Continua l’arroganza dell’editore a Lettera 43, si sciopera il 28 marzo

Senza Bavaglio
Milano, 27 marzo 2019

Costretta a proclamare lo sciopero. La redazione di Lettera43.it e LetteraDonna, sorpresa sia dal rifiuto dei vertici di presentare un piano editoriale sia dalle inesattezze contenute nel comunicato dell’azienda, ha deciso di astenersi da lavoro giorno 28 marzo p.v. La realtà interna dei lavoratori era stata già accennata in un precedente articolo apparso su Senza Bavaglio, in seguito al licenziamento del secondo rappresentante sindacale in due anni, avvenuto meno di un paio di mesi fa.

Ecco il comunicato del cdr:

“In relazione alla risposta data da News 3.0 al comunicato del cdr di Lettera43.it e LetteraDonna.it, la redazione rileva una serie di gravi inesattezze e passaggi del tutto fuorvianti rispetto alle richieste presentate e alla realtà lavorativa interna all’azienda.

Innanzitutto si vuol far credere che la richiesta di un piano editoriale nasca solo da una “banale modifica nell’organizzazione del lavoro”, consistente “nell’anticipare l’orario di inizio della giornata lavorativa” la mattina. Quando, invece, la direzione aveva parlato, di fronte all’intera redazione riunita, di uno scenario emergenziale – economicamente valido solo per i redattori – che necessitava l’urgenza di raddoppiare il numero di contenuti pubblicati ogni giorno sul sito. Input del tutto omesso dal comunicato aziendale e che, invece, era alla base della necessità manifestata dalla redazione di un nuovo piano editoriale.

La redazione si meraviglia della “meraviglia” con cui News 3.0 ha accolto l’eventualità di uno sciopero, definita “anacronistica” in relazione “all’attuale situazione in cui versa l’editoria”, come se nel giornalismo online i dipendenti non potessero esercitare i propri diritti sindacali.

I giornalisti sono consapevoli che l’azienda non è “mai ricorsa ad alcun tipo di ammortizzatori o procedure di solidarietà”, forse anche perché, per sette anni, la quasi totalità delle posizioni dei dipendenti non è stata regolare. Solo una lunga trattativa impostata dal cdr nato a fine 2017 ha portato a un lento e parziale processo di regolarizzazione ancora lontano dall’essere ultimato.

Altresì si evidenzia come lo stato di agitazione proclamato sia stato finora puramente simbolico, senza alcuna ripercussione pratica sullo svolgimento del lavoro, a dimostrazione che le accuse di ostilità avanzate al cdr sono prive di fondamento. Anzi, i giornalisti hanno continuato a fare un’ora di straordinario al giorno non pagata e hanno garantito le coperture orarie più ampie possibili anche in occasione di eventi “eccezionali”. E non è affatto vero che lo stato di agitazione sia stato frutto di una decisione presa “senza confronto con l’azienda” né “alcun tavolo di trattativa”, visto che per settimane il cdr ha provato a trovare una soluzione coi vertici, ricevendo in cambio solo netti rifiuti.

Allo stesso modo è falso che “News 3.0 è stata messa di fronte al fatto compiuto con la pubblicazione di un comunicato”, come dimostra la mail inviata dal cdr preventivamente ai vertici aziendali subito dopo l’assemblea, preannunciando le iniziative che sarebbero state assunte.

Fa piacere leggere che Lettera43.it “negli ultimi mesi ha quadruplicato i suoi lettori e ha consolidato la sua reputazione di testata seria e autorevole”, traguardo però raggiunto grazie soprattutto al lavoro della redazione che non ha mai visto riconosciuto il suo sforzo.

Venendo al punto centrale della questione, non si può non ritenere il vecchio piano editoriale in gran parte superato, se si considera che, tra le altre cose:

  • veniva ancora annoverata una sezione del giornale di inchieste e approfondimenti a pagamentocon il marchio pagina99, che però non viene aggiornata da maggio 2018, mentre è totalmente defunta la versione monografica di pagina99 pubblicata il venerdì, dopo un investimento che si è rivelato sbagliato e ha affossato le casse dell’azienda;
  • era specificato che occorrevano 40 contenuti giornoal solo scopo di generare traffico. Ora se ne chiedono 70 a una redazione rimasta orfana nel frattempo di quattro giornalisti;
  • nella sezione “identità editoriale” si preannunciava l’abbandono della pretesa di essere omnicomprensivi nella copertura dell’attualità, indirizzo invece ormai diventato centrale nel lavoro giornalistico chiesto alla redazione;
  • veniva annunciata la nascita di una redazione unicache si sarebbe occupata sia di it sia di LetteraDonna.it: ma a lavorare al sito femminile di fatto sono rimaste solamente le due persone “sopravvissute” ai tagli di quel settore e non in grado di sostenere la mole di lavoro prevista, nemmeno con l’aiuto sporadico degli altri redattori.

Per tutte queste ragioni, la redazione non può che essere basita di fronte alla risposta intimidatoria dell’azienda (“l’Editore si riserva tutte le iniziative del caso”), che si è dimostrata sorda verso una richiesta unanime giunta dai suoi dipendenti rispetto a un documento cardine su cui si fonda il lavoro redazionale. Viene perciò, come preannunciato, proclamato sciopero per la giornata di giovedì 28 marzo 2019.

Il cdr di Lettera43.it e LetteraDonna.it

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