RENZI STALINISTA?/Volevano spiarci tutti!

L’abbiamo scampata bella! Con la scusa della lotta al terrorismo il governo stava confezionando un decreto legge, quello numero 7/2015 , che avrebbe permesso di spiare i computer di qualunque persona abitante in Italia sospettata di un qualunque reato. Per fortuna alla fine il provvedimento hanno dovuto cancellarlo, ma il solo fatto che sia stato pensato e inserito in un decreto legge è anche un segnale preoccupante oltre che una vergogna già di per sé.

Renzi e il suo governo ogni tanto vengono accusati, magari strumentalmente, di essere alquanto autoritari, ma ciò che hanno tentato dà ragione a chi li accusa ed è comunque degno di un regime stalinista o comunque dittatoriale. Obama per molto meno ha dovuto limitare lo spionaggio elettronico delle varie agenzie di sicurezza Usa nei confronti di cittadini sospettati di terrorismo.

 

Segnale preoccupante anche nel caso nel governo non ci si sia resi conto di quanto stavano facendo: ciò significherebbe, infatti, che nel gabinetto Renzi c’è gente troppo distratta o incapace quanto un dilettante davvero allo sbaraglio. Possibile che nessuno si sia accorto che la modifica all’articolo 266-bis, comma 1, del codice di procedura penale, inserita nel cosiddetto decreto antiterrorismo, avrebbe reso l’Italia il primo Paese europeo che spia nei computer di ogni cittadino sospettato non solo di reati di natura terroristica, ma anche di reati qualunque?

E’ francamente un mistero come si sia potuto arrivare a tanto partendo da un testo che si occupava di aumenti di pena per  “l’addestramento ad attività con finalità di terrorismo, per l’istigazione a delinquere e a commettere dei delitti contro lo Stato e per i reati di apologia quando commessi attraverso strumenti informatici o telematici soprattutto in caso di crimini contro l’umanità”. Per fortuna il Garante della Privacy, Antonello Soro, ha inarcato le sopracciglia  e qualche deputato di Scelta Civica ha anche alzato la voce.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma il segnale è comunque preoccupante. Anche perché negli ultimi tempi alcuni provvedimenti di più d’un governo sono stati bacchettati dalla Corte Costituzionale sia pure in tutt’altri campi, come la Robin Tax dei petrolieri (  http://www.giurdanella.it/2015/02/13/robin-tax-illegittima-la-sentenza-della-corte-costituzionale/ ) e il cosiddetto “contributo di solidarietà” estorto alle pensioni superiori ai 90 mila euro lordi l’anno ( http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/pensioni-oro-corte-costituzionale-cancella-contributo-solidarieta-tassa-illegittima-1583783/).

Si parla da tempo di modificare la Costituzione. Ma un conto è modificarla seguendo le procedure previste per poterlo fare legittimamente, tutt’altro conto invece è tentare di aggirarla o ignorarla. Sorprende e suscita quanto meno perplessità che più d’un governo delle Repubblica italiana si comporti così.

 

Pino Nicotri
Senza Bavaglio

 

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