Business Insider, ucciso senza pietà e smembrato anche il cadavere

Un’altra vittima del gruppo Gedi, cancellati tutti gli articoli dal sito e da Google

Senza Bavaglio
Milano, 11 giugno 2021

L’avventura di Business Insider Italia (edito da una joint venture, tra il gruppo Gedi e Business Insider America, terminata il 31 maggio scorso) chiusa senza un saluto ai lettori, in sordina, smettendo di alimentare il sito attorno al 24-25 maggio, reindirizzando ogni singolo link degli articoli sulla home page del sito americano tra il 1 e il 2 giugno 2021 mostra la volatilità del giornalismo online e come è facile far scomparire in una notte il lavoro di 4 anni e mezzo di una redazione e una schiera enorme di collaboratori, giornalisti professionisti e non, che hanno nutrito in questi anni le pagine di Business Insider Italia. Tutto questo nel silenzio generale di addetti al lavoro e non.

Prima della scomparsa del sito non si riusciva a sapere che fine avrebbero fatto tutti gli articoli del sito italiano, nessuno sapeva niente, diceva niente. Invece era tutto molto semplice. Tutti i link degli articoli sono stati tagliati, non esiste alcuna possibilità di rintracciare un articolo e leggerlo, se non su qualche sito che l’aveva copiato citando la fonte perché di suo interesse.
In più nel giro di una notte Google ha aggiornato le sue pagine di ricerca e in pratica non essendoci più link attivi che collegano nome del giornalista al titolo del pezzo al link attivo dell’articolo, non compaiono più molti risultati inserendo Business Insider Italia e nome del giornalista. E questo anche quando il giornalista aveva pubblicato 400 o anche più di 1000 articoli. Un danno irreparabile sopratutto per i freelance. E anche un danno per tutti i lettori che ha bruciato milioni di parole, ore di lavoro, migliaia e migliaia di interviste.
Sono rimaste tracce dell’esistenza di Business Insider Italia solo sui social ma ogni link è tagliato e non porta più agli articoli.  L’operazione di distruzione portata a termine impedisce anche di vedere le visualizzazioni in certi casi altissime (anche 300mila o più)  ottenute dai vari giornalisti, un fiore all’occhiello in questi tempi in cui Google è il nostro punto di riferimento.
Questo è un caso esemplare che dimostra come il lavoro di un giornalista è appeso a un filo, in questo caso ai link. Si può parlare probabilmente di ghosting editoriale. Il sito, tutti i contenuti, tutti coloro che ci hanno lavorato diventano in un attimo e per sempre dei fantasmi. Bisogna provarlo per capire cosa significa.
Senza Bavaglio
twitter @sbavaglio
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