora più difficili assunzioni etc…
Complimenti a chi ha trattato vendendo la pelle dei freelance e comunque meno male che qualcosa si è ottenuto per qualcuno…
ma sarebbe ora di finirla davvero di esser merce di scambio per questi signori che trattano sulla nostra (meglio dire sulla loro, dei giovani freelance) pelle io sono ormai old style, fuori gioco ma non tanto da non essere indignata e offesa basta che prima o poi i freelance non si rivoltino e vadano in piazza…allora vedremo chi fa uscire i giornali lo sanno ben bene gli editori …ed è per questo che non vogliono parlare di freelance.
Il problema è che purtroppo a furia di anestesie da tv trash, interventi di inginocchiati politici e non, congressi con imbonitori ad alto livello, ingerenze irrituali della Chiesa, parole in libertà di tutti…. in questo Paese stiamo perdendo la dignità, la capacità di capire, di scandalizzarci e anche di rivoltarci quando è il momento è per questo che va tutto a rotoli
Laura Mulassano
Consigliere dell’Ordine di Milano
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