RCS Sette domande a Pietro Scott Jovane

Pietro Scott Jovane
Le 7 domande a Pietro Scott Jovane, ad del gruppo Rcs, alla vigilia dell’Assemblea degli azionisti, in programma per giovedì 23 maggio:

1) Si legge nel bilancio che la partecipazione in Rcs Libri è stata svalutata di 33,4 milioni (e cioé di un buon 15%) a seguito di un test d’impairment effettuato sulle unità Education e Trade, oltre che sulla partecipate Marsilio e Rizzoli International, che ne ha abbassato il valore di carico dai 215,7 ai 182,3 milioni. Non sfugge che questo riallineamento sia avvenuto poco prima che la concorrente Arnoldo Mondadori Editore avanzasse una manifestazione d’interesse per l’intera partecipazione. Può l’ad rivelarci le motivazioni di una simile operazione, considerato che al vertice della Libri c’è una manager, la signora Laura Donnini, che prima di arrivare nel gruppo ha lavorato per oltre un decennio proprio per la Mondadori, fino a ricoprirne il ruolo di direttore generale; e che questa svalutazione potrebbe far nascere il sospetto di un prezzo di favore accordato per liberarsi della partecipata?

2) Sempre dal bilancio si apprende che la Rcs ha rilevato nel marzo 2014 le quote detenute dai soci di minoranza nel Corriere del Mezzogiorno. L’acquisto di questo pacchetto azionario del 39,95% ha richiesto un esborso di 1,9 milioni, che insieme all’aumento di capitale da 1,1 milioni resosi necessario per il ripianamento delle perdite, ha portato a iscrivere a bilancio la Editoriale Del Mezzogiorno ad un valore di 3,1 milioni. Si ricorda che la società nel 2013 era tecnicamente fallita (le perdite avevano azzerato il capitale), e ha chiuso l’ultimo esercizio sempre in passivo (-0,1 milioni). Può l’ad spiegarci da dove venga questa valutazione, e se sono state commissionate perizie indipendenti? Può dirci perché dinanzi a bilanci sempre in perdita, a differenza di altri dorsi locali, il Corriere del Mezzogiorno sia stato valutato tre volte più del Corriere Veneto (0,9 milioni) e del Corriere del Trentino (0,8 milioni), e un buon 50% più del Corriere Bologna (1,9 milioni)?

3) Relativamente ai “Proventi e oneri non ricorrenti” si legge nel bilancio (pag. 232) che sarebbero risultati «costi per il personale per complessivi 5,1 milioni di proventi non ricorrenti netti, derivanti dalla revisione delle stime in merito all’attività di riorganizzazione dell’area Periodici, dell’area Pubblicità e dell’area Corporate». Può l’ad spiegarci in modo dettagliato come sono stati generati questi ulteriori costi?

4) Sempre alla stessa voce si fa riferimento ai «3,7 milioni di oneri non ricorrenti derivanti dalla rescissione anticipata dal contratto di affitto del comparto immobiliare San Marco», conseguente al trasferimento delle redazioni della Gazzetta dello Sport nella sede di via Rizzoli. Può l’ad spiegarci perché non si è aspettata la naturale scadenza del contratto? Qual è stato il vantaggio economico complessivo, se c’è stato, che ha spinto ad accorciare i tempi?

5) In merito alle attività televisive si legge nel bilancio che Digicast, la controllata cui fanno capo 5 canali della piattaforma Sky, più il 60% di Gazzetta tv, nonostante i 4,3 milioni di investimenti ha chiuso l’esercizio con soli 1,6 milioni di ricavi pubblicitari, e 6 milioni di perdite. Può l’ad spiegarci quali sono le prospettive di ritorno di queste attività?

6) Può l’ad darci qualche indicazione sul futuro delle testate dell’area infanzia (Insieme, Dolce Attesa, Io e il mio bambino ecc.), visto che il gruppo Sfera ha chiuso l’ultimo esercizio con 30,4 milioni di ricavi e 29,9 milioni di perdite a livello di Ebidta?

7) Si apprende ancora dal bilancio (pag. 33) che «a seguito dell’accordo sindacale siglato il 14 febbraio 2014, 142 giornalisti afferenti le aree Media Italia (per le attività di Verticali) e ‘Funzioni Corporate e Altre Attività’ (Sistema Infanzia) lavorano da marzo 2014 in regime di solidarietà con una riduzione dell’orario di lavoro fino ad un massimo del 30%». Può l’ad rivelare quale sia stato il risparmio in termini di costo del lavoro per l’azienda, tenuto conto anche delle «20 persone in CIGS al 31 dicembre 2014»?

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