Nel gioco del totoquirinale, come si sa, circolano prima solo i nomi di chi sicuramente non verrà eletto. L’unico dubbio riguarda forse Romano Prodi del quale si parla e forse qualche chance ce l’ha ancora. Ma la sua elezione è molto problematica perché la destra (compreso il Ncd) non lo voterebbe mai, e soprattutto Berlusconi, per il quale il professore di Bologna è colui che l’ha battuto due volte e per questo non può consegnare alla gente per sette anni l’immagine di un avversario sempre vincente su di lui. Le residue possibilità sono legate a un blitz dei pentastellati che dovrebbero compensare i franchi tiratori Pd.
D’altro canto dopo l’azionista-laico (anche se credente) Ciampi e il comunista Napolitano, i cattolici reclamano un loro rappresentante al vertice della Repubblica, e di sicuro saranno accontentati. E allora allo scopo c’è un nome che non viene indicato sui giornali tra i papabili ma che a parere di chi scrive è il vero candidato del Pd: Sergio Mattarella. Egli:
– È cattolico praticante;
– È ex democristiano, come Renzi, della ex corrente di “sinistra di base” (che lo rende digeribile agli ex Pci);
– Non ha mai intrapreso vivaci discussioni polemiche con qualcuno, quindi non ha nemici;
– Dal 2011 è giudice presso la Corte Costituzionale, circostanza non secondaria in un momento storico nel quale il Presidente della Repubblica viene spesso chiamato a prendere decisioni che rischiano di portarlo fuori della legalità;
– È autore di una legge elettorale che oggi molti rimpiangono (il “mattarellum”);
– Ha avuto un fratello assassinato dalla mafia.
Ha quindi tutte le carte in regola, secondo la tradizione italiana, per salire sul colle più alto. Forse qualche anno in più (è del 1941) lo avrebbe reso ancora più “idoneo” perché, dopo l’esperienza di Cossiga, si devono evitare personaggi che abbiano ancora tempo per coltivare delle ambizioni personali.
Il fatto che Napolitano abbia finalmente deciso di dimettersi può essere proprio il segnale che sia stato raggiunto l’accordo fra i maggiori partiti, e quindi non è da escludersi neanche che venga eletto nei primi scrutini.
Per quanto pleonastico, preciso che la presente previsione è il frutto di una mera ricostruzione logico-probabilistica, e che non sono in possesso di alcuna notizia riservata. Come pure segnalo che Mattarella non è il mio candidato ideale, perché preferirei uno tra Prodi, Rodotà o Zagrebelski (in ordine alfabetico).
Leave a Comment