Raffaele Lorusso dopo aver lasciato la FNSI, nominato inviato a Repubblica

Senza Bavaglio
Milano/Roma, 10 marzo 2023

Molti giornali e siti web nei giorni scorsi hanno pubblicato una notizia: l’ex segretario della FNSI, Raffaele Lorusso, che all’ultimo congresso meno di un mese fa non ha potuto ricandidarsi per aver esaurito il numero massimo di mandati (due), è rientrato nella Redazione di Bari della Repubblica, quotidiano cui era in forze.

Però nessuno ha scritto –  salvo nostro errore – che è rientrato sì, ma con la qualifica di inviato, maturata dopo l’aspettativa sindacale.

 

Da un po’ di tempo molti giornalisti manifestano la loro disaffezione per il sindacato criticandolo perché verrebbe usato come trampolino di lancio per fare carriera. Purtroppo quando accadono cose di questo genere la disaffezione diventa ancora più marcata, infatti la notizia diffusa con un ordine di servizio comunicato ai giornalisti di Repubblica, ha provocato non pochi malumori all’interno della redazione del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e tra i colleghi del gruppo Gedi (cui Repubblica appartiene) che sta per essere venduto al migior offerente.

Noi crediamo che però il problema non sia dei singoli ma venga provocato da uno statuto della Federazione della Stampa che un decennio, o forse di più, fa ha allungato il mandato del segretario a 4 anni, ripetibili una volta. Ma se un giornalista viene messo in aspettativa retribuita per 8 anni come si fa a pensare che alla fine della sua esperienza sindacale possa tornare a lavorare al suo posto in redazione?

Questo è uno dei motivi (attenzione non è l’unico e nemmeno il più grave) per cui noi chiediamo una revisione immediata dello statuto della FNSI oltre che superato perfino inadeguato.

L’ordine di servizio con cui a Repubblica Raffaele Lorusso, meno di un mese dopo aver lasciato la segreteria della FNSI per esaurimento dei mandati, viene nominato inviato per l’economia con sede a Bari, sua città di origine.

Repubblica ordine di servizio completo

E’ bene però anche ricordare che un altro ex segretario della FNSI, Franco Siddi, (redattore della Nuova Sardegna) ha terminato la sua carriera sindacale con un percorso quanto meno curioso.

Dopo essere stato più di ventiquatro anni in permesso sindacale prima come presidente del sindacato sardo dei giornalisti e membro di giunta della FNSI, poi due mandati da presidente e infine due da segretario della Federazione, dovette lasciare il suo posto per aver raggiunto il numero massimo di mandati.

Finì prima in consiglio d’amministrazione della Rai, poi in Confindustria e poi nel consiglio d’amministrazione di Videolina, la più importante emittente televisiva di proprietà dell’Unione Sarda, con un passaggio da lobbista della SNAM, la società che vuole costruire la dorsale del metano in Sardegna.

La parabola di Siddi è stata illustrata in un esilarante articolo di Vito Biolchini del febbraio 2020.

Una volta in Consiglio Nazionale della FNSI Franco Siddi con voce suadente apostrofò i presenti  parafrasando Martin Luther King: “Io ho un sogno: vedere i giornalisti lavorare in piena libertà. Senza condizionamenti, pressioni o coercizioni di ogni genere”. Si alzò un consigliere e replicò: “Anch’io Franco ho un sogno: vederti lavorare dopo 24 anni di permesso sindacale”.

Stizzito, l’allora segretario urlò: “Io lavoro per voi”. Peccato che Siddi è l’uomo che  ha imposto ai colleghi due disastrosi contratti nazionali di lavoro (nel 2009 e nel 2014) che hanno consegnato giornalisti e giornalimo mani e piedi agli editori.

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