Speciale per Senza Bavaglio
Alessio Algeri
Roma, 30 settembre 2018
Una maggiore presenza sul territorio dei sindacati regionali dei giornalisti è auspicata da tutta la categoria, che spesso lamenta di essere abbandonata a se stessa e succube delle pretese, spesso inammissibili, degli editori. In alcune regioni, peraltro, la FNSI sembra essere completamente assente e per certi versi autoreferenziale.
In altre, come la Lombardia (la più corposa delle associazioni regionali di stampa) è completamente arrendevole alle richieste degli editori, come nel caso delle due testate della Mondadori, Confidenze e TuStyle, i cui redattori hanno firmato una lettera personale ai dirigenti della casa editrice di Segrate, con cui hanno chiesto un’autoriduzione dello stipendio. Sì, avete capito bene: una lettera personale. Un atteggiamento piuttosto curioso quello dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, il cui presidente – tra l’altro – ha posto esplicitamente il veto alla richiesta di alcuni colleghi delle due pubblicazioni di rivolgersi agli avvocati di Senza Bavaglio.
C’è di più. I colleghi della Mondadori sono stati impauriti e intimiditi. “Se non firmate tutti l’autoriduzione, l’accordo non si farà”. Quindi, per non danneggiare gli altri colleghi tutti hanno firmato la richiesta di autoriduzione. E il sindacato lombardo dov’era? E la FNSI? A fianco della Mondadori, vantandosi di aver salvato i posti di lavoro. “La prossima volta attenzione – ha ammonito un collega – un editore chiederà di essere pagato per far lavorare. E per salvare i posti la condizione sarà accettata”.
Nulla di strano se si pensa al fallimento dell’esperienza sindacale italiana, nella quale ricade anche quella della Federazione della stampa, spettatrice dei tagli dei posti di lavoro e della riduzione dei compensi giornalistici.
Oggi, tutti i settori dell’informazione si preparano ad affrontare un futuro poco roseo, determinato “da una crisi epocale che ha colpito l’editoriae il mercato del lavoro giornalistico, ma s’intravede qualche luce di ottimismo“, ha spiegato Lazzaro Pappagallo, segretario dell’Associazione Stampa Romana, articolazione territoriale del Lazio del sindacato dei giornalisti, in audizione nella terza commissione regionale consiliare permanente, Vigilanza sul pluralismo dell’informazione, presieduta da Davide Barillari (M5s).
L’ottimismo di Pappagallo si basa su quattro esempi che costituiscono elementi di speranza nel panorama dell’editoria italiana: La7, Il Fatto quotidiano, Fanpage, Huffington Post. “Ci sono editori – rimarca a Senza Bavaglio il segretario ASR – che lavorano su prodotti validi, che hanno dimezzato il debito e che riescono a incrementare le entrate, sono editori che hanno vinto la loro scommessa perché hanno lavorato bene”.
Negli ultimi giorni, la notizia dei contratti di solidarietà che saranno applicati ai dipendenti di Repubblica e all’Espresso e la chiusura del sito di quest’ultimo sono stati il segno inequivocabile della crisi che stampa e sindacato vivono. Eppure, l’Associazione Stampa Romana (ASR) non ha lesinato interventi per risollevare la situazione descritta, proponendo di volta in volta azioni svolte con successo, come la proposta di legge sulle agenzie di stampa, il primo sciopero unitario di settore, le soluzioni ai trasferimenti forzati e tanti altri provvedimenti che costituiscono la lunga lista delle attività dell’ASR.
Sullo stato del sindacato, Pappagallo ha co statato con rammarico il calo degli iscritti (circa 3000 nel Lazio), la mancanza di fiducia che i giovani non garantiti ripongono sul sindacato, sottolineando, di contro, il successo delle iniziative di Stampa Romana, in particolare nel campo della formazione sulle nuove tecnologie e sui nuovi media.
“Tutti gli enti – conclude il segretario dell’ASR – vivono oggi grosse difficoltà, il mercato del lavoro è mutato repentinamente, noi speriamo di essere stati e di essere ancora un’altra ‘modalità d’uso’, accogliamo le nuove sfide, il rinnovamento e ci poniamo come garanti dei diritti sindacali”.
Pappagallo oggi è messo sotto accusa dai colleghi di Controcorrente, cioè dai vecchi giornalisti che aderivano alla corrente Autonomia e Solidarietà e che hanno semplicemente cambiato nome ma sono sempre gli stessi. La critiche che gli vengono rivolte sono le stesse lanciate contro Senza Bavaglio: “Si serve troppo degli avvocati e così fa perdere il suo ruolo al sindacato”.
I colleghi che gestiscono una FNSI moribonda non hanno capito che il ruolo del sindacato è difendere i colleghi e il loro posto di lavoro. I mezzi ultilizzati sono secondari; devono solo essere incisivi. E se l’azione sindacale non funziona più (grazie proprio a quei dirigenti arrendevoli – e tanvolta complici – con gli editori) si possono e devono usare altri mezzi: per esempio gli avvocati. Sì, quagli avvocati che vincono alcune cause e ne perdono altre. Ma che non sono e non sarammo mai fiancheggiatori degli editori.
Alessio Algeri
algerialessio2@gmail.com
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