Al diavolo i giornalisti: incollati alle poltrone i dirigenti della Lombarda scaduti non vogliono elezioni

Massimo AlberizziSpeciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 8 gennaio 2017

Il signor Paolo Perucchini, ex presidente della Lombarda giacché è scaduto il 22 dicembre 2017, tenta di resistere sul suo scranno e non vuole indire le elezioni. Per questo durante il direttivo di oggi, 8 gennaio, ha addotto motivazioni tanto capziose quanto pretestuose. Ha tirato in ballo vecchie mozioni che rimandavano le elezioni del 2013, i costi che si devono sopportare per organizzare elezioni e cose assolutamente inconsistenti. Insomma un tentativo di golpe che chiederemo al giudice di bloccare. Ecco perché siamo costretti a rivolgerci alla magistratura: quando c’è qualcuno che viola le regole, l’unica difesa è il tribunale.

L’ingresso dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti

Il vero motivo della resistenza di Perucchini e compagni è che sanno che se vanno a elezioni rischiano di perdere le poltrone e lasciarle a qualcun altro. Ma non solo: Perucchini dalla FNSI ha ricevuto un ordine preciso: “Resistere, resistere, resistere”. Anche in questo caso il motivo è molto chiaro anche se non palesato. Si sta andando a discutere il nuovo contratto e la Lombarda di Perucchini (e del vero regista dell’operazione, Giovanni Negri)  si schiererà acriticamente sulle posizioni della FNSI che tanto hanno nuociuto ai colleghi. Resistere quindi, anche se ciò vuol dire violare anche il provvedimento cautelare del Tribunale di Milano che boccia (anche se non nel merito) l’introduzione del nuovo statuto e stabilisce che resta in vigore il vecchio, ovvero lo statuto secondo cui il direttivo è scaduto il 22 dicembre scorso e si devono quindi organizzare subito le elezioni per il rinnovo delle Cariche Sociali.

Una Lombarda gestita da una maggioranza diversa, che si faccia carico dei reali problemi dei giornalisti, autorizzata a partecipare alle trattative sul nuovo contratto può dare fastidio, molto fastidio alla FNSI, che con gli ultimi due contratti ha regalato – per usare le parole dell’Associazione Stampa Romana – “una serie impressionante di concessioni agli editori”.

Perucchini ha fatto un elenco di spese che si dovrebbero affrontare per organizzare le elezioni. Certo lui dovrebbe sapere che la democrazia ha un costo, invece una bella dittatura costa molto meno. La questione denaro da spendere è stata utilizzata per intimidire gli iscritti al sindacato e mettere il cappello ancora una volta sulla poltrona di presidente.

Perucchini e compagni (cioè, oltre alla sua, Stampa Democratica, le correnti di Nuova Informazione, di Non Rubateci il Futuro, che fa capo a Edmondo Rho, della semiclandestina Impegno Sindacale che l’hanno sostenuto in questa operazione) non si rendono conto (o non si vogliono rendere conto) che il sindacato ha bisogno di essere rinnovato profondamente, che i colleghi stanno perdendo il lavoro, vengono cacciati dalle redazioni, che la pubblicità sta invadendo i giornali e che gli influencer siedono ormai alle scrivanie dei giornalisti. Loro imperterriti restano abbarbicati alle loro poltrone e al diavolo i giornalisti e i loro fastidiosi problemi.

Il contratto di lavoro giornalistico voluto caparbiamente dall’ex segretatio della FNSI. Un regalo agli editori che sta distruggendo il giornalismo

L’ex presidente ha sostenuto con enfasi che lui non ha mai commesso illegalità e ha sempre rispettato le regole. Falso: il nuovo statuto è stato messo ai voti con una procedura illegale. L’ha scritto il giudice nell’ordinanza sopra ricordata. Non lo dico io. E ora non convoca le elezioni, come previsto dallo statuto in vigore. E’ legale tutto ciò? Io lo non credo. Si assiste ormai a un’arbitrarietà generalizzata che viene giustificata vuoi con le spese per sostenere le elezioni, o con l’emergenza che sta vivendo l’informazione.

Mentre il giornalismo sta morendo, i colleghi perdono il posto di lavoro, i nuovi giornalisti hanno stipendi da fame, i collaboratori sono sottopagati e gli stati di crisi invadono le redazioni i dirigenti della Lombarda si trincerano nei loro posti, facendo la guerra – di fatto – alle istanze di democrazia della base dei giornalisti. Il nuovo contratto che andremo a discutere rischia di essere peggiore dell’attuale. Se la Lombarda andrà con  questa dirigenza, si profila il consueto scenario di una vallo senza contestazioni e tutti i giornalisti italiani ne pagheranno le conseguenze.

Perucchini e soci vadano a ripassare il discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: ha ricordato a tutti che le scadenze in democrazia vanno rispettate e che la democrazia è tale se si rispettano le scadenze.

Massimo A. Alberizzi
massimo.alberizzi@gmail.com
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