Presidente dell’Ordine del Lazio non vuole il controllo del notaio alle elezioni

Speciale Per Senza Bavaglio
Solen De Luca
Roma, 16 marzo 2021

È tempo di elezioni in ben due degli organismi della categoria giornalistica: la Casagit (la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani che svolge attività assistenziali in materia di salute e sanità), ma soprattutto, l’Ordine, sia a livello nazionale che regionale. Mentre il rinnovo dei vertici, nel primo caso, può più o meno interessare la categoria – considerando il fatto che il 75 per cento dei colleghi che svolge questo mestiere non è contrattualizzato e non ha quindi la possibilità di iscriversi a questa cassa (nonostante i coraggiosi tentativi di attrarre adesioni attraverso i vari profili esistenti) – nel secondo, la situazione è molto diversa.

Perché le elezioni dell’Ordine riguardano tutti i giornalisti, contrattualizzati e non, in quanto è l’Ordine che rappresenta la nostra intera categoria professionale: è l’Ordine che gestisce chi può o non può esercitare questa professione ed è ancora l’Ordine che ha funzioni di vigilanza e tutela l’operato di noi iscritti. Ma in tempo di campagna elettorale per il rinnovo dei vertici, si sa, tutto è permesso. O quasi. Perché cercare di portare la categoria a votare in presenza, in tempi di pandemia – iniziata oramai un anno fa – e, soprattutto nell’attuale momento in cui praticamente tutta l’Italia è in zona rossa, è ovviamente palesemente pericoloso, nonché ovviamente contro le norme. E allora, perché la presidente dell’Ordine regionale del Lazio Paola Spadari ha accusato il presidente dell’Ordine nazionale, Carlo Verna, di aver appositamente ritardato le elezioni dell’Ordine da ottobre scorso ad aprile?

Nella migliore delle ipotesi, siamo in pieno paradosso. Nella peggiore, “a pensar male del prossimo si fa peccato, ma si indovina”, come diceva papa Pio XI in una frase erroneamente attribuita a Giulio Andreotti. Ma facciamo un passo indietro.

Qualche giorno fa, l’attuale presidente dell’Ordine del Lazio e al suo secondo mandato, anche se scaduta, Paola Spadari, spara a zero su Carlo Verna accusandolo, dati dei contagi Covid alla mano, di voler effettuare a tutti i costi il voto in presenza, mettendo a repentaglio la salute dei colleghi, “nonostante sia stato emanato dal precedente governo Conte un decreto Ristori che di fatto dava l’opportunità anche all’Ordine di poter votare online”.

Secondo la presidente dell’Odg Lazio Paola Spadari, il presidente dell’Odg nazionale Carlo Verna “si è trovato costretto a convocare le elezioni in presenza perché non sono ancora concluse le procedure per l’attivazione, conseguente alla gara di appalto e quindi all’aggiudicazione di questa, per la piattaforma informatica”.

Continua Spadari che “è stato predisposto un regolamento attuativo che applica al voto telematico le regole del voto in presenza, ma ad oggi non è stato dato l’affidamento alla società Invitalia, quella che il Consiglio nazionale ha individuato per poter fare da polo unico per la pubblica amministrazione e fare la gara di appalto, ed essendo quindi in scadenza i 90 giorni che erano stati dati dal decreto che introduceva la possibilità di votare online, Verna ha dovuto convocare in presenza le elezioni perché altrimenti sarebbe stato fuorilegge”.

Accuse piuttosto importanti soprattutto alla luce del fatto che Spadari – facendosi portavoce dell’intera Consulta dei vari presidenti degli Ordini regionali alle assemblee del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (al quale partecipa regolarmente pur non avendo capacità di voto) – ha invece ostacolato la stesura del Regolamento del voto online in Consiglio nazionale, opponendosi ad esempio alla presenza di un notaio in tutte le sedi di spoglio, sia le sedi regionali che le delegazioni. Prassi oltre a tutto che viene applicata da anni in alcune regioni ad esempio in Toscana. Lo scopo era quello di garantire che esse venissero svolte in modo legalmente corretto e proceduralmente trasparente. Per non parlare del fatto che Spadari ha combattuto in ogni modo il principio di uno spoglio nazionale del voto online o almeno di uno spoglio controllo centralizzato, in modo da verificare l’esito dello spoglio nelle sedi regionali.

Accusare quindi il presidente dell’Ordine Nazionale Carlo Verna di voler mettere a repentaglio la salute dei colleghi e, in alcuni casi, la loro stessa incolumità, soprattutto per quelli che sono più anziani, quando erano state invece palesate altre soluzioni, seppur con alcune attenzioni legali da seguire, sembra quindi piuttosto improprio e dubitare della sincerità di chi punta il dito diventa quantomeno lecito.

Viene il sospetto che a Spadari convenga continuare a vestire i panni della Presidente di uno dei due ordini regionali più numerosi e importanti, nonostante sia scaduta dalla sua carica.

Solen De Luca
solen.deluca@me.com
@sbavaglio

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