Ex Fissa, la favola di Guido Bossa, il Re Mida dei giornalisti

Paolo Di Mizio
22 marzo 2018
Sono commosso. Non so come ringraziare il collega Guido Bossa, Presidente dell’UNGP, Unione Nazionale Giornalisti Poveracci… come dite? Ah, pardon giornalisti Pensionati, non Poveracci. Be’, comunque mi vengono quasi le lacrime agli occhi quando leggo il nome di Bossa, come nel suo ultimo comunicato (http://www.ungp.it/ungp17/Pagine/Home.asp) in cui ci annuncia che sulla ex fissa, grazie a lui, è quasi tutto risolto e, sempre grazie a lui, stiamo facendo grandi “passi in avanti”. A me erano sembrati spaventosi passi indietro verso il baratro, ma per fortuna Bossa dice il contrario e io gli credo ciecamente.
 
Perché non dovrei credergli? Del resto, quando decisi di andare in pensione anticipatamente, come mille altri giornalisti, feci conto sul TFR e sul gruzzolo della ex fissa per colmare il divario tra stipendio e pensione negli anni a venire e per mantenere la mia famiglia. Sapevo che c’era Bossa a tutelarci, e quindi andavo sereno.
 
E quando l’INPGI mi comunicò che la ex fissa non potevano pagarla subito ma me l’avrebbero liquidata in 5 anni con sontuosi interessi (5%, ragazzi, roba da nababbi), ringraziai in cuor mio il nostro difensore Guido Bossa. Meno male che Bossa c’è, mi dissi. Bossa santo, subito!
Guido Bossa
Guido Bossa
 
Passarono gli anni. Dei soldi della ex fissa neanche l’ombra. Cominciarono a girare voci allarmanti (“Il fondo ex fissa non ha più un quattrino!” “Il fondo ex fissa di fatto è fallito!”). Ma io ero tranquillo. Anzi, in cuor mio sorridevo di quegli ingenui allarmismi. In cuor mio sapevo che c’era Bossa a difendermi, a difenderci tutti. 
 
A voce bassa, con serena gratitudine, dissi una preghiera e invocai il suo nome: “Guido! Guido Bossa che sei nei cieli! Sia santificato il tuo nome, sia fatta la tua volontà! Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri crediti come noi li rimettiamo ai nostri creditori! Amen. Pensaci tu, Bossa. Grazie, amico mio”.
 
Lui non rispose. Ma da lontano mi sorrise, lo so. Quindi non mi preoccupai, perché sapevo che, come Superman, Bossa agiva in incognito, sotto mentite spoglie. Non visto, mi tutelava, ci tutelava tutti. E così stavo tranquillo e mi godevo la vita.
 
Poi arrivò una nuova doccia fredda. Ci fu comunicato che la ex fissa ci sarebbe stata pagata in 10-15 anni. Quindici anni? Ohibò, ma ci sarò ancora in questa valle di lacrime tra quindici anni, mi chiesi?
 
Poi venni a sapere che gli interessi sul credito si erano tramutati dal 5% a uno zero per cento spaccato. Com’è possibile? Bossa deve essersi distratto un momento, pensai. Ma adesso rimedierà. Lo so, Bossa farà fuoco e fiamme per farci restituire capitale e interessi.
 
L’Inpgi pagò la prima rata annuale, poi la seconda (sempre senza darci notizia degli interessi misteriosamente precipitati a zero all’insaputa di noi creditori). Infine venne l’amaro dicembre del 2017, quando invece della sospirata terza rata, ci arrivò una letterina di Natale: “Cari ragazzi pensionati, niente rata quest’anno. Non c’è il becco di una lira.”
 
Bossa! Bossa! Invocai a tutta voce. Niente, Bossa non rispose. Ma avevo fiducia, sapevo che Bossa operava dietro le quinte, e cercavo di rimanere tranquillo. In verità fui un po’ deluso, lo confesso, quando la rata di dicembre 2017 ci fu liquidata a febbraio 2018: mi arrivò un assegno di 2.100 euro netti (3.000 lordi) invece dei 12.000 netti che aspettavo. 
 
Bossa! Amico mio! C’è un errore. Hanno sbagliato la cifra. Lui non rispose.
 
No, non avevano sbagliato. Adesso, leggendo il comunicato di Bossa, ho capito tutto: non c’era un quattrino, la malvagia FIEG proponeva di non pagare manco una lira ai giornalisti poveracci e pensionati. Ma lui, Bossa, era intervenuto con il coraggio di un leone, battendo i pugni sul tavolo, terrorizzando la FIEG e piegando la FNSI alla sua volontà. E infine, sfoderando la sua magia da Re Mida, Bossa aveva trasformato un campo di cime di rapa in un campo di monete d’oro.
 
Così, bastò mandare un manipolo di extracomunitari a raccogliere le monete, ed ecco fatto, un bell’assegno di euro 3.000 lordi a tutti i giornalisti poveracci.
 
D’accordo, io aspettavo 12 mila euro netti, non 3.000 lordi, ma la colpa non è di Bossa: la colpa è degli extracomunitari che andarono a fare il raccolto prima che le monete d’oro fossero mature. (Questi extracomunitari devono darsi una regolata, se no alle prossime elezioni votiamo la Lega, capito?)
 
Nel frattempo Bossa lavorava ancora per noi. A nostra insaputa, costringeva la FNSI ad offrire ai giornalisti poveracci in attesa di ex fissa un bel contratto: “Caro giornalista pensionato, tu rinunci al 50% del tuo credito e noi ti paghiamo presto (quando? Non si sa!). Oppure rinunci al 40% o al 30% dei tuoi soldi e noi ti paghiamo in futuro (quando? Non si sa!).”
 
Un bel vantaggio, non c’è che dire. E non basta. Se qualche giornalista poveraccio e caparbio non accettasse di ridurre il proprio credito e buttare via metà della ex fissa, ecco che la FNSI si impegna fin d’ora a pagare l’intera cifra, ripeto “l’intera cifra”. Ce lo ha assicurato Bossa nel suo comunicato: “una riunione del nostro Comitato esecutivo, con la partecipazione del Segretario generale e del direttore della Fnsi Tartaglia, forniva ulteriori chiarimenti su tempi e modalità della liquidazione delle spettanze agli aventi diritto”.
 
Oh, finalmente. E quali sono le modalità e i tempi della liquidazione della ex fissa? Incalzato dall’intrepido Bossa, il direttore della Fnsi Tartaglia lo ha dovuto dire chiaro e tondo: “A rate, entro i prossimi 20 anni, sicuramente non più di 20 anni”.
 
Grazie, Bossa. Allora tra 20 anni esatti festeggeremo alla grande, e vorrei che alla festa partecipassi anche tu, come ospite d’onore. Io porterò lo champagne, dài vieni, che ci divertiamo.
 
Ciao, Bossa. Grazie ancora di tutto, amico mio, amico nostro.
Paolo Di Mizio
Comitato “Diritto Ex Fissa”
L’articolo di Guido Bossa sull’EX FISSA è pubblicato sulla home page del sito dell’UNGP  http://www.ungp.it/ungp17/Pagine/Home.asp

Comunicato del Comitato Diritto Ex Fissa

Gentile presidente Ungp Guido Bossa, 
abbiamo letto con piacere quanto l’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati si sia data da fare per la questione ex fissa. Come Comitato diritto ex fissa abbiamo molti dubbi sulla gestione della vicenda da parte di tutti gli enti interessati. E dello stesso Sindacato e, se ci permetti, anche dell’Ungp. Ti chiediamo quindi, data la tua sensibilità verso un diritto che viene negato ai pensionati, di compiere un passo robusto e formale presso l’INPGI affinché tiri fuori nero su bianco i conteggi finora richiesti invano dagli aventi diritto. Non a voce, tramite lo sportello FNSI, ma per iscritto. E’ una battaglia per la trasparenza che stiamo conducendo insieme ai circa 5000 iscritti al nostro Comitato e a cui finora l’INPGI ha risposto negativamente. 
Il Comitato Diritto ex fissa
Rappresentanti esecutivi:
Massimo Benedetti
Andrea Garibaldi
Paolo Di Mizio
Giovanni Dragoni
Silvia Mauro
Barbara Pavarotti
Marina Sbardella
Antonello Sette
Stefania Tamburello
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Grande Guido Bossa che ha imbastito un intero articolo senza dire nulla. Ragazzi non è semplice scrivere un paio di cartelle senza rispondere alla domanda che Guido conosce bene. La richiesta di chi ha maturato il diritto all’ex fissa è una sola: “Vogliamo i soldi che ci spettano”. Guido, riesci a rispondere a questa domanda? Poi ne abbiamo anche altre aggiuntive, come per esempio: “Chi ha la colpa del cul de sac in cui ci stiamo trovando?”
Aspettiamo ansiosi una tua risposta
Senza Bavaglio

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