Gli altri dati dell’Fmi con il sorpasso della Spagna

Giovanni La Torre
Roma, 2 giugno 2018

Nel precedente “gessetto” abbiamo visto i dati rilevati dal Fondo Monetario Internazionale in merito al livello del debito mondiale, sia privato che pubblico. Esso debito è aumentato molto rispetto al 2007, sia in valore assoluto e sia in rapporto al Pil. Ritengo che sia la conseguenza di tutti i quantitative easing (QE – in italiano alleggerimento o allentamento quantitativo – designa una delle modalità non convenzionali con cui una banca centrale interviene sul sistema finanziario ed economico di un paese, per aumentare la moneta in circolazione – N.d.R.) messi in atto dalle banche centrali dei maggiori paesi e dal persistere della principale causa della crisi, la cattiva distribuzione del reddito, che impone a molte famiglie di indebitarsi per tirare a campare. È opportuno però che ci fermiamo qui nell’analisi, almeno fino a quando non disporremo di altri dati, soprattutto sul credito al consumo.

Veniamo invece ai dati dell’outlook, integrati da quelli appena resi noti dalla Bce, rielaborando i quali si nota che la Spagna nel 2017 avrebbe superato l’Italia. Facciamo subito delle precisazioni:

–         Il sorpasso riguarderebbe il reddito procapite a “parità di potere d’acquisto”,  che nel 2017 è stato pari a dollari Usa 38.140 per l’Italia e 38.286 per la Spagna (l’Fmi, come tutte le organizzazioni mondiali, trasforma i valori in dollari). Non riguarda quindi né il Pil complessivo né quello procapite monetario;

–         Infatti il Pil totale è pari a 1.716,2 miliardi di euro per l’Italia e 1.163,7 miliardi di euro per la Spagna. Mentre il Pil procapite monetario è pari all’incirca (si tratta di una mia elaborazione) a 29 mila euro per l’Italia e 28 mila euro per la Spagna;

–         La circostanza comunque desta sorpresa perché la Spagna ha un tasso di disoccupazione superiore all’Italia (16,5% contro 10,9%), dal che si deve dedurre che abbia una produttività di gran lunga superiore a quella italiana, perché altrimenti non si capisce come mai un minor numero di lavoratori produca di più per tutti gli altri (non vorrei che in Spagna sia in corso un’altra bolla);

–         Sul piano degli equilibri politico-economici mondiali non dovrebbe (uso il condizionale) cambiare molto perché il peso di un paese è dato dal Pil totale e non procapite (altrimenti la Cina sarebbe sotto l’Italia come importanza economica).

Il Salone delle operazioni alla Borsa di Madrid

Precisato questo, cerchiamo di scoprire cosa possa aver determinato la maggiore crescita spagnola, a prescindere dal “sorpasso”, perché è indubbio che da alcuni anni la Spagna cresce in misura doppia e tripla rispetto a noi. Molti commentatori hanno messo in evidenza che per esempio dal 2010 ad oggi il costo del lavoro in Italia è aumentato del 3,9% mentre in Spagna è diminuito del 4,3% (altro dato cha dà da “pensare” riguardo al sorpasso), la qual cosa avrebbe favorito le imprese e quindi la crescita (ma allora perché tutta quella disoccupazione?).

Guarda caso, però, non mi pare di aver notato finora che i media abbiano messo in evidenza un altro dato che è molto più rilevante: il saldo primario del bilancio pubblico.

L’Italia, l’abbiamo rilevato altre volte, ha un saldo primario positivo da almeno vent’anni (andiamo in deficit con gli interessi), quindi il bilancio pubblico svolge una funzione recessiva, fa da freno all’economia. In Spagna invece da alcuni anni il bilancio pubblico mostra un disavanzo primario, è quindi keynesianamente espansivo (secondo Keynes, quando si presentano carenze di domanda aggregata tali da lasciare che l’economia si allontani dalla piena occupazione del lavoro e dal pieno utilizzo della capacità produttiva, diventa necessario l’intervento pubblico a sostegno della domanda tramite politiche monetarie e/o fiscali espansive da Enciclopedia Treccani, N.d.R.). Ecco i dati degli ultimi anni (saldo primario/Pil. Fonte Bce):

–         Italia: 2013: + 1.9;  2014: + 1.6;  2015: + 1.5;  2016: + 1.5

–         Spagna: 2013: -3.5;  2014: -2.5;  2015: -2.2;  2016: -1.7

–         Differenza: 2013: 5,4;  2014: 4,1;  2015: 3,7;  2016: 3,2.

Ecco trovato il vero motivo della maggiore crescita spagnola. Qualcuno si chiederà: come mai alla Spagna vengono tollerati quei disavanzi? La risposta sta nel fatto che la Spagna ha chiesto formalmente aiuto all’Ue e ha accettato di sottoporsi alla supervisione e alla tutela della troika (Commissione Ue, Bce e Fmi), e quindi gli vengono concesse cose che agli altri non sono consentite.

Ma la cosa più interessante da notare è che l’Ue sa che un bilancio in disavanzo consente una maggiore crescita, ma non lo vuole ammettere ufficialmente.

Giovanni La Torre
(giovlatorre@gmail.com)

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