Casalino: più si è sbruffoni e più si proclama la propria debolezza

Giovanni La Torre
Roma, 23 settemnbre 2018

La vicenda del portaborse Casalino, uno dei tanti cresciuto e formatosi con la tv spazzatura di Berlusconi, è l’ennesimo segno inequivocabile della debolezza congenita del M5S. Eh sì! Perché uno serio e forte le cose le fa ma non le dice. Minacciare i funzionari del ministero dell’economia, facendo finta di non sapere di essere registrato, con parole degne di un bulletto di periferia, è tipico di chi non è in grado di prendere in mano la situazione e allora si limita a far credere ai suoi di fare la voce grossa … a parole, così che i suoi elettori possano dire “hai visto come gliele ha cantate?”. Appunto: “Gliele ha cantate”, punto e basta.

Beppe Grillo assiste (vicino a lui, sulla sinistra, Rocco Casalino) in tribuna ospiti in Senato durante l’esame del DDL sulle Riforme, Roma 15 Luglio 2014. ANSA/GIUSEPPE LAMI

L’uscita del Casalino mostra che i 5S non sanno da dove cominciare nei numeri del bilancio pubblico e allora temono che tutti li stiano facendo fessi. Questi limiti di fessacchiotteria di quel partito li avevamo già messi in evidenza quando venne fuori la questione dei bonifici fatti dai loro onorevoli giusto per stampare la ricevuta e poi stornarli subito dopo. Oltre tutto, i fondi per le riforme li devono trovare e scegliere i politici non i burocrati. Loro non hanno sempre detto per esempio che l’Ue va male perché a Bruxelles comandano i burocrati invece dei politici eletti dal popolo? E allora? Ora invece in Italia pretendono che siano i burocrati a scegliere dove tagliare per trovare i fondi. Boh?!

Intanto la Lega li sta facendo fessi a sua volta. Non solo Salvini li ha abbondantemente sorpassati nei sondaggi, ma ora sta cercando di flirtare con l’Ue. Infatti mentre lo show del bullo dei 5S andava in onda, Giorgetti faceva una perorazione pro Ue: “Non possiamo trascurare i vincoli dell’Europa”.

Perché, cari amici, a pensarci bene, considerata l’atmosfera vagamente neo liberista vigente a Bruxelles, alla fin fine l’Ue potrebbe essere tentata di appoggiare le riforme della Lega e per queste chiudere un occhio sul resto: diminuire le imposte dirette e aumentare l’Iva (scelta tipicamente neo liberista e di destra), e sanzionare quelle dei 5S (reddito di cittadinanza e mercato del lavoro). Oltre tutto la Lega avendo già avuto esperienza di governo locale e centrale, un bilancio è in grado di leggerlo, cosa che a quanto pare non è alla portata dei 5S.

Continueremo a seguire la situazione, perché anche Salvini qualche zappata sui piedi ogni tanto se la dà.

Giovanni La Torre
giovlatorre@gmail.com

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