Ordine dei Giornalisti, il bilancio sale del 2 per cento ma le spese sono più oculate

Speciale per Senza Bavaglio
Alessandra Fava
Roma, 29 dicembre 2019

L’ultima seduta del consiglio dell’Ordine dei giornalisti, che si è tenuta a Roma  il 17 e il 18 dicembre scorsi, ha comportato la discussione e votazione in Consiglio delle variazioni al bilancio preventivo 2019 (+2 per cento) e il bilancio preventivo dell’esercizio 2020. Il 2019 si chiude in sostanza con una spesa di 104 mila euro in più rispetto alle attese. Tuttavia, osserviamo una maggiore attenzione alla gestione delle spese, in particolare di quelle di formazione, che da una previsione di 700 mila euro sono passate a 150 mila euro.

Se da un lato per fortuna è tramontata l’idea delle tessere elettroniche dell’albo per cui erano stati stanziati 170 mila euro, continuano a lievitare i costi del Consiglio nazionale di disciplina nazionale aumentati di 12 mila euro (si passa da 60 a 72 mila euro); il Fondo miglioramento efficienza dell’ente lievita di 17 mila euro (287 mila alla fine); l’assistenza informatica non costa più 40 mila, ma 60 mila euro; le spese legali crescono di 20 mila euro, assestandosi a 120 mila e i patrocini a organismi esterni crescono anche questi di 15 mila euro, toccando i 90 mila euro. Rispetto agli anni precedenti, però, c’è una maggior attenzione alla spese, anche per effetto della nostra attività di controllo.

In pratica, alla fine, il bilancio 2019 cresce del 2 per cento rispetto a quello che si era preventivato. Alle nostre domande e critiche abbiamo solo appurato che ci sono due consulenti informatici fissi tre volte alla settimana. Purtroppo non abbiamo preo visione di documenti dettagliati.

Circa il bilancio preventivo 2020, il tesoriere Marini non solo ha detto “puntiamo sulla formazione”, ma anche che ci sono problemi di entrate per la riduzione costante degli iscritti. Per il prossimo anno la spesa diminuisce di 100 mila euro (spesa prevista 5 milioni e 113 mila euro), ma potrebbe aumentare se ci saranno delle variazioni al bilancio come fatto per il 2019. Per il resto si ipotizza un costo del Consiglio nazionale di 450 mila euro, spesa che sembra parecchio onerosa visto che il Consiglio si è ridotto a 60+presidente e 2 consiglieri delle minoranze linguistiche.

Lievitano le spese del Comitato esecutivo: 250 mila euro e 70 mila per il Consiglio di disciplina nazionale. Tra le spese per personale, manutenzione etc, stupisce che ci sia ancora un’auto di proprietà che costa 6 mila euro di esercizio e 2 mila di manutenzione (spese annue 2020 previste).

L’assistenza informatica costerà sempre 70 mila euro. I corsi e seminari onlne 100 mila e studi e ricerche e convegni si prevedono 50 mila euro, nonché altri 100 mila per la formazione aggiornamento professionale.

Il Comitato tecnico scientifico con i delegati e commissari di selezione delle scuole di giornalismo assorbirà altri 100 mila euro e i gruppi di lavoro costituiti (pari opportunità, giuridica e cultura) 80 mila, che sembrano troppi vista la limatura apportata ai gruppi dalla maggioranza ed esecutivo.

Noi di Senza Bavaglio abbiamo criticato infine che siano stati stanziati 25 mila euro per la Fondazione Paolo Murialdi, mentre alcuni mesi fa in Consiglio si era suggerito di togliere il contributo e l’adesione, visto che la Fondazione, per altro intitolata a un egregio collega, organizza convegni di carattere storico che possono essere annoverati nelle attività di un dipartimento di storia contemporanea.

Per non parlare del fatto che gli eventi della Fondazione nell’arco di un anno stanno a stento nelle dita di una mano. In Consiglio nazionale l’esecutivo ha risposto che sì si era parlato di abolire il sostegno alla Fondazione Paolo Murialdi, ma l’esecutivo deve elaborare una delibera e portarla al voto in Consiglio. Insomma, per ora non ci sono i presupposti.

Alessandra Fava
Consigliere del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
per Senza Bavaglio

Condividi questo articolo