Rivoluzione copernicana: inventare un giornalismo giovane per i giovani

Speciale per Senza Bavaglio
Andrea Montanari
Roma, 4 novembre 2019

Premessa il settore editoriale, tradizionale, in particolare quello cartaceo (quotidiani e periodici) è in crisi soprattutto per il calo della raccolta pubblicitaria – non dovrebbe essere così per garantire l’indipendenza dei giornali, ma ahimè questa è la situazione, conti delle case editrici non televisive alla mano – e per il calo delle vendite in edicola (le copie digitali, vendute a prezzi stracciati, ovviamente non compensano le minori vendite di testate a 1,5-1,6 euro, per quel che attiene i quotidiani).

ll tema centrale è quello dei contenuti e della loro fruizione. Perché è assodato che le cosiddette “nuove generazioni”, i “giovani” – partendo dai 14/16 anni, diciamo dall’età in cui anche a scuola magari ti fanno leggere i giornali, o i quotidiani, in classe, ai 25/30 – utilizzano strumenti di comunicazione, dialogo e interazione differenti (chat, social, blog) e quindi anche la loro in-formazione è completamente differente rispetto ai quella degli over-40.

Come si fa a raggiungere questi target? Innanzitutto dovremmo sapere, noi giornalisti, e dovrebbero sapere direttori di giornali ed editori, cosa offrire loro, quali argomenti affrontare per attirarli, per conquistarli, per avere la loro attenzione.

Cosa che invece non si fa/non facciamo. Perchè forse, anzi con ogni probabilità, non sappiamo cosa offrire loro, cosa scrivere per loro, quali notizie fornire loro. E questo è un vero e serio problema, perché il pubblico tradizionale si restringe sempre più.

Un esempio? Il cambio repentino di titolazione di Repubblica – quotidiano che ha perso appeal perché il suo publico di riferimento, il bacino di e-lettori del Centrosinistra si è disgretagato in mille rivoli – con titoli di prima pagina e non solo a effetto, strillati, più “partigiani”, anche se i titoli de il Manifesto sono da sempre inarrivabili – e quindi va “ripescato”. Senza trascurare il fatto che stiano provando a strizzare l’occhio a nuovi lettori, vedi attenzione a figure nuove quali quelli di Carola Rackete.

Ma forse non basta. Perché quel pubblico naviga in un Rete che non è la nostra. Come fare, in sintesi? Bisogna conoscere quel target, intercettare le loro esigenze in-formative, coinvolgerli nei progetti, andare nella loro direzione.

Andrea Montanari
Presidente dei revisori dei conti dell’Ordine della Lombardia

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