ContrattoSe per i giornalisti contrattualizzati la vita è sempre più dura per i freelance è addirittura impossibile.

Anche la Camera della moda ci si mette. Da questa edizione di sfilate per l’autunno inverno 2009 a  Milano ha deciso di fare pagare l’accredito ai giornalisti 60 euro. E non solo, richiede a tutti quelli che non hanno un accredito con una testata di inviare documentazione e articoli di moda realizzati di recente.  Un assurdo dal momento che l’accredito  prevedeva
già l’invio del numero di tessera stampa, documento più che sufficiente per attestare l’esercizio della professione.

A parte che nulla vieta a un giornalista che ha sempre scritto di viaggi di decidere di scrivere di moda, la richiesta è un’offesa per la categoria. Non a caso l’Ordine di Milano ha scritto alla Camera della Moda. La risposta è sconfortante: l’iniziativa è per filtrare le presenze, eliminando i professionisti del “pique-assiette”, oltre che, naturalmente, per avere
degli introiti non garantiti più dagli sponsor.

Peccato che il pagamento di 60 euro,  sicuramente la cosa a cui tiene di più la Camera della Moda, non impedirà alle signore  curiose, ai perdigiorno, alle maree di pubblicisti con introiti da altre professioni di versare la quota. Per pranzare al ristorante, bere il caffè alla sala stampa,  prendere le riviste per arredare i salotti , passare il tempo e infilarsi di straforo
in qualche sfilata senza invito, in fondo la cifra è ragionevole.

Chi invece fa seriamente il lavoro di giornalista ma non è accreditato a una testata  probabilmente non solo non può permettersi di spendere 60 euro, non può accedere al materiale stampa e il suo nome non viene dato alle varie case di moda per eventuali inviti alle sfilate.

La cosa ridicola è che i grandi gruppi editoriali, tutti o quasi presenti con il loro stand in fiera, si sono rifiutati di pagare  per i loro contrattualizzati e si guardano bene di pagare per i collaboratori.   Anzi c’è chi rischia di perdere la collaborazione se chiede al giornale di pagare l’accredito. Quindi o rinuncia al lavoro o paga di tasca propria.

Senza Bavaglio
www. Senzabavaglio.info

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