Dove sono i socialdemocrartici tedeschi e nord europei?

Più passano i giorni e più monta il sospetto che quello che è stato definito “accordo” tra la Grecia e l’Ue è solo un rinviare la palla nel campo avversario per poter poi attribuirgli la colpa della rottura definitiva, con il possibile esito finale della fuoriuscita dall’euro della Grecia.

Lo hanno capito gli Usa i quali, tramite l’Fmi, fanno giungere un messaggio chiaro all’Europa: senza la riduzione del debito greco sarà impossibile che quel paese risorga e pertanto fra qualche mese ci troveremo nella stessa situazione di oggi.

Grandi responsabilità per la piega che ha preso la questione la ha senza dubbio Tsipras, con quel referendum che ha incattivito i suoi avversari e di cui dopo si è pentito amaramente, fino al punto di accettare, quale segno di contrizione, delle clausole più vessatorie di quelle che aveva invitato a rifiutare con il voto. Salvo dire al proprio paese “di non credere in quell’accordo”, cioè il più classico degli atteggiamenti parolai e inconcludenti di certi uomini di sinistra.

Delle grandi responsabilità tedesche abbiamo già detto in più occasioni e non ci resta che rilevare che se non si trova il modo di fermarli, veramente va a rischio l’Ue, non solo l’eurozona.

E’ giunta invece l’ora di parlare anche delle altre responsabilità. Nei giorni precedenti la riunione conclusiva di Bruxelles, diversi giornali si sono divertiti a disegnare mappe sull’eurozona colorando in modo diverso i 19 paesi, a seconda del loro atteggiamento verso la Grecia. Ebbene veniva fuori che nessun paese, ripeto NESSUN paese, era pro Grecia. Neanche Francia e Italia, i quali venivano indicati come “pontieri”, “mediatori”, ma niente di più (sotto riporto un link). Allora, ce lo vogliamo dire questo? Vogliamo dirci che la Germania, la Merkel e Schauble, sono diventati i parafulmine di una critica che dovrebbe riguardare tutti, ripeto TUTTI!

Gli ex vassalli dell’Urss, si dice, hanno paura di ogni intervento pubblico che faccia assomigliare, sia pure pallidamente, l’Europa ai vecchi regimi che hanno sperimentato in passato, e per questo sono diventati iper liberisti (d’altro canto la stessa “evoluzione” hanno subito certi comunisti italiani); in più, aggiungiamo noi, sono passati da un vassallaggio a un altro, da quello russo a quello tedesco, il cui espansionismo economico a Est è sotto gli occhi di tutti. In questo caso forse solo gli Usa potrebbero farsi sentire, perché in caso di un ritorno in futuro dell’espansionismo russo non è la Germania, che è stata disarmata dopo la seconda guerra mondiale, che li può difendere, ma gli Usa. E i paesi interessati sono i primi ad averne coscienza, prova ne è che per ogni missione militare degli Usa sono i più solleciti a inviare propri soldati e mezzi, come a voler dire agli americani “ricordatevi degli amici al momento del bisogno”. Certo, sarebbe un’ingerenza degli Usa nei fatti europei, ma tant’è.

I paesi Pigs (Portogallo, Irlanda, Spagna) non vogliono fare la figura di quelli che hanno accettato sacrifici pesanti per essere “salvati” e poi approvare che un altro paese del gruppo, la Grecia, venga salvato senza gli stessi sacrifici. Anzi maggiori sono i sacrifici inflitti a quest’ultimo e più possono dire al proprio popolo “avete visto che noi ce la siamo cavata meglio?”.

Francia e Italia, sono a rischio di trovarsi prima o poi nella situazione di dover chiedere qualche deroga, se non qualche aiuto concreto, e allora è bene non mettersi decisamente contro il manovratore. E poi sono governati da mezze calzette.

Dei paesi del Nord Europa è inutile parlare, perché loro considerano noi mediterranei come degli irresponsabili, spendaccioni e corrotti, e quindi anche loro si nascondono dietro il volto feroce della Germania.

Ma grande responsabilità la hanno anche i partiti socialdemocratici della Germania, dell’Austria e dei paesi Nord europei, come pure i laburisti inglesi, anche se questi ultimi non sono nell’euro. Dove sono finiti tutti costoro? E’ mai possibile che si siano convertiti totalmente all’ideologia che sta infestando il mondo dagli anni ottanta in poi? E’ mai possibile che neanche una crisi di dimensioni rilevanti come quella del 2007 sia stata sufficiente a ridestarli? Hanno paura anche loro dei rispettivi elettorati? Ma allora sono tutti “populisti”, non solo Le Pen, Alba dorata, Grillo, la Lega e compagnia cantante. Ilblairismo, che non è stato altro che il thatcherismo sotto altra forma, è stato il primo sintomo di una malattia che sta devastando la sinistra europea; il massimalismo parolaio è invece una malattia da cui certa altra sinistra non è mai guarita.

E’ evidente che solo una sinistra liberalsocialista potrebbe invertire la rotta, una sinistra che affonda le proprie radici culturali in Stuart Mill, Keynes, Beveridge e, per noi, in Croce, Gobetti, Rosselli, Salvemini, Sylos Labini, ecc. Una sinistra che non solo è in grado di conciliare libertà economica e libertà dal bisogno, libertà ed eguaglianza, ma che è anche garanzia di serietà, di schiena dritta e di integrità morale. Ma forse anche questa è un’utopia.

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-07-11/grexit-si-o-no-nord-intransigente-124259.shtml?grafici

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