Dopo il danno la beffa

Questo è il testo che sta girando tramite posta elettronica in questi giorni, ad opera del collega Franco Marelli Coppola.

Vi trasmetto un messaggio del collega Maurizio Andriolo

HABEMUS CONTRATTO
Si è conclusa con soddisfazione la vicenda del nuovo contratto nazionale. Un po´ di amarezza deriva dal troppo tempo impiegato per realizzarlo a causa anche di una certa anchilosi del Sindacato e di una diffidenza arrogante degli editori.
E´ tuttavia il primo passo oggettivo per un contratto adeguato ai tempi che attraversiamo e basilare per il futuro contratto: solidaristico, difensivo, il più possibile dei livelli occupazionali, nonché della professione (quando c´è).
Qualche fuga in avanti con lo spauracchio di internet non metterà in crisi, nel tempo, la parte cartacea dell´informazione.
L´aumento mensile è di tutto riguardo (con i tempi che corrono) per i redattori. Le sostanziali garanzie per l´Inpgi, sottolineano lo spirito solidaristico e preveggente del documento. Per la prima volta si è pensato ai pensionati, oltre che alle future generazioni.
Il fondo di perequazione delle pensioni fu pensato e delineato dal precedente Cda del nostro Ente di previdenza: un´intuizione che darà tutela di ulteriori benefici ai nostri pensionati. Ora spetta agli attuali Organismi sindacali dei pensionati portare avanti – aprendo un serio e costante dialogo con le confederazioni sindacali – la questione fiscale, principi di assistenza nuovi, incisivi ed economicamente compatibili.
Maurizio Andriolo
(Vice presidente vicario INPGI)
Roma, 27 marzo 2009

E questo è quanto il sottoscritto, preso da cocente irritazione, ha ritenuto di rispondergli.

Non riesco a capire come mai tu ed Andriolo vi stiate prodigando nel divulgare il punto di vista degli editori riguardo alla trattativa sindacale appena conclusa. Solo gli editori, in effetti, possono commentare che la vicenda del nuovo contratto nazionale si sia conclusa «con soddisfazione».

Ma stiamo scherzando? Soddisfazione per aver atteso quattro anni e trovarsi in mano un pugno di mosche?

Soddisfazione per aver tirato la cinghia quattro anni ed avere, dedotte le trattenute, un potere d´acquisto fors´anche inferiore a quello di allora, e penso con terrore a quei colleghi ben lontani dai miei ventun anni di anzianità aziendale?

Soddisfazione per aver scioperato con l´intento di difendere diritti che furono acquisiti anche, e soprattutto, per chi era di là da venire e ritrovarseli smantellàti, a cominciare dalla burletta degli scatti di anzianità, ma senza tralasciare – fra le altre nefandezze – la franchigia di quaranta chilometri sui trasferimenti?

Inutile tentativo, il vostro, di spacciare per brillante l´esito di una trattativa in cui il sindacato si è distinto, ora lo si può ben dire, per aver mantenuto con estrema fermezza una posizione assolutamente aziendale (c. d. “novanta gradi”).

Le vostre parole non sono abbastanza fumose da mitigare la certezza, maturata dalla parte più seria della categoria, di aver subìto un´inculatio, o – per chi preferisce l´altra sponda del Tevere calcistico – un´incuroma.

L´ennesima. La più dolorosa, visto il clima da silenzio carbonaro (mai successo in precedenza che nella fase cruciale della trattativa non fosse circolata nemmeno una bozza; ettecredo…) in cui è maturata. Una, dieci, cento, mille volte: Vergogna!

Maurizio Del Sordo
m.delsordo@laprovincia.it
mxw64@yahoo.it

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