ControCorrente: va in onda il falso. E in tanti ci credono

Massimo Alberizzi inviato del Corriere della Sera durante la guerra in LIberia

Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Roma, 13 dicembre 2018

Aveva ragione Berlusconi quando scientemente ha smesso i panni del carnefice per vestire quelli della vittima. Ha preparato una campagna mediatica e, da corruttore, si è fatto incoronare da giornalisti amici, martire, perseguitato dai giudici. Molta gente gli ha creduto.

E’ esattamente quello che sta accadendo nel mondo del giornalismo. Un manipolo di persone che hanno distrutto l’informazione – facendo ingoiare un contratto ignobile che ha falcidiato le redazioni, ridotto alla fame precari e collaboratori e rappresenta, come spiegò a suo tempo l’ex leader di Stampa Romana, Paolo Butturini, “una serie impressionante di concessioni agli editori” – si presenta ora come difensore dei collaboratori, dei posti di lavoro e dell’informazione libera e indipendente.

Il contratto di lavoro giornalistico voluto caparbiamente dall’ex segretatio della FNSI. Un regalo agli editori che sta distruggendo il giornalismo

Quello che mi impressiona di più in questa campagna elettorale non sono tanto le dichiarazioni false di chi governa la FNSI  o di quelli che vogliono strappare Stampa Romana, l’unica associazione regionale che non è sdraiata a mo’ di zerbino agli ordini di sindacalisti ed editori, a Lazzaro Pappagallo e al suo team. Mi sorprendono invece le adesioni di sostegno di quanti credono in quella linea sindacale che ha causato tanti disastri ai giornalisti. Colleghe e colleghi che non si rendono conto di essere presi in giro dalle promesse: le stesse di quattro anni fa, rimaste inevase e totalmente ignorate.

Mi riferisco a persone che stimo per la loro professionalità e il loro modo di intendere il giornalismo, il mestiere più bello del mondo che sta diventando, anche grazie a quei sindacalisti che ci governano, un’attività da burocrati passacarte.

Parlo di persone come Federica Angeli, Ilaria Sotis, Roberta Serdoz, Giovanna Gueci, Andrea Garibaldi, Andrea Purgatori, Beatrice Curci, solo per citarne alcune. Francamente non riesco a capire come fanno a schierarsi con chi ha approvato e sta difendendo quel contratto che per intere redazioni è stato come un plotone di esecuzione. Le elezioni del sindacato non sono un gioco. Attraverso il voto si decide il futuro dei colleghi. Si decide se i precari devono fare la fame, i contrattualizzati perdere il loro posto, i disoccupati rimanere per strada.

Ho sempre avuto una gran simpatia per Silvia Garambois (credo sia ricambiata) e forte gratitudine (dopo spiego il perché). Qualche mese fa ho passato una mezzoretta in via della Conciliazione a parlare di come questo attuale contratto abbia avuto un effetto devastante su tutto il mondo dell’informazione. Come faccio a capire il perché ora si sia candidata con chi quel contratto ha voluto e continua a sostenere?

Stessa cosa per Giovanna Gueci che partecipò con me ed altri a una durissima conferenza stampa in cui denunciavamo le sconcezze di questo contratto e la calata di braghe del sindacato sugli accordi del lavoro autonomo. Folgorata anche lei sulla via di Damasco ora va a braccetto con i suoi killer. E’ possibile che non se ne sia accorta?

Andrea Garibaldi è stato candidato con il gruppo di Senza Bavaglio all’INPGI ed era assai critico con questa gestione. E’ un validissimo collega che rispetto e stimo e quindi non riesco a capire come adesso ce lo ritroviamo dall’altra parte del tavolo, seduto con chi ha approvato persino una decurtazione delle pensioni (e quindi anche della sua).

Anche per Ilaria Sotis (tra l’altro nipotina della mia splendida amica e per anni compagna di scrivania, Lina) e Roberta Serdoz nutro una simpatia istintiva. Non mi spiego la loro scelta e non riesco a farmene una ragione.

A Beatrice Curci sono invece non solo affezionato ma anche grato e non scorderò mai quello che fece per me al congresso di Castellaneta. Assieme a Silvia Garambois e Lucia Visca firmò la lista che permise a Senza Bavaglio di eleggere un Consigliere Nazionale in più. Le tre ragazze poi subirono un vergognoso processo pubblico da parte di quei signori che allora si chiamavano Autonomia e Solidarietà e ora, chissà perché, ControCorrente. Volevano costringerle a fare autocritica e a ritirare la firma. Non lo fecero. Intimidite dai novelli Torquemada scoppiarono a piangere. Evitarono il rogo solo perché non è più di moda. Oggi solo Beatrice ha una motivazione personale che può giustificare la sua scelta. Io però, scusami Beatrice se puoi,  ritengo che le motivazioni personali debbono passare in secondo piano rispetto a quelle sociali. A me lo ha insegnato Nelson Mandela.

Non nutro nessun rancore per quelli che mi hanno denigrato in questi giorni, ma piuttosto una sorta di disappunto. Mi sarebbe piaciuto essere attaccato da Paola Spadari, per esempio, perché ho raccontato cose sbagliate, perché ho inventato informazioni e le ho fatte passare per verità. Invece no: offese a raffica. Mi manca l’accusa di rapinatore di banche e poi il mio quadro accusatorio è completo.

Sì, è vero, sono nato per fare il giornalista e quindi io e i miei colleghi intendiamo sempre ficcare il naso nei fatti altrui. Scusate se noi di Senza Bavaglio siamo così. Non riusciamo proprio a cambiare. Siamo diversi dai dirigenti del nostro sindacato perché siamo come voi, la maggior parte dei giornalisti di questo Paese. Quelli che la FNSI non rappresenta più. Infatti la maggior parte di coloro che esercitano questa stupenda professione non sono nemmeno più iscritti al sindacato. Pensate che nel Lazio sui quasi tremila giornalisti tesserati solo 73 hanno meno di 35 anni. Forse perché non si sentono difesi da un contratto bidone firmato dalla FNSI.

In questi anni abbiamo assistito a cose inenarrabili. La FNSI schierata in tribunale contro i colleghi che hanno fatto causa ai propri editori. Intollerabile, poi, la posizione della Federazione sulla causa intentata da alcuni giornalisti per invalidare il contratto. Se fosse stata veramente dalla parte dei giornalisti la FNSI avrebbe dovuto cogliere la palla al balzo e chiedere anche lei la cancellazione di un contratto per vizio di forma. Invece no. Si è schierata con gli editori e contro i giornalisti.

Sul sito della FNSI nessuno ha ancora cancellato la Fake News contenuta nel titolo con cui si dava notizia della sconfitta in primo grado dei colleghi che chiedevano di cancellare questo contratto. Il titolo recita: Respinto il ricorso contro il contratto Fieg-Fnsi. Il Tribunale: «L’accordo in vigore è pienamente legittimo». Notare, per favore, le virgolette.

Un titolo che mente nel più subdolo dei modi perché informa male. Il tribunale ha respinto sì il ricorso ma perché ha sostenuto che i querelanti non avessero titolo per presentare istanza al tribunale. Non ha mai detto che il contratto è pienamente legittimo.

Io vi chiedo ora: Se il nostro sindacato a parole combatte le Fake News ma poi invece le produce, non è un segnale che siamo arrivati al capolinea?

Massimo A. Alberizzi
twitter @sbavaglio
massimo.alberizzi@gmail.com

Non lasciare il tuo futuro in mano ai dirigenti della FNSI. A Roma vota la lista Informazione@futuro appoggiata da Senza Bavaglio

Per le elezioni del sindacato dei giornalisti Senza Bavaglio a Roma presenta alcuni candidati nelle liste di informazione@futuro guidate del segretario uscente di Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo.

Li trovate qui:
https://www.senzabavaglio.info/2018/12/04/ecco-le-liste-di-informazionefuturo-che-senza-bavaglio-vi-invita-a-votare-a-roma/

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