Confermata la condanna per Roberto Napoletano, ex direttore de Il Sole 24 Ore

Speciale Per Senza Bavaglio
Alessio Algeri
Roma, 11 aprile 2023

Roberto Napoletano, ex direttore de Il Sole 24 Ore e attuale direttore del Quotidiano del Sud, si è visto confermare dalla Procura Generale di Milano la sentenza con la quale il Tribunale lo ha condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere e ad una multa di 50.000 euro. Napoletano risponde di false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo, in quanto avrebbe commesso presunte irregolarità nei conti del gruppo editoriale de Il Sole 24 Ore nel periodo in cui era ai vertici.

Il sostituto procuratore generale Celestina Gravina, nel suo intervento cita il contenuto di alcune mail del maggio 2015, “che vedono il dott. Napoletano dare l’ordine di incrementare le copie”, ciò dimostrerebbe il suo “diretto interesse al di là di ogni ragionevole dubbio”.

Roberto Napoletano, ex direttore del Sole 24 Ore travolto dallo scandalo

A fine febbraio 2019, Napoletano ricevette una richiesta di rinvio a giudizio insieme all’ex presidente Benito Benedini e all’ex amministratore delegato Donatella Treu de Il Sole 24 ore, per false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo.

L’accusa contestò loro una rappresentazione non corretta della situazione economica del gruppo, riferendosi principalmente ai ricavi ottenuti dalla vendita delle copie digitali e cartacee.

I magistrati scrissero che i vertici de Il Sole 24 Ore “al fine di assicurare a se stessi e a terzi un ingiusto profitto, esponevano – nei conti della prima semestrale 2015, al 30 settembre 2015 e nel bilancio dello stesso anno – fatti materiali non rispondenti al vero sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società, in particolare sull’andamento economico del quotidiano Il Sole 24 Ore, sulle vendite delle copie digitali e cartacee a esse connessi”.

Secondo i giudici, inoltre, gli indagati avrebbero “alterato la rappresentazione dei ricavi diffusionali del quotidiano attraverso il trasferimento al quotidiano digitale dei ricavi delle banche dati e la vendita simulata di abbonamenti al quotidiano digitale a favore di grandi clienti che finivano per essere privi di un effettivo corrispettivo”.

Secondo le motivazioni della sentenza di primo grado, condivise dalla sostituta Celestina Gravina, l’ex direttore de Il Sole 24 Ore si sarebbe impegnato costantemente nelle attività aziendali in merito alla diffusione delle copie cartacee e digitali “assumendo, in particolare, le decisioni gestionali”.

Avrebbe poi fornito “le indicazioni numeriche da inserire nei rapporti informativi ad Ads (Accertamenti diffusione Stampa srl)”, “e nei comunicati sociali che rappresentavano al Mercato i dati e i ricavi diffusionali del quotidiano”, pur avendo “immediata contezza dell’impossibilità di verificare” se fossero esatti o meno.

Il giornalista ha sempre respinto ogni accuse e ha rivendicato la correttezza del suo lavoro, precisando di aver “ricevuto un giornale sull’orlo del baratro“, conseguendo “risultati editoriali sempre positivi”.

Alessio Algeri
algerialessio2@gmail.com
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