Mercoledì 22 aprile il Corriere della Sera esce con una notizia apparentemente sensazionale “Turni scomodi per lavorare all’Expo, otto su dieci ci ripensano – Seicento i reclutati. Lo stipendio: oltre 1.300 euro al mese, compresi i sabati e le domeniche”. La notizia è di quelle che fanno comodo ai nostri politici corrotti e inetti e ai loro reggi bordone, perché consentono di dire che “il lavoro c’è ma sono i giovani che non hanno voglia di lavorare”. Aldo Grasso si fa megafono di questa accusa ai giovani e, indirettamente, di questa assoluzione per i politici, intervenendo su Corriere Tv (stranamente poi il video è sparito). Nei giorni successivi, non solo l’agenzia di lavoro interinale che ha provveduto alla selezione ha ridotto quell’80% al 50% (e chissà che non si ridurrà ancora), ma i presunti lavoratori lavativi si sono scatenati si social network facendo presente delle cose che ognuno che conoscesse un po’ la situazione lavorativa attuale dei giovani e non fosse accecato dalla mala fede avrebbe dovuto sapere da solo o almeno verificare prima di sparare sentenze.
Intanto è stato precisato che lo stipendio non era di 1.300 ma spesso di 500-600 euro LORDI, e cioè che al netto delle tasse, dell’abbonamento al tram e del panino a colazione non restava nulla. In secondo luogo alcuni che avevano fatto domanda erano di fuori e quindi avrebbero dovuto pagarsi anche un letto, infine c’erano ragazzi, se mai laureati, che hanno poi trovato qualcosa di meglio (e non ci voleva molto). Tutti costoro avevano fatto ugualmente domanda perché la loro disperazione era ed è tale che si attaccano a tutto perché “non si sa mai”, ma poi al dunque ci si rende conto della realtà e si valutano le cose per quello che sono: trattamento para schiavistico.
Ripetiamo: le considerazioni svolte dai giovani che si sono sentiti accusare di essere degli scansafatiche potevano essere fatte da chiunque, ma l’ansia di far dire che la rovina dell’Italia non è la corruzione, che proprio all’Expo ha avuto una delle sue manifestazioni macroscopiche, ma la scarsa voglia di lavorare dei giovani, ha annebbiato la mente dei commentatori del Corriere e di altri giornali. Costoro hanno perso l’occasione di chiedersi come mai all’Expo ci sono quei trattamenti economicamente umilianti. La risposta è abbastanza semplice: risparmiare sul costo del lavoro era necessario per rimpinguare le tangenti. L’expo è l’esempio lampante del vero contrasto di interessi che c’è in Italia: quello tra i giovani e chi gli sta rubando (letteralmente) il futuro, e non come alcuni commentatori e politici vanno blaterando secondo i quali il contrasto è con gli anziani pensionati.
Aldo Grasso ha così raggiunto nel “club dei carini” la Fornero e la Cancellieri , che da ministre si erano distinte per alcune affermazioni offensive nei confronti dei giovani. La prima aveva detto che i giovani non trovano lavoro perché sono “choosy”, e l’affermazione era stata molto gradita dai laureati che friggono patatine nei Mac Donald’s, la seconda che i giovani vogliono il lavoro “vicino a mammà”, e l’affermazione era stata molto gradita soprattutto dai ricercatori che pur di lavorare vanno in capo al mondo.
Leave a Comment