Chi va via perde il posto… in garage

W la Lombarda, W il sindacato che nel segno della continuità si è rinnovato. Ma ora ci sono da affrontare i problemi veri. Dopo le oltre 60 vertenze gestite nel 2014 e le più di 70 seguite l’anno precedente, chissà quanto lavoro spetterà ai 30 consiglieri della nuova giunta regionale presieduta dal giovane e promettente Paolo Perucchini.

Saranno stagioni difficili. Sarà una primavera calda. Ci sarà da lavorare e occorrerà condividere pensieri, idee, progetti, lavori,  ecc ecc. Nel senso dell’unità della professione e del sindacato. Per non disperdersi in rivoli politici. Una mole enorme di lavoro che richiederà tempo e impegno da parte di tutti, senza se e senza ma.

 

Ma c’è un ma… Mentre in gruppi editoriali di medio e piccole dimensioni si cercano soluzioni per non perdere posti di lavoro o per limitare al massimo la perdita di potere d’acquisto, alias stipendi, dei dipendenti, in un grande gruppo lombardo, o meglio milanese, quotato e fondamentale per gli equilibri geo-politici editoriali si pensa ad altro. Stiamo parlando di Rcs Mediagroup e del suo gioiello, il Corriere della Sera, salotto buono dell’editoria italiana.

E se i giochi di potere tra i grandi soci – Fca, Della Valle, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Pirelli e via discorrendo – si definiranno nelle prossime settimane, in vista del cda sui conti di bilancio 2014 del prossimo 11 marzo, e soprattutto in attesa della decisiva assemblea degli azionisti di fine aprile (si rinnoverà il cda e contestualmente la direzione del CorSera), in via Solferino hanno avuto, e da poco superato, un altro problema, di stringente attualità: la spartizione dei posti auto, in garage, che finora erano a favore dei colleghi della Gazzetta dello Sport.

La redazione della Rosea si sé spostata, controvoglia, su a Crescenzago, periferia, hinterland milanese. E come d’incanto si sono liberati 6 posti che al CorSera hanno deciso di distribuire tra i colleghi della redazione Cronaca di Milano.  Che ci vorrà mai, direbbe la casalinga di Voghera. O di Carugate. Ci si mette d’accordo, si favorisce chi vive fuori città e via. E invece no.

Hanno tramato, brigato, contato, ecc ecc fino a che si sono messi d’accordo. Come era logico aspettarsi in una redazione che sta attenta ai minimi sbilanciamenti in questi mesi di spasmodica attesa (del nuovo direttore).

E se questo caso può sembrare banale dimostra però come nel giornale di gran lunga  più importante del Paese si perda del tempo, non per garantire posti di lavoro, o salvaguardali, ma per difendere certi privilegi che paiono superati dalla modernità della vita quotidiana e dall’urgenza delle problematiche che attanagliano la categoria.

Speriamo che poi non si litighi per il posto-bicicletta….

Senza Bavaglio

 

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