Cara e soprattutto vecchia Fnsi, ogni tavolo è buono

Speciale per Senza Bavaglio
Eugenio Gallavotti
Milano, 7 dicembre 2018

Sarei cauto a cullarmi nel generale ottimismo per l’aumento dei votanti alle elezioni dei giornalisti in Lombardia. Per dirne una: il calo degli iscritti all’Associazione è stato di gran lunga superiore. E tutti abbiamo avuto la percezione che il ritrovato suffragio sia stato, in realtà, il risultato di una brutale caccia al voto. Non abbiamo assistito allo spettacolo dei salmoni che risalgono entusiasti la corrente. Semmai abbiamo visto orsi predatori – i candidati – che sono andati a stanare anche colleghi che non vedevano da quarant’anni, ex fidanzate/i, mezzi parenti, persino commilitoni che mai si sarebbero sognati di scendere dalle brande per mettere 36 crocette e passa su una scheda elettronica impaginata male.
Giorgio Bocca

No, non è stato un evento fresco e vitale che ci ha riempiti di fiducia. C’è un mare da fare. Perché la stella polare non è il seggio in più o in meno: è la riconquista del consenso presso l’opinione pubblica. Quella è la leva più potente per rimettere in moto il sistema. Il giornalismo è un mestiere affascinante. Solo che non incanta più nessuno. La gente non ci segue più. Occorre avere ben presente che il vero obiettivo è riappropriarsi della credibilità e dell’immagine che i nostri padri e le nostre madri, da Montanelli a Fallaci, da Biagi a Carla Vanni, possedevano naturalmente, senza forzature. Puro fascino. Se avete due minuti guardate questo video di Giorgio Bocca:

https://www.youtube.com/watch?v=b-rKiwgcVEU
Racconta di giornali importanti, come il Corriere e la Repubblica, al servizio della pubblicità, non dei lettori. Ed è un filmato del 2008!
Perché, per esempio, la signora sempre ben vestita non compra più il suo femminile preferito? Perché la ragazza neppure si avvicina a un’edicola? Semplice, hanno mangiato la foglia: hanno capito che i giornali sono sempre meno indipendenti dalla pubblicità e da pressioni di varia natura. Perché hanno meno charme, meno carisma. Non è tutta “colpa del web”. E se il pubblico si allontana, gli stati di crisi – veri o presunti – si avvicinano. Matematico.
La nuova Fnsi può fare qualcosa? Molto, moltissimo. Potrebbe, per esempio, definire “speculatori” e non “editori” chi taglia teste, demansiona, delocalizza… Potrebbe creare consenso attorno all’idea che, se necessario, ad autoridursi gli stipendi non siano solo i giornalisti ma anche altri addetti della casa editrice, a cominciare dalle figure apicali. Potrebbe, perché no, rilanciarsi e cambiare nome, dopo 110 anni: “stampa” è un termine così desueto, riduttivo per definire il giornalismo di oggi e di domani; meglio e più inclusivo Fngi, Federazione Nazionale Giornalisti Italiani. E potrebbe ricordarsi che ogni tavolo è buono per trattare. A maggior ragione, quello del ministro del Lavoro. A maggior ragione, se non è un politico “amico”. A maggior ragione, se vuole tagliare gli ultimi fondi all’editoria. A maggior ragione, soprattutto, se il tavolo riguarda il tema delicatissimo dei precari. All’incontro con il ministro, la Fnsi ha preferito una manifestazione, a Roma, davanti al ministero dello Sviluppo economico, peraltro, non so se avete presente, uno degli edifici peggio riusciti del Ventennio, lontanissimo da qualunque idea di sviluppo.
Ci ha appena scritto una collega di Lodi: “Vi prego, aiutatemi. Ormai pagano 2 euro ad articolo e stanno tagliando ancora le pagine. Mio marito ha un contratto in scadenza, probabilmente non glielo rinnoveranno. Ho due figlie di 14 e 13 anni che hanno bisogno del dentista, non ho i soldi per la Casagit, men che meno per un odontoiatra privato…”.
Cos’è più urgente, un gruppetto e due striscioni sullo sfondo di un palazzo triste assai o due ragazze che stasera potrebbero sbattere la testa contro il muro per la pulpite?
Eugenio Gallavotti
Consigliere direttivo Alg
Delegato al congresso Fnsi
per la lista “Senza Bavaglio e Indipendenti”
www.senzabavaglio.info
A Roma per le elezioni del sindacato dei giornalisti Senza Bavaglio presenta alcuni candidati nelle liste di informazione@futuro guidate del segretario uscente di Spampa Romana, Lazzaro Pappagallo.

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