In vista del congresso FNSI parte l’assalto del calabrese Parisi al sindacato campano

da www.iustitia.it
Napoli, 5 maggio 2017

Il 27 aprile si è presentato nella sede del Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania il superboss degli undicimila pubblicisti della regione Domenico Falco, vice presidente dell’Ordine campano, seguito dai fedelissimi Francesco Ferraro, vice presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Ordine e genero dell’editore televisivo Lucio Varriale, e Alessandro Sansoni, consigliere dell’Ordine nazionale e collaboratore di Julie, la tv di Varriale.

Motivo della visita la consegna di 150 moduli già compilati per l’iscrizione al SUGC di 132 pubblicisti e 18 professionisti, accompagnata da una mazzetta di 7500 euro in banconote da 50 per pagare le quote dei nuovi soci. Da segnalare che tra i professionisti con Simone Di Meo ed Espedito Pistone ci sono quattro Falco (Agostino, Luigi, Maria e Vittorio) e tre del gruppo Varriale (Giulia, il figlio dell’editore Livio e sua moglie Veronica Riefolo, redattrice di Julie tv e candidata senza successo nel 2015 alle elezioni regionali nelle fila di Forza Italia).

Domenico (Mimmo) Falco (a sinistra) e Ottavio Lucarelli (a destra)

Il segretario del sindacato Claudio Silvestri ha accettato con riserva i moduli e le quote perché l’iscrizione deve passare al vaglio del direttivo. E nella seconda metà di aprile ci sono state le iscrizioni di altri professionisti. Tra questi Enzo Colimoro, Giovanni Lucianelli e la vice fiduciaria regionale dell’INPGI Rossana Russo, una pedina che il presidente dell’Ordine regionale Ottavio Lucarelli non ha candidato nell’ottobre scorso alle elezioni per l’Ordine e vorrebbe ora lanciare nell’arena del sindacato.

A questo punto è necessaria una digressione per Colimoro, perché la gran parte dei giornalisti campani non ha memoria o, per motivi poco nobili, preferisce non utilizzarla. Attualmente è fiduciario regionale INPGI, una quasi sinecura che gli rende 5556 euro l’anno, e consigliere dell’Ordine campano, dopo avere guidato l’Associazione Napoletana della Stampa per tredici anni, dal 2001 come segretario e da presidente dal 2007 all’aprile del 2014 quando ha seppellito l’ultracentenario sindacato partenopeo.

Enzo Colimoro

Nel febbraio del 2014 l’allora presidente della FNSI Giovanni Rossi convocò a Roma i vertici campani perché i pignoramenti dell’avvocato Stefano Cianci per incassare i tre milioni e mezzo dovuti dal sindacato al comune di Napoli per la Casina del boschetto stavano ‘aggredendo’ le casse di INPGI e Casagit.

A Colimoro e a Falco dettò la linea da seguire: immediato scioglimento dell’Assostampa, che il 3 marzo con una decisione senza precedenti verrà radiata dalla FNSI; avvio di un nuovo organismo sindacale. E Rossi replicò sprezzante a Colimoro, che, per conservare la sua poltroncina, proponeva una sorta di “continuità politica”: “Voi siete fuori e nella nuova gestione non ci deve essere nessun componente del vecchio direttivo”. E ricordò a Falco le responsabilità dei pubblicisti campani nella “vergognosa gestione” del Circolo della stampa.

Nell’aprile del 2015, a un anno dalla nascita, il Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania, guidato dal presidente Armando Borriello e dal segretario Silvestri, ottiene l’affiliazione dalla Federazione della stampa, nonostante la battaglia durissima condotta contro il SUGC da Falco, che nel luglio del 2014 dà vita addirittura a una specie di sindacato alternativo, il Mug, Movimento unitario dei giornalisti.

Armando Borriello (a destra) fotografato con il candidato alla presidenza della Regione Campania Marco Esposito

Chiarito il quadro, torniamo ora alle iscrizioni in blocco. Napoli vantauna lunga tradizione in materia di acquisto di pacchetti di tessere, dai democristiani della Prima repubblica fino agli esponenti del Pd coinvolti nel gennaio del 2017 nelle iscrizioni tarocche distribuite a Miano alla vigilia del congresso del partito. È invece una novità il tentativo di scalare un sindacato attraverso l’acquisto di blocchi di tessere.

Perché Falco e i suoi (va ricordato che Sansoni è stato tra i fondatori del SUGC salvo dimettersi quasi subito per partecipare al varo del MUG), dopo quattro anni di guerra vanno all’assalto del sindacato?

La risposta è semplice: in autunno si vota per il congresso della Federazione della stampa ed è indispensabile controllare un consistente pacchetto di iscritti con un duplice obiettivo: eleggere almeno una parte dei delegati e, in una fase successiva, organizzare la scalata per il controllo del SUGC. Per le iscrizioni è stata necessaria una forte accelerazione perché per votare e candidarsi i nuovi soci devono avere almeno sei mesi di anzianità e il prossimo consiglio della Federazione previsto per fine maggio potrebbe decidere di indire le elezioni a novembre. A questo punto il termine del 30 aprile diventa invalicabile.

Stando alle voci, i tempi e la regia dell’operazione, da portare avanti non soltanto in Campania, sarebbero dettati da Carlo Parisi, dominus incontrastato dei giornalisti calabresi, che aspira a giocare da protagonista la partita del congresso.

Iustitia

 

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