INPGI, le scorrettezze del ministero del Lavoro contro Franco Abruzzo

Speciale per Senza Bavaglio
Pino Nicotri
Barcellona, 27 settembre 2017

Contro Franco Abruzzo, membro del collegio dei sindaci revisori dei conti dell’INPGI, si è esagerato superando di molto il limite non solo del lecito, ma anche della decenza. Già è grave che lo scorso 26 febbraio il vertice esecutivo dell’Istituto si sia permesso di attacarlo pesantemente, colpendo per giunta anche Pierluigi Franz, un altro sindaco scomodo perché sempre molto attento nei controlli. Fatto grave perché i controllati MAI devono potersi permettere di voler controllare o condizionare chi ha la responsabilità di esercitare il controllo su di loro, altrimenti si sconfina nell’insubordinazione.

Concetta Ferrari, direttrice generale per le politiche previdenziali e assicurative del ministero del Lavoro

Il 21 settembre si è aggiunto però un attacco frontale sferrato, pur senza farne il nome, dal direttore generale per le politiche previdenziali e assicurative del ministero del Lavoro, dottoressa Concetta Ferrari. Attacco condotto con un linguaggio non molto chiaro, e che di fatto sconfessa comunque l’INPGI e dà ragione ad Abruzzo, avvenuto nel corso della seduta della Commissione Bicamerale Parlamentare di controllo sulle attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

La dottoressa Ferrari non ne ha fatto il nome, ma che si tratti di Abruzzo lo dimostra in modo inequivocabile il suo riferirsi esplicitamente a un membro del Collegio dei sindaci INPGI che “ha impugnato la delibera del prelievo forzoso sulle pensioni”. Delibera approvata dalla stessa Ferrari per quanto riguarda il “suo” ministero, ma non dal ministero dell’Economia, altro ministero vigilante sull’INPGI. Circostanza, il no del ministero dell’Economia, peraltro taciuta dalla Ferrari nel corso del suo intervento. La dottoressa ha comunque il merito di avere detto chiaro e tondo che quello imposto dall’INPGI non è un “prelievo di solidarietà”, come è stato invece gabellato dall’Istituto, ma di “straordinarietà”. Fosse stato usato questo termine, anziché l’altro decisamente improprio e alquanto ipocrita o almeno fuorviante, nessuno avrebbe impugnato nulla, neppure Abruzzo.

Franco Abruzzo

Ecco alcuni stralci dell’intervento ricavati dalla sbobinatura della sua registrazione:

… addirittura rischiamo di sfasciare qualche cassa. E parlo dell’Inpgi dove con estrema attenzione, ma mi permetto di dire anche con fatica si sta cercando… è stato avviato questo processo, questa riforma degli assetti previdenziali dell’INPGI dove siedono dei pensionati. Mi dispiace poi che proprio un pensionato che siede in collegio sindacale abbia fatto impugnare quella che è la delibera su un contributo che non è di solidarietà ma è di straordinarietà. E’ un contributo che l’INPGI ha pensato perché tutte le platee, pensionati e iscritti attivi concorrano a tenere su quest’Ente. A fare in modo che gli equilibri dell’Ente consentano di avere prestazioni pensionistiche e previdenziali future. Questo era, ritengo, il fondamento su cui poi i ministeri hanno approvato la delibera… le delibere dell’INPGI, quella di riforma previdenziale e questa che determinava… la prima l’avevamo bocciata perché era un contributo straordinario e se è straordinario non lo puoi reiterare. Anche il parlamento sa perfettamente che anche i contributi Letta 1, 2 e così via la Corte Costituzionale li ha impugnati perché tu non puoi reiterare la straordinarietà sulle stesse basi e nello stesso periodo. Questo era invece un concorso delle varie platee al risanamento dell’Ente. Utilizziamo le parole giuste…”.

Il discorso non è chiarissimo, e chi vuole ascoltarlo può farlo cliccando sul seguente link:
http://webtv.camera.it/evento/11817

Pino Nicotri
Senza Bavaglio
pinonicotri@gmail.com

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