La vicenda del burqa di legno messo alle statue nel museo capitolino per compiacere il presidente iraniano, è di uno squallore senza limiti. Sul tema si sentono domande retoriche che non hanno senso, del tipo: “non si poteva portare l’ospite in un altro sito?”. Ma cari signori, il presidente iraniano proprio lì voleva andare, sono pronto a scommettere che l’abbia preteso fermamente nelle trattative dei giorni precedenti, e proprio così voleva che andassero le cose.
L’Iran è capitolata diplomaticamente nei confronti dell’occidente con i recenti accordi e allora aveva bisogno di far vedere al proprio popolo, all’Islam e al mondo intero, che invece lui l’occidente lo tratta come un servo, gli impone l’ubbidienza facendosi gioco dei cosiddetti valori irrinunciabili.
Uno di questi valori è la libertà di espressione, e lui ha voluto dimostrare che invece quei valori possono essere negoziabili eccome. Basta qualche appalto e subito l’occidente sbraca. Ma quale occidente? E qui sta il punto.
Durante la Seconda Guerra Mondiale Churchill definì l’Italia il “ventre molle dell’Europa”, e sulla base di questa constatazione adattò la propria strategia militare. Oggi l’Italia è il “ventre molle” dell’intero occidente liberale, un paese dove tutto ha un prezzo e nulla è intrattabile. La stessa corruzione è un “di cui” di questa verità. D’altro canto di un paese che ha avuto come capo del governo un Berlusconi cosa si può pensare? E il bulletto fiorentino si sta dimostrando degno erede spirituale del pregiudicato di Arcore. B. fece il baciamano a Gheddafi, umiliando tutta l’Europa, Renzi ha umiliato l’intero occidente liberale mercificando la libertà d’espressione. Ma dubito che si sia reso conto della gravità dell’atto, anzi è molto probabile che si stia considerando, dentro di sé, un “furbo”.
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