Rai, comitato giornalisti idonei 2015: pronti al reclamo contro il concorso per 90

Senza Bavaglio
Roma, 15 dicembre 2019

Il Comitato per l’informazione pubblica comunica che il Tribunale di Roma Sezione Lavoro ha rigetto i due procedimenti cautelari, in uno dei quali la Rai è stata dichiarata contumace, miranti alla tutela del diritto di precedenza nell’assunzione e alla sospensione del bando volto all’assunzione di 90 giornalisti nelle sedi regionali.

 

I giornalisti del Comitato preannunciano, seppure rispettosi della decisione assunta dall’Autorità Giudiziaria, che reclameranno i provvedimenti di rigetto, primo perché l’interpretazione letterale dell’art. 1 c. 1096 della l. 205/2017 è inequivocabile e secondo perché il bando presenta dei vizi rilevanti e inficianti. Senza trascurare il dato fondamentale che il Tribunale contraddittoriamente, pur dichiarando nullo il bando, nella parte in cui “l’assunzione, all’esito del superamento della procedura selettiva, è condizionata alla rinuncia di eventuali contenziosi pendenti con l’azienda ovvero alla definizione di eventuali rapporti di lavoro a qualsiasi titolo instaurati con la medesima mediante transazione in sede sindacale con espressa rinuncia da parte dell’interessato ad ogni pretesa nei confronti della Rai”, ha deciso di non sospenderlo perché sarebbe un vizio casomai da far valere all’esito della selezione. Come dire, anziché sospendere un bando che limita la partecipazione di tutti coloro che hanno una vertenza in corso o che non vogliono fare alcuna transazione, meglio annullarlo ex post quando alcuni di questi parteciperanno e casomai vinceranno il concorso.

Ci chiediamo che senso può avere una soluzione del genere, visto e considerato che la Rai spenderà 2 milioni di euro per la gestione della procedura concorsuale e il concorso verrà certamente annullato, così come ha già statuito il Tribunale. Senza contare il fatto che in virtù di questa clausola nulla i candidati in causa potranno avere una valutazione condizionata proprio per il fatto di essere in causa con la Rai. A tale conclusione il Giudice è arrivato dopo aver definito tale condizione “una violazione di un diritto di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti garantita dall’art. 24 con conseguente nullità dell’avviso di selezione nella parte relativa”. E’ ovvio che tale nullità riguarderà anche il bando già pubblicato ed inerente le 250 stabilizzazioni ove la clausola è stata mutuata e riportata pedissequamente. Quindi per il Tribunale le prospettate transazioni all’esito del concorso sono illegittime.
In conclusione, non solo si proporrà reclamo avverso il mancato diritto di precedenza ma si proporrà reclamo anche avverso il bando già parzialmente dichiarato nullo e contraddittoriamente non sospeso, per tutti i vizi già denunciati, compreso quello inerente l’esclusione dei giornalisti professionisti legittimamente iscritti all’albo dei pubblicisti con conservazione dello status di professionisti.

Inutile evidenziare che il tentativo di precludere la stabilizzazione degli idonei al concorso del 2014, diversamente da quanto accaduto alla graduatoria degli idonei del 2013, rappresenta una violazione di legge che faremo valere fino in fondo in quanto letteralmente e inequivocabilmente interpretabile.

In ogni caso si esprime apprezzamento per il provvedimento del Tribunale nella parte cui introduce dichiara nulle le clausole illegittime ed illecite (transazione tombale) che da tempo la Rai ha applicato nelle diverse procedure selettive. Oggi finalmente un tribunale sancisce che sono contrarie all’art. 24 della Costituzione. Clausole, queste, volute dalla Rai e dal Sindacato Unico in Rai per arginare cause come quelle del giornalista Stefano Bianchi, che ha incoraggiato tutti a rivendicare i propri diritti negati tramite rapporti di lavoro simulati.

Oltre ad offrire a tutti i giornalisti già dipendenti Rai tale ordinanza perché ne facciano uso in tutti i casi in cui l’azienda chiedesse loro di transare per questioni pregresse dopo aver vinto procedure selettive, ci preme anche evidenziare che il Giudice ha espresso un altro principio che certamente gioverà ai dipendenti Rai. Più precisamente il Tribunale ha sancito che ogni concorso volto all’assunzione e alla promozione del personale deve essere rispettoso dei canoni generali di buona fede, ossia nell’obbligo di adottare regole concorsuali che pongano i candidati in una condizione di assoluta parità sia nell’obbligo di imparzialità dei criteri valutativi sia con prove che devono essere congruenti rispetto alle mansioni di destinazione. Senza trascurare il dato che sempre grazie alle nostre battaglie legali, patrocinate dall’avv. Vincenzo Iacovino, abbiamo obbligato la Rai al rispetto della legge sulla trasparenza, con sentenza del Tar, affinché ci dia tutte le notizie e atti inerenti le assunzioni dal 2014 ad oggi al fine di verificare ogni violazione di precedenza nell’assunzioni degli idonei al concorso. Continueremo nelle nostre battaglie consapevoli dei nostri diritti ad oggi negati.

Comitato per l’informazione pubblica

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