Arnold Schonberg, ebreo austriaco, l’inventore della dodecafonia, uno dei tre capiscuola della musica strumentale del Novecento, gli altri due essendo Debussy e Stravinsky, ha scritto un brano intitolato “A Survivor from Warsaw” (Un Sopravvissuto di Varsavia). Il brano è breve, dura meno di dieci minuti, ma viene considerato il monumento più grande che la musica abbia eretto alla memoria della shoah. Schonberg ha scritto sia la musica che il testo, quest’ultimo è in inglese perché il compositore da alcuni anni era riparato negli Usa per sfuggire alle persecuzioni naziste.
L’opera, che è del 1947, è tratta dal racconto di un fatto vero narrato da un ebreo polacco sopravvissuto ad Auschwitz e che il compositore aveva udito direttamente. Il testo è affidato non a un cantante, ma a una voce recitante, e narra di un episodio avvenuto nel campo di concentramento che ha del miracoloso. Mentre un gruppo di ebrei condotti fuori dai dormitori quando era ancora notte, e destinati alla camera a gas, subivano le umiliazioni e le sevizie peggiori, a un certo punto, mentre le sevizie e le umiliazioni raggiungevano l’apice, senza che nessuno avesse dato l’ordine, ma come se qualcuno l’avesse dato, tutti gli ebrei spontaneamente e all’unisono intonarono il canto liturgico “Shema Yisroel”, “Sorgi, Israele”.
Il 13 novembre 2015, i parigini scampati all’attentato allo stadio, spontaneamente e all’unisono hanno intonato la Marsigliese.
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