Elezioni europee: imbarazzante servizio del TG 2. Protesta l’ambasciata di Svezia

Ancora una volta siamo imbarazzati nel constatare lo stato in cui versa l’informazione in Italia.
Anche noi abbiamo visto quel servizio e ci siamo chiesti se chi l’ha redatto,
ma soprattutto chi l’ha messo in onda, si rendesse conto di quante inesattezze contenesse.
La presa di posizione dell’ambasciata svedese in Italia non fa che confermare la nostra impressione.
Quanti si ostinano a chiamare servizio pubblico una televisione piegata
a interessi particolari e di parte, dovrebbero cominciare a riflettere.
Al governo attuale, che ha applicato con un certo cinismo una riforma della RAI liberticida,
voluta dal predecessore Matteo Renzi, chiediamo un immediato intervento
per piazzare sui binari dell’indipendenza e del prestigio una RAI
che non merita di essere trattata così. All’interno dell’azienda di Stato ci sono bravi,
seri, capaci, credibili e autorevoli professionisti, sacrificati anch’essi agli interessi della politica,
purtroppo anche di quella sindacale.
Senza Bavaglio, con una mozione approvata all’unanimità durante un congresso della FNSI,
aveva proposto di creare un gruppo di studio con la partecipazione
di competenti conoscitori delle imprese radiotelevisive per giungere a una proposta di legge
che mirasse a rivoltare come un guanto l’azienda RAI, per tenerla fuori dalle grinfie della politica.
Quella mozione è rimasta inapplicata. Al segretario della FNSI Raffaele Lorusso e
al presidente Beppe Giulietti ora chiediamo di tirarla fuori dal cassetto e finalmente di renderla operativa.

Senza Bavaglio

Riceviano e volentieri pubblichiamo
Ambasciata di Svezia in Italia
Roma, 26 maggio 2019

Comunicazione dell’Ambasciata di Svezia su un servizio del TG2

A seguito del servizio del TG2 andato in onda il 19 maggio 2019, l’Ambasciata di Svezia comunica di aver informato la direzione del TG2 – tramite una nota scritta inviata il 22 maggio – che nel servizio girato in Svezia ci sono diverse affermazioni errate.

Per esempio nel servizio si parla di oltre 60 quartieri “totalmente fuori controllo”, dove la polizia non entra e dove vige la sharia, la legge islamica. Questa descrizione corrisponde a quelle che vengono comunemente definite “no go zones”. Non esistono “no go zones” in Svezia. Come nella maggior parte delle grandi città esistono aree socialmente vulnerabili dove, al contrario di ciò che si afferma nel servizio, è stata rafforzata la presenza della polizia negli ultimi anni.

Queste aree sono una priorità assoluta per il governo svedese che ha stanziato considerevoli fondi per sovvenzionare progetti per favorire l’inserimento sociale in queste aree. Per esempio con attività rivolte ai bambini e ai giovani, investimenti nell’istruzione, maggiore sicurezza, aumento dell’occupazione. Desideriamo inoltre precisare che in Svezia viene applicata la legge svedese in tutto il paese e la legge è uguale per tutti. Non esistono aree dove viene applicata la legge della sharia.

Un’immagine presa dal servizio del TG2 sulla Svezia

Nel servizio si parla anche del “più alto numero europeo di stupri”. La statistica in questo caso dà un immagine errata della situazione. Il malinteso nasce da tre fattori principali. In Svezia ogni atto di violenza sessuale viene registrato come una denuncia a sé stante. Una denuncia può contenere un gran numero di stupri, come per esempio chi denuncia di essere stato violentato più volte dalla stessa persona. Anche in questi casi la polizia deve registrare ogni atto di violenza come un singolo crimine. Un altro fattore che contribuisce al malinteso è la nuova legge sul consenso esplicito, entrata in vigore nel 2018 e che sancisce che il sesso se non è consensuale è illegale, quindi passibile di denuncia.

Inoltre la definizione giuridica svedese di cosa è considerato stupro è più ampia che nella maggior parte degli altri paesi e le persone vengono incoraggiate a denunciare le violenze. Per questi motivi la frequenza delle denunce è molto alta e tante persone hanno il coraggio di denunciare le violenze, ritenendo lo stato intenzionato ad aiutarle e in grado di farlo.

L’Ambasciata è sempre disponibile a fornire informazioni sulla Svezia e a facilitare il contatto con esperti e istituzioni per avere un quadro completo del nostro paese.

Ambasciata di Svezia in Italia

La RAI va sottratta alla politica: costruiamo una legge seria

A Stoccolma vige la Shari’a. Scoop del Tg2 (e di Salvini)

da Il Fatto Quotidiano
di 

26 Maggio 2019

Stoccolma confina ad est con Addis Abeba, a nord con Tripoli, a sud con Il Cairo e a ovest con Baghdad. A Stoccolma, dove fa caldo anche a gennaio, se vi avventurate in un quartiere che si chiama Mogadiscio, perché occupato dai vicini eritrei, e vi comportate da europeo, magari vi vestite anche con abiti di foggia occidentale e, per soprammercato, mostrate al collo una croce, e magari vi fate accompagnare da una donna con gonna troppo sopra al ginocchio, rischiate di incorrere nella dura legge della Shari’a. Potrete ricevere scudisciate in pubblico, tanto che le adultere svedesi e i colleghi maschi, se amici dell’alcol, si tengono lontani da quel quartiere e da tanti altri della periferia della Capitale svedese, oramai completamente islamizzati.

Lo dice il Tg2, il telegiornale della tv di Stato italiana. E il ministro dell’Interno della Repubblica italiana, rilanciando sui social network il video, comunica a noi connazionali: “Vogliamo fare la fine della Svezia? Vogliamo realizzare l’Eurabia?”. Giammai! Allora votate come sapete. L’ambasciata della Svezia ha purtroppo dovuto rettificare il servizio spiegando al direttore del Tg2 e alla sua giornalista che ha curato il reportage, che in Svezia la legge vale per tutti. Magari qui da noi non è così, ma da loro sì. Che la polizia va ovunque, che i quartieri a rischio esistono, come esistono in tutte le metropoli di tutto il mondo occidentale e orientale.

Siamo dunque giunti al punto di guardare alla Svezia, una delle nazioni più ricche e civili, dove le condizioni di vita sono altissime e il welfare è tra i più avanzati, come un territorio invaso dagli islamici e sottoposto alle crudeli leggi dell’occhio per occhio. Lo dobbiamo all’imbarbarimento dell’informazione e anche al fatto che siamo molto ignoranti e troppo tolleranti. Se non fossimo ignoranti e tolleranti, e massimamente collusi, non avremmo mai potuto permettere che fosse chiamato a dirigere quel Tg un giornalista, Gennaro Sangiuliano, che dopo appena due giorni dal voto del 4 marzo 2018 posta su Facebook una foto di lui con Salvini. Stretti stretti e sorridentissimi. E infatti dopo un po’ la nomina, il premio. Ma, collega!, complimentsissimi.

Invece quella foto, quella semplice foto, avrebbe dovuto far scattare un divieto assoluto a qualunque salto di carriera e far gridare allo scandalo tutto il Parlamento (grillini inclusi, oh yes). Ma siamo collusi, prevalentemente collusi, e perciò nessuno ha gridato, nessuno ha protestato, tranne flebili e isolate voci. Purtroppo siamo anche ignoranti, e perciò Salvini si è potuto permettere quel: “Vogliamo fare la fine della Svezia?”. Lui è consapevole che molti dei suoi elettori non sanno dove sia la Svezia, non ne conoscono il benessere economico, il grado di civiltà, lo stile di vita. Contando sull’ignoranza, rilancia quella che viene comunemente definita una fake news.

La novità, drammatica e desolante, è che le notizie manipolate non sono costruite solo nei sottoscala dei social network ma hanno fior di giornalisti professionisti, e anche lautamente retribuiti, perfino dalla tv di Stato. Non ci resta che la vergogna.

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