Senza Bavaglio
Milano, 29 marzo 2020
Nella primavera del 2019, con l’approvazione del bilancio 2018, ai soci di Rcs Mediagroup erano andati oltre 30 milioni. In primis ne ha beneficiato la Cairo Communication, azionista di riferimento della casa editrice di via Rizzoli che poi aveva a sua volta ripagato gli azionisti, a partire da Urbano Cairo, con un dividendo di 0,14 euro per azione. All’editore piemontese andarano 9,5 milioni.
Ma erano altri tempi. Perché poi la crisi che da oltre 10 anni ha colpito il settore e che ha visto la Rcs tagliare drasticamente tantissime voci di costo ha toccato anche la redazione. E’ la prima volta in quasi 4 anni di cura-Cairo che vengono fatti tagli in redazione, al Corriere della Sera (50 prepensionamenti volantari e altri risparmi tra ferie ecc ecc) e Gazzetta dello Sport (15 giornalisti) e ai Periodici. Ma siccome il patron del Torino e di La7 (share elevato ma perdita rilevante: risultato operativo negativo passato da -1,2 a -3,3 milioni) ha deciso di usare l’accetta in maniera indistinta sull’organico – nei anni precedenti aveva tagliato parecchio sul fronte collaboratori – e di intervenire anche su grafici e poligrafici. C’è un piano anche per loro: 200 uscite su 850 dipendenti.
Insomma, se la crisi morde, Urbano non guarda in faccia nessuno. Tranne che a quella degli azionisti di Rcs, in particolare lui. Perché con l’approvazione del bilancio 2019 (68,5 milioni di utile in calo rispetto agli 85,2 milioni del 2018) è arrivata la conferma che il dividendo non poteva mancare.
Certo: è stato dimezzato. Da 0,06 a 0,03 euro per azione. Ma pur sempre di 15,65 milioni si tratta. Cairo si difende dicendo che lo ha fatto per il mercato e per remunerare i vari soci di Rcs (che poi si chiamano Pirelli, UnipolSai, Mediobanca e Diego Della Valle e altri ancora). Peccato che di quella cifra 9,367 milioni vada alla sua Cairo Communication che oltre a Rcs controlla la Cairo Editore e, appunto, una La7 in perdita. E pure la società madre dell’editore piemonte non ha tralasciato di ricordarsi degli azionisti con una cedola tagliata da 0,14 a 0,04 euro per azione. Così a Urbano Cairo direttamente andranno 2,7 milioni. Oltre ai regolari emolumenti da top manager delle due aziende.
I dipendenti di Rcs non devono certo averla presa bene la decisione di continuare a dare gioia agli azionisti visto che vengono chiesti continui sacrifici alla forza lavoro sia in Italia sia in Spagna. Così il CdR del CorSera si è fatto sentire con un duro comunicato pubblicato sul quotidiano diretto da Luciano Fontana in cui mettono nero su chiaro la loro idea: è sbagliato distribuire risorse dell’azienda ai soci. Meglio tenerle in cassa per fare investimenti e non chiedere sempre sacrifici ai giornalisti e dipedenti. Magari quei capitali potevano essere utilizzati per sviluppare le attività, per pagare collaboratori e altro.
Tra l’altro va annotato che Cairo ha portato Rcs in causa – arbitrato – contro il colosso del mattone Usa Blackstone per la vendita degli immobili di via Solferino e via San Marco, in centro a Milano. E se l’arbitrato si concentra esclusivamente sulla validità dell’atto di cessione datato dicembre 2013 dei palazzi, la causa da 600 milioni (300 milioni chiesti a Rcs) avanzata da Blackstone a New York (e per ora congelata) richiederebbe maggiore attenzione e oculatezza nella gestione delle risorse interne dell’azienda.
Senza Bavaglio stigmatizza la scelta fatta da Rcs e soprattutto di Urbano Cairo di ripagare i soci invece di dare un segnale al mercato: il coronavirus impatterà pesantemente i conti degli editori, come riferito nella nota di approvazione dei conti, tanto più che la società ha dovuto annullare e sospendere diverse gare sportive che garantivano risorse economiche rilevanti e che con il rinvio al 2021 di Europei di calcio e Olimpiadi arriveranno meno investimenti pubblicitari per tutta la parte sportiva del business del gruppo.
Senza Bavaglio
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